Questo è il signor LIMPIDO
Vi racconteremo chi è, e quale
è la sua storia, una storia come tante purtroppo, di onesti cittadini
vessati dalle tasse.
Affinché chi dorme alla grossa
abbia una possibilità in più di svegliarsi e combattere per
i diritti di tutti.
Il signor LIMPIDO è una persona
pulita in tutti i sensi, uno che ama fare le cose secondo le regole, che
odia le ambiguità, che ama la verità e che non fa giri di
parole. Il signor LIMPIDO è chiaro come l'acqua di fonte e razionale
come il suo personal computer.
Questa caratteristica si chiama ONESTA'
INTELLETTUALE e non è poi così diffusa, sapete?
Il signor LIMPIDO ha studiato duramente ma non per questo è stato per lui facile trovare lavoro. È stato per anni iscritto all'ufficio di collocamento. Questo ufficio non ha mai trovato un lavoro al signor LIMPIDO e dopo un numero anche troppo alto di anni questo ufficio è stato chiuso, perché è apparso chiaro, non solo al signor LIMPIDO ma anche a tanta altra gente che l'ufficio era del tutto inutile.
Il signor LIMPIDO è stato assunto
con contratti a termine dei 3 mesi da organismi di una certa importanza
come un COMUNE, una rinomata compagnia assicurativa ed una società
per azioni nel campo televisivo. Per un breve periodo ha lavorato in una
associazione umanitaria, percependo solo un rimborso spese.
Già questi fatti sarebbero credo
sufficienti a dimostrare che LIMPIDO è anzitutto una persona capace
ed un lavoratore, tutto il contrario di un buono a nulla o di uno scansafatiche.
Tuttavia egli non è mai riuscito a trovare un lavoro fisso.
Qualcuno che non ha peli sulla lingua
potrebbe anche dire che il signor LIMPIDO è stato sempre sfruttato.
Ma noi sappiamo che certe affermazioni non risultano simpatiche e questa
storia vorrebbe essere simpatica quindi lasciamo a Voi farVi una idea.
Il signor LIMPIDO ha studiato informatica,
una branca della matematica che qualcuno pensa si esaurisca nella progettazione
dei videogame, quelle cose che rendono i bambini scemi ed i genitori cretini.
L'informatica invece serve a sviluppare
programmi per computer i quali servono a far lavorare meglio tutti, e soprattutto
serve a quelli che devono riscuotere le tasse, per sapere quando è
il momento di riscuoterle… tuttavia queste persone a volte si dimenticano
che non necessariamente le informazioni inserite in un computer sono vere
e non necessariamente rispondono ad un criterio di giustizia ed equità.
Ma andiamo per gradi. Giunto alla età
di 27 (ventisette anni) il signor LIMPIDO era ancora a zero. Risultava
un disoccupato iscritto nelle liste di un ufficio che non esisteva più!
A quel punto il signor LIMPIDO aveva capito
che doveva fare qualcosa in quanto non avrebbe mai trovato altro che lavori
precari, temporanei ed in condizioni di sfruttamento. Inoltre dovete sapere
che qualunque programmatore sviluppi codice per una ditta di cui è
dipendente praticamente viene defraudato del proprio lavoro intellettuale.
Egli allora stufo di questa situazione
e consapevole di avere, come si suol dire, un mestiere in mano, decise
di mettersi in proprio. Che cosa mi potrà mai capitare di male?
Si domandò…almeno sarò padrone del mio lavoro, se lavoro
precario deve essere allora meglio farlo per proprio conto… guadagnerò
poco ma pagherò le tasse e finalmente potrò essere come tutti
gli altri.
Ma il signor LIMPIDO era troppo LIMPIDO
per prevedere cosa gli sarebbe potuto succedere. Egli non aveva fatto i
conti con ciò che NON HA SENSO EPPURE ESISTE. Non aveva fatto i
conti con l'irrazionalità cieca del sistema fiscale che lo attendeva
al varco.
Il signor LIMPIDO pensò di rivolgersi ad un buon commercialista. Ne sentì alcuni e scelse il più caro e rinomato. - In questo modo - si disse, - anche se spenderò qualcosa di più, sono sicuro di mettermi nelle mani di qualcuno che sa fare il suo lavoro e mi consiglierà per il meglio -. Purtroppo si sbagliava anche su questo…
Il signor LIMPIDO era convinto che avrebbe
pagato le tasse in base ai propri guadagni e dunque si sentiva tranquillo.
Purtroppo le cose non andarono bene per
il signor LIMPIDO. Poiché iniziava dal nulla dovette aprire un conto
corrente e utilizzare subito il fido per comprare le prime attrezzature.
Questo lo mise subito in una situazione finanziariamente pericolosa.
Ma egli era contento in quanto riteneva
di essere riuscito in una vera e propria impresa convincendo la banca a
dargli quel sia pur piccolo fido.
Poi fece tutte le carte e con suo grande
stupore, vide, quando si trattò di aprire la partita IVA che non
esisteva un codice adatto al lavoro di PROGRAMMATORE, alla camera del commercio
tutti lo guardavano come se fosse sceso da MARTE… programmatore? Programmatore?
E cosa è…? Qui non c'è un codice… ma che lavoro è
programmatore?
E LIMPIDO invece pensava… Come? Come?
Non c'è programmatore? Ma come è possibile voglio dire…
io ho frequentato una scuola e qui non sanno nemmeno che esiste il lavoro
del programmatore? Era sinceramente SBALORDITO. Correva l'anno 1991 il
personal computer esisteva già da una decina d'anni. Tutte le banche,
tutte le assicurazioni, molti studi associati persino l'associazione di
volontariato dove aveva lavorato, ne facevano uso. La camera del commercio
ne era piena. Ma se tu avessi chiesto loro cosa usavano per il loro lavoro
ogni giorno loro avrebbero appunto risposto USO IL COMPUTER, non USO UN
PROGRAMMA.
Ma il signor LIMPIDO non si perse d'animo,
era una persona di buon carattere e così prese la cosa con ironia
e scelse i codici che più si avvicinavano alla natura del
suo lavoro.
Era fatta, finalmente LIMPIDO era divenuto
un professionista, era un consulente in materia di informatica. Fantastico.
A dire la verità la cosa gli dava
una leggera agitazione di stomaco; LIMPIDO infatti riteneva che i Consulenti
fossero spesso dei buoni a nulla dotati di grande parlantina che riuscivano
a farsi pagare per le loro chiacchiere. Gente che faceva finta di dare
consigli mentre in realtà piazzava prodotti di questa e quella azienda
intascando percentuali in aggiunta alle prestazioni. Lui era completamente
diverso da questi ranocchi. Ma comunque ormai era fatta e visto che non
si poteva fare altrimenti, andava bene così.
Gli affari però non andarono bene.
Quando gli affari non vanno bene i motivi sono molti, non è mai
uno solo. Anzitutto LIMPIDO dovette rendersi conto che non solo all'interno
della camera del commercio lo guardavano come se fosse venuto da Marte
ma anche in molti altri posti del "mondo vero".
Inoltre egli viveva in una piccola città
fatta più che altro di commercianti e professionisti di mentalità
assai ristretta e conservatrice.
Anche se sapeva esprimersi con sufficiente
proprietà non era un parlatore e non aveva certo la stoffa di chi
sa vendere i propri prodotti o la propria professionalità. Ero un
tipo schietto lui, abituato a parlare coi fatti, un tecnico vero, uno che
sa e che non fa soltanto finta di sapere. Il suo aspetto inoltre non era
tale da ispirare grande fiducia. Era troppo magro, portava gli occhiali,
non sorrideva esageratamente come usano fare i rappresentanti e tutti gli
altri pagliacci di successo di questo mondo.
Egli era LIMPIDO di nome e di fatto. Una
sua stretta di mano valeva una stretta di mano, un suo sorriso valeva un
sorriso, una promessa era un fatto che attendeva il momento opportuno per
essere compiuto.
Non aveva i soldi per aprire un ufficio,
per cui si era fatto un ufficio di fortuna in casa, dove fra l'altro viveva
coi suoi.
Questo non gli dava certo visibilità
o notorietà. Per telefonare usava la linea di casa. Per diversi
anni non ebbe nemmeno un fax.
Egli andò avanti senza mai scoraggiarsi
facendo quello che poteva. Non era un uomo di grande ambizione gli sarebbe
bastato guadagnarsi da vivere ma anche questo, insieme alle bollette e
agli altri conti da pagare era un problema.
Rimase impelagato nei debiti per diversi
anni, spesso a credito di IVA.
Viveva una vita difficile, ma certo non
si considerava uno fuori dalla legge. Non faceva una lira di nero. Tutte
le volte che faceva qualche lavoro compilava la sua fattura. Farlo era
un piacere dato che riusciva a farne così poche. Quando compilava
una fattura si sentiva orgoglioso di se stesso ne ricavava una iniezione
di fiducia per andare avanti.
LIMPIDO odiava i truffatori, ed i truffatori
erano ovunque… più si muoveva e conosceva il mondo reale e più
truffatori conosceva.
Agenzie, grossi studi associati, ditte
di ogni genere… tutti usano software copiato e questo lo danneggiava direttamente.
Ma non poteva farci nulla. E non si sentiva di denunciare tutta quella
gente. Sapeva anzi che anche una denuncia non avrebbe mai sortito alcun
effetto nei loro confronti, perché la finanza non ha tempo e competenze
per operare in questo campo.
Quanti ne vedeva di imprenditori e dirigenti
di azienda, vantarsi di fare tutto al nero, di evadere le tasse. Il suo
dentista non gli aveva mai dato una ricevuta. Era possessore di diverse
ville.
LIMPIDO aveva anche altri problemi. Era
di salute cagionevole. Ebbe delle coliche di reni e per diversi anni fu
un calvario. Veniva ricoverato in ospedale poi dimesso senza che la causa
fosse individuata e rimossa. Questo incise ulteriormente in maniera negativa.
I pochi clienti che LIMPIDO aveva lo apprezzavano
moltissimo. Il suo problema era che non riusciva a trovare una continuità
di lavoro e quindi di reddito.
Aveva grosse difficoltà tutti gli
anni a pagare l'assicurazione ed il bollo della macchina ed il conto del
commercialista. Le vacanza? Neanche a parlarne. Una famiglia propria? Men
che meno. Una vita pressoché infernale.
Una sola cosa era regolare nella vita
lavorativa di LIMPIDO: le tasse. Le dichiarazioni IVA le dichiarazioni
dei redditi e altre cose del genere. A queste cose ci pensava il suo commercialista
egli era completamente negato in questo.
Pagava regolarmente le tasse, quando lo
faceva si sentiva derubato dato che aveva un reddito al di sotto delle
possibilità di sostentamento anche di una singola persona. Infatti
LIMPIDO era aiutato dalla famiglia.
Peraltro i suoi genitori pensionati, avevano
una certa età ed entrambi erano malati, suo padre di cuore la madre
di una malattia ancora più grave. Inoltre aveva sempre il debito
con la banca e non riusciva a sanarlo. Ma questo non entrava mai nei fatti
contabili. Nemmeno le spese della macchina ci rientravano… chissà
come mai. LIMPIDO portava in contabilità solo le fatture di
acquisto e di vendita. Qualunque altro costo non risultava. Egli aveva
provato a chiedere al suo commercialista il perché di questi fattim
ma il suo commercialista aveva sempre qualche ragione pronta e alla fine
aveva sempre ragione lui.
Ad un certo momento dopo anni di sofferenza,
cominciarono ad arrivare richieste di pagamento dall'ufficio delle imposte
dirette. La motivazione era che non era avvenuto l'adeguamento. In pratica
lo stato pretendeva di affibbiare un reddito presuntivo sulla base del
quale pagare le tasse. LIMPIDO cascò dalle nuvole, in quanto era
convinto che quel reddito presuntivo fosse il motivo per cui lui tutti
gli anni andava in banca a pagare le tasse nonostante gli mancasse quasi
da mangiare.
Si recò all'ufficio delle imposte
dove gli fu cortesemente spiegato che se non intendeva pagare poteva aprire
un contenzioso con lo stato. Se invece voleva un accordo doveva spiegare
per filo e per segno tutte le sciagure personali che gli avevano impedito
di lavorare e produrre quel reddito che lo stato si aspettava e si aspetta
da chiunque lavori in proprio.
Naturalmente anche questo comportava comunque
che un pagamento - forse ridotto di qualcosina - avvenisse.
Bene quanto alle sciagure più o meno sono quelle che avete letto qui. Quelle di un uomo sfortunato più di altri… ma anche come tanti altri. Fin qui abbiamo esposto i fatti. Di qui in poi esporremo le considerazioni e le risposte trovate da LIMPIDO circa questi fatti.
LA RISPOSTA DI
LIMPIDO
Il signor LIMPIDO come abbiamo visto,
può avere forse, per alcuni, dei tratti di ingenuità… ma
di certo non è una marionetta che rivolge i ragionamenti a proprio
favore usando la irrazionalità o la rigida normativa come il fisco
cerca di fare.
Se qualcuno dicesse a LIMPIDO che gli
asini volano egli ribatterebbe che si sbaglia e che al di la di ogni legittima
e democratica opinione, GLI ASINI NON VOLANO, casomai è più
probabile che vengano a chiederti soldi che non hai.
Come abbiamo detto, il signor LIMPIDO
applica la logica, che ha studiato per molti anni. Riguardo a questa, sa
quanto è facile sbagliarsi. L'essere umano commette errori ad ogni
piè sospinto. Ma ha il grande vantaggio, sulla macchina, di potersi
correggere. Cosa che le macchine non sanno ancora fare. Ebbene il fisco
agisce come una macchina.
Per il fisco gli asini volano eccome.
Il reddito presunto non è solo una ingiustizia ed una iniquità è anche una cosa completamente irrazionale.
La logica vuole che se il signor LIMPIDO
ammettesse di pagare una qualunque cifra, egli ammetterebbe implicitamente
di essere un mariuolo - cosa che lui non è per definizione -. Se
infatti LIMPIDO non ha prodotto un reddito manco utile a sostenersi, dove
li va a prendere i soldi per pagare le tasse sul reddito presunto? Se LIMPIDO
pagasse questi soldi allora vorrebbe dire che questi soldi li ha guadagnati
e se li è nascosti. Vorrebbe dire che è un evasore, in ladro,
un nemico della patria. Ma egli non lo è: tutte le sue dichiarazioni
dei redditi rispondono a verità… anzi ad onor del vero egli ha già
sostenuto spese che non ha nemmeno inserito nella sua contabilità
e quindi ha dichiarato redditi superiori al redditi effettivamente realizzati.
È quindi evidente che LIMPIDO non
potrà pagare e che non pagherà. Non è solo una questione
di soldi - che non ha ma che forse potrebbe farsi prestare chissà
- è una questione di LIMPIDEZZA ne vaa del suo onore, della sua integrità,
della sua stessa identità.
Egli si chiama LIMPIDO e non può
esser altro che tale.
Qui finisce il nostro racconto, ma non finisce affatto la storia. Esortiamo tutti i LIMPIDI professionisti d'Italia che hanno vissuto una situazione analoga o che la stanno vivendo a prendere l'iniziativa affinché in Italia si possa giungere alle
Ulteriori considerazioni
sulla iniquità del reddito presunto:
Il reddito presunto è in contraddizione
con l'intenzione politica condivisa dai politici di tutti gli schieramenti,
che occorre cercare di facilitare i giovani e tutti coloro che desiderano
intraprendere una attività in proprio.
Che occorre supportare le nuove professioni,
la piccola impresa e bla bla bla.
Tutto questo che sentiamo fino alla noia
al lato pratico è completamente negato e stravolto.
Considerazioni
sulla Legge
E' necessario che le leggi si ispirino
a criteri di giustizia ed equità e si adeguino - come è sempre
stato - al sentire di una certa epoca raccogliandone il portato culturale
frutto di ciò che si è imparato dagli errori commessi nel
passato.
Chi poi applica la legge è tenuto
ad applicarla saggiamente.
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