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LE MISSIONI SPAZIALI
 VERSO ASTEROIDI


L'esplorazione di asteroidi per mezzo di sonde spaziali ebbe inizio nel 1991, quando la sonda Galileo inviò a Terra le prime immagini ravvicinate di un pianetino ("951 Gaspra"). La stessa sonda Galileo nell'Agosto 1993 passò a distanza ravvicinata dall'asteroide "243 Ida". Proprio Ida ha riservato agli studiosi una singolare scoperta: in alcune immagini inviate dalla sonda si nota la presenza di un piccolo satellite, chiamato Dactyl, in orbita intorno a questo pianetino (per saperne di più si rimanda a questa pagina web:http://astroemagazine.astrofili.org/num1/asteroidi.htm ). Dopo la parentesi di Clementine, che fallì l'obiettivo di riprendere immagini dell'asteroide "1620 Geographos",  nel 1997 la sonda NEAR raggiungeva l'ateroide 253 Mathilde; il giornale "La Repubblica" così riportava l'evento:


E' largo appena 53 km, ma agli scienziati
mostra "quasi solo crateri"

Benvenuta Mathilde
asteroide groviera

di CLAUDIA DI GIORGIO


1 luglio 1997. Mathilde ha avuto una vita difficile. Una vita lunga, questo sì, come minimo qualche di miliardi di anni, secondo gli esperti. Ma sconvolta da una successione di eventi catastrofici, il cui segno è rimasto indelebile sulla sua superficie nero carbone: cinque crateri di dimensioni gigantesche, grandi abbastanza da ingoiare una metropoli.

Mathilde è un piccolo asteroide, con una larghezza massima di 53 km circa, fotografato quasi per caso venerdì scorso dalla missione NEAR (Near Earth Asteroid Rendezvous). E le immagini arrivate a terra hanno subito scatenato l'eccitazione tra gli scienziati, perché Mathilde, oltre ad essere il più grande tra gli asteroidi mai visitati da un velivolo terrestre, è fatta quasi interamente di carbonio, ed appartiene ad una tipologia che non era mai stato possibile esaminare.

E' scurissima, quindi, una grossa palla nera completamente priva di colori, che riflette solo il 3 per cento della luce che la colpisce. E talmente devastata dai segni degli impatti con altri corpi celesti da essere "quasi solo crateri", buchi grandi fino a 25 km e profondi quasi 5, dentro i quali, come dice John Ververka, della Cornell University, potrebbe sparire "l'intero distretto di Columbia": Washington e dintorni.

La spettacolarità delle immagini si accompagna alla promessa di altre emozioni scientifiche: i dati registrati fanno pensare che Mathilde appartenga ad una massa di detriti risalente a 4.6 miliardi di anni fa, al momento della nascita del nostro sistema solare, ma rimasti sostanzialmente immutati da allora. Vecchia quanto i pianeti, e composta dai medesimi materiali da cui questi si sono formati, Mathilde è una specie di capsula del tempo, dentro cui potrebbero celarsi i segreti della Terra neonata.


Il 12 febbraio 2001, infine, la sonda NEAR atterrò sulla superficie dell'asteroide EROS continuando a inviare ulteriori dati a Terra per altri sedici giorni.

La sonda Deep Space - 1 (DS 1) nel frattempo compì un volo radente sul'asteroide "9969 Braille". Purtroppo l'incontro ravvicinato ha potuto fruttare solamente due immagini a bassa risoluzione a causa di un malfunzionamento della sonda stessa.

La sonda Stardust, invece, ha ripreso, nel novembre del 2002, diverse immagini (purtroppo anch'esse a bassa risoluzione) del pianetino "5535 Annefrank" che ha, tuttavia, mostrato un corpo irregolare, ricoperto da piccoli crateri, di circa 8 km di diametro. Come è noto la sonda Star dust il 15 gennaio 2006 ha riportato sulla Terra alcuni campioni della cometa wild 2

Rosetta:  la sonda Rosetta è stata lanciata il 2 marzo 2004, nella Guyana Francese con un razzo Ariane 5 G+, nell'ambito di una missione dell'Agenzia Spaziale Europea che ha come suo scopo principale un rendez-vous con la cometa 46P/Wirtanen. Ma lungo il suo percorso Rosetta passerà ad appena 2200 km da "4979 Otawara", un asteroide sul quale le informazioni sono ancora scarse. E' previsto anche un 'incontro ravvicinato (3500 km) con l'asteroide "140 Siwa"

MUSES-C (Hayabusa): una sonda dell'agenzia spaziale giapponese ISAS lanciata nel maggio 2003 con lo scopo di atterrare sull'asteroide 1998 SF36 (Itokawa), un pianetino la cui orbita passa vicino a quella della Terra (NEA, near earth asteroid). Una volta atterrata, la sonda dovrà raccogliere del materiale e riportarlo sulla Terra. Il nome giapponese della sonda (Hayabusa) significa "falco". A inizio novembre 2005 la sonda giapponese orbita attorno all'asteroide e ha inviato delle foto a distanza ravvicinata. Dalle foto inviate si direbbe che il piccolo asteroide sia privo di crateri da impatto.

Per il futuro è prevista la seguente missione:

DAWN :
una missione della NASA che ha lo scopo di studiare Vesta e Cerere

Per saperne di più:

http://ars.asi.it/~webars/esa/rosetta/rosetta.html  pagina dell'Agenzia Spaziale Italiana sulla missione Rosetta
http://www2.jpl.nasa.gov/galileo/ il sito ufficiale della missione Galileo
http://near.jhuapl.edu/ il sito ufficiale della missione Near
http://nmp.jpl.nasa.gov/ds1/ il sito ufficiale della missione Deep Space 1
http://sci.esa.int/science-e/www/area/index.cfm?fareaid=13 il sito ufficiale della missione Rosetta
http://stardust.jpl.nasa.gov/mission/ il sito ufficiale della missione Stardust
http://www.muses-c.isas.ac.jp/English/index.html il sito ufficiale della missione Muses C
http://www-ssc.igpp.ucla.edu/dawn/mission.html Il sito ufficiale della missione Dawn
http://www.oocities.org/it/kenoms3/altorenotoscano/asteroide9.html Una tesi di laurea sull'argomento



 L'asteroide Mathilde A proposito... l'asteroide ritratto in questa foto è Mathilde