In breve…

 

La scena dell'omicidio, la sera dell'8 dicembre 1980, è rimasta celebre quasi quanto lui: John Lennon che, affiancato da Yoko Ono, scende dall'auto davanti all'ingresso del Dakota;  Josè, il portiere, che tiene aperto lo sportello e l'ex Beatle che, mentre sta per varcare la soglia del palazzo, si sente chiamare. "Mister Lennon?", chiede l'assassino un istante prima di esplodere cinque colpi con una pistola calibro 38. Ferito al braccio e alla schiena, Lennon riesce a salire i sei gradini del portone, poi cade mormorando: "Mi hanno sparato". In mano, la cassetta con la registrazione di una canzone destinata al futuro album di Yoko Ono. Poco più tardi, il mondo intero apprendeva attonito e sconvolto la notizia della sua morte.


Sono passati vent'anni e niente del carisma e della forza espressiva di Lennon è andato perduto. Non il fascino e la liricità delle sue canzoni, non la contraddittorietà del personaggio. Quella sua assoluta coerenza con la incoerenza. Un artista sempre alla ricerca di una stabilità, che passa nel volgere di pochi mesi dal disimpegno dell'album 'Plastic Ono Band' ("Il sogno è finito"), nel quale rivendicava la necessità di affrancarsi da tutte le battaglie, all'urlo di "Power To The People" con il quale incitava i propri ascoltatori a "andare in strada" per mettere in atto la rivoluzione. Fino, un paio d'anni più tardi, a rinchiudersi ancora in se stesso e creare un'immaginaria nazione, dove cercare rifugio.


Personaggio per certi versi mitico già prima della sua tragica e prematura fine, Lennon è stato un punto di riferimento, un musicista da cui il pubblico non aspettava solo una bella canzone, ma anche un messaggio, un'indicazione per la propria vita. Un ruolo con cui lo stesso Beatle aveva difficoltà a convivere, al quale cercò anche, senza successo, di ribellarsi. I fan avevano bisogno di una guida, e se la scelgono a partire dal 1969. Quell'anno Lennon è ancora interessato ai Beatles, con i quali incide 'Abbey Road', ma pensa già alla sua attività solista. Iniziano le campagne per la pace (i celebri 'bed in') dalle quali nasce il suo primo grande inno solista: 'Give peace a chance'.


Nello stesso periodo esordisce dal vivo senza i Beatles: partecipa, decidendolo all'ultimo minuto, ad un festival rock a Toronto. E' il debutto della Plastic Ono Band, gruppo concettuale che indicherà chiunque suonerà con Lennon fino al 1974. Con Lennon sul palco di Toronto, oltre a Yoko Ono, c'è anche Eric Clapton.

 

E' il 1970 a segnare l'addio definitivo ai Beatles. Lennon è completamente lanciato nella sua attività solista: pubblica prima il 45 giri 'Instant Karma!', poi l'album 'Plastic Ono Band', il suo miglior risultato senza i compagni di Liverpool. L'album nasce dopo la cura detta "Urlo primitivo", alla quale Lennon si era sottoposto nel tentativo di esorcizzare tutti gli spettri con cui non riusciva più a convivere. Tra questi il drammatico rapporto con i genitori (che lo avevano abbandonato), il successo ottenuto con i Bealtes, il suo ruolo di leader di una generazione.


Nell'album Lennon urla la sua necessità di disimpegno e cerca di smontare tutti i miti in cui ha creduto (tra cui Elvis e Bob Dylan). L'album è celebre per il verso "The dream is over (il sogno è finito)" tratto dal brano 'God', con cui Lennon mette una pietra tombale sulle illusioni degli anni '60.


Lennon, però, non è uomo dalle certezze granitiche: dopo pochi mesi da 'Plastic Ono Band' eccolo tornare alla carica, straboccante di voglia di esprimere la propria opinione sulla realtà che lo circonda. Prima il 45 giri 'Power to the people', col quale esorta i propri ascoltatori a ribellarsi allo status quo, poi l'album 'Imagine', dove trovano spazio sia riflessioni universali, sia urla di protesta come 'Give me some truth', che mette alla berlina i politici di tutto il pianeta. Un album splendido, un classico del rock, nato in sole due settimane di incisione, con il quale Lennon riesce ad entrare nell'olimpo del rock anche da solista, dopo averlo fatto con i Beatles.


Altrettanto riuscito il singolo natalizio, 'Happy Xmas (war is over)', altro tentativo di spronare le persone a lottare contro la guerra ("la guerra è finita, se lo volete"). Lennon non domanda, ma afferma che solo la consapevolezza di poter ottenere dei risultati da parte dei popoli è la base per riuscire nei propri tentativi.


Nel settembre del 1971 Lennon si trasferisce a New York, dove sposa immediatamente la causa radicale, tanto da rimanere inviso all'Fbi e al Governo americano (presidenza Nixon). E' il periodo delle manifestazioni, dei concerti di protesta e di un album iperpoliticizzato, 'Sometime in New York City', che risulterà il meno riuscito della carriera di Lennon. Ma John si stanca dei nuovi compagni di viaggio, e torna a rifugiarsi in una dimensione domestica, di completo disimpegno. Un rifugio che crolla in breve: nel 1973 lui e Yoko si separano.


Poco prima Lennon aveva pubblicato 'Mind Games', un tentativo non del tutto riuscito di tornare a tematiche ed atmosfere di 'Imagine'. Senza Yoko Lennon inizia un periodo di follia a base di feste continue ed eccessi a base di alcool. Ma è un periodo discograficamente molto fertile. Pubblica due album a suo nome, 'Walls and bridges', il migliore dai tempi di 'Imagine', e il suo tributo ai padri del rock: 'Rock'n'roll', a base di cover di classici anni 50. Inoltre collabora con Elton John, David Bowie e Ringo Starr. Quando la sua resurrezione artistica giunge a pieno compimento (numero uno in classifica con l'album 'Walls and bridges') John torna con Yoko Ono.


Il 6 agosto 1980 il mondo del rock è scosso da un fremito: Lennon è tornato in sala di incisione. Il primo risultato arriva nei negozi il successivo autunno: 'Double Fantasy', album nel quale si alternano brani di John e Yoko. Le canzoni dimostrano che l'ex Beatle è in perfetta forma, pronto ad affrontare nuovamente il circo del rock come protagonista. Mentre rifinisce il suo secondo album "del ritorno" e inizia a progettare un tour mondiale, un pazzo travestito da fan lo uccide proprio davanti a casa. Un epilogo assurdo per chi, come lui, ha sempre avuto la convinzione che solo le persone potessero migliorare il mondo. Utopia? John credette fino alla fine dei suoi giorni ai versi principali di "Imagine", con i quali aveva cercato di fare breccia nella coscienza delle persone: "Potresti dire che sono un sognatore / Ma non sono il solo / Spero che un giorno ti unirai a noi / E che il mondo sarà una cosa sola".