Domenica 01/03/2009: esplorazione leggendaria

di Mario Petrosino


Un manipolo di 5 eroi sprezzanti del pericolo e delle avversità si arrampica sull'altopiano dell'Alburno Monte in groppa alla Tatuccia (tanto disprezzata e derisa dai Vili). La Tatuccia però sa farsi valere e con orgoglio impetuoso si inerpica tra i tornanti innevati e ghiacciati del fronte petinese, fino a superare le tracce di chi prima di essa, con mezzi blasonati, si era fermato ed arreso. Giunti all'osservatorio astronomico dell'Aresta si danno fuoco alle polveri (letteralmente-con l'acqua) e si affonda a piedi tra le nevi verso la meta: Grava d'Inverno. L'ingresso della grotta si presenta austero ed affascinante: pareti ghiacciate, stalattiti di ghiaccio enormi e massi ghiacciati. Assaporando ghiaccioli naturali, gli eroi si avventurano all'interno percorrendo i primi 4 pozzi (P25, P20, P40, P15) e raggiungendo così le famose "vaschette" che regalano ai temerari fantastici giochi d'acqua a -130m di profondità. Consumato il garrulo pasto i nostri beniamini si apprestano alla risalita, lunga, infinita e faticosa. Usciti fuori è ormai buio (le 21:00 circa) e nevica, ma ripercorrendo le orme nella neve segnate in mattinata si avviano felici e soddisfatti della loro esplorazione verso la Tatuccia che li accoglie a braccia aperte e senza sorprese alcuna. Giù per la discesa dall'osservatorio al paesino (ormai le 22:00) avvisano amici e familiari sgranocchiando frittatine e pizze rustiche. Ormai è notte (le 00:00 circa) e tutti ormai hanno raggiunto "casuccia" per far riposare le stanche membra. Una giornata indimenticabile, da raccontare ai nipotini: fuoristrada mangia-neve, bagno di neve, battesimo dei pozzacchioni per i neofiti, freddo e intemperie.
E la prossima ...?



Da sinistra: Antonio Fiorillo, Mario Petrosino, Sergio Santomauro, Antonio Petrosino, Errico Cuomo.
Foto di A. Fiorillo.