CONTRO IL G8: IL 20 LUGLIO SCIOPERO DEI LAVORATORI DELLE COOPERATIVE SOCIALI DEL TRENTINO
nell'ambito dello sciopero nazionale indetto dal sindacalismo auto-organizzato e di base
Periodicamente i potenti della terra si riuniscono per ridefinire e coordinare le proprie politiche di oppressione dei popoli e delle piccole nazioni, di sfruttamento degli uomini, di rapina delle risorse naturali e del patrimonio genetico di tutte le specie viventi, di devastazione del clima e dell'ambiente.
Da qualche anno a questa parte hanno deciso di tenere questi incontri in una forma diversa, imponendoli, con clamore e con grande spreco di risorse, alla popolazione di vari paesi e di diverse città. I loro "incontri" sono diventati momenti di pubblicità, di propaganda, di disgustosa esibizione di potere, acquistando così volutamente anche un significato simbolico. Le loro "riunioni", sempre più ravvicinate e tenute in forma sempre più sfarzosa e provocatoria, sono contemporaneamente diventate occasione e pretesto per imporre la sospensione di elementari libertà e di elementari diritti.
Per questo diciamo che sia dal punto di vista del contenuto che dal punto di vista della forma riunioni come quelle del prossimo G8 a Genova non possono essere accettate dagli operai, dai lavoratori, dagli sfruttati e dagli oppressi.
Il prossimo G8 si tiene a Genova. Un'ulteriore provocazione, un ulteriore attacco, anche culturale, a ciò che ha rappresentato e rappresenta il proletariato industriale nel nostro paese.
A Genova poche settimane fa gli operai dell'Ilva hanno manifestato con forza e con rabbia contro l'annuncio di centinaia di licenziamenti ottenendo la loro sospensione e resistendo alle brutali cariche della polizia. A Genova negli anni 60 ha preso il via quel grande movimento operaio e popolare che ha spazzato via il semi-fascista governo Tambroni. In questi decenni a Genova si è sempre mantenuto vivo il filo della lotta in difesa degli interessi operai e popolari. Contenuti ideologici e culturali sedimentati nella coscienza e nella memoria che oggi, illusoriamente ed arrogantemente, si dichiarano sorpassati, vinti e dispersi.
Bisogna anche trovare il modo di dire che sul G8 c'è anche tanta ipocrisia, c'è anche chi a parole fa un certo clamore, c'è chi sfoggia un'opposizione in realtà falsa e apparente.
C'è una precisa continuità tra gli incontri dei potenti e quello che in Italia è stato fatto, in particolare negli ultimi decenni, dal potere finanziario ed industriale ben rappresentati dai governi che si sono succeduti. Ed adesso che c'è un governo di destra, apertamente antidemocratico ed antioperaio, ci si "dimentica" che questo governo è stato preceduto da altri che hanno propagandato e sostenuto l'adesione all'Europa, scelta disastrosa che si traduce oggi in un crescente aumento dei prezzi, in un parallelo decremento dei salari ed in un drastico peggioramento delle condizioni dei piccoli produttori di interi settori agricoli. Sono i governi del centro sinistra che negli ultimi anni hanno spianato la strada al governo delle destre devastando il tessuto operaio e popolare con le politiche di flessibilità e precarizzazione del lavoro, con la promozione e la gestione delle privatizzazioni e con lo smantellamento della sanità, dei servizi sociali e della scuola pubblica Sotto questi governi le poche libertà democratiche e i pochi diritti politici dei lavoratori sono stati drasticamente ridotti; grazie all'operato di questi governi oggi scioperare, manifestare, difendersi, organizzarsi sindacalmente e politicamente è diventato per gli operai e per i lavoratori sempre più rischioso e complicato.
Oggi, ancora, ci si dimentica troppo facilmente che molte delle organizzazioni cosiddette non-governative che si dichiarano contro il G8 hanno sostenuto direttamente ed indirettamente un governo come quello D'Alema che ha portato l'Italia in guerra contro una piccola nazione -la Yugoslavia- che non voleva allinearsi agli interessi delle principali potenze.
Ci si dimentica ipocritamente che certi sindacati confederali che oggi si presentano critici nei confronti del G8 hanno lavorato in questi anni per ottenere più potere e più privilegi per sé e per una propria ristretta base sociale cedendo -in cambio- ai padroni (comprese le aziende cooperative) sempre più flessibilità, sempre più sfruttamento, sempre più licenziamenti, collocandosi così all'interno delle stesse direttrici politiche che i potenti del mondo fanno pesare anche sui lavoratori dei "propri" stessi paesi.
Di fronte a scadenze come quelle del G8 di Genova i lavoratori, gli operai, le masse popolari, i piccoli produttori e i piccoli negozianti colpiti dalle politiche europee, dalla concorrenza e dalle tasse, non possono non vedere come, al di là delle differenze storiche, nazionali e cultuali, i popoli oppressi del mondo sono i loro unici veri alleati.
Tra i popoli oppressi diversi sono quelli che stanno lottando in modo rivoluzionario contro l'oppressione economica, politica, militare e culturale dei potenti della terra, per costruire nuovi stati e nuove società (dalla Palestina alla Turchia, dal Nepal all'India e alle Filippine, dalla Colombia al Perù e al Messico). Questi popoli, contrastando concretamente i piani e gli interessi delle potenze imperialiste, aiutano realmente e più di chiunque altro i lavoratori dei paesi economicamente più sviluppati sfruttati e oppressi dagli stessi interessi e poteri nazionali e multinazionali, politici ed economici. A questi popoli va dunque il saluto, il ringraziamento e la solidarietà di classe dei lavoratori coscienti dei propri interessi internazionalisti.
SLAI-COBAS EDUCATORI