Dal sito SODAPOP

  LORCA Any Old Thing Will Do

 

Indierock acustico e malinconico per Lorca, che nel suo CDR autoprodotto presentano sette canzoni su questo tema, suonate bene e con parecchia intensità.

I nomi che vengono in mente sono quelli del lo-fi più dolce, forse di matrice inglese, un po' dei Beatnik Filmstars più melodici e rallentati; la mezz'ora di Any Old Thing Will Do è

promossa senza dubbi, nel futuro vedremo se la formula si ripeterà con la stessa intensità.

 

Emiliano grigis

http://www.sodapop.it/sindex.html

 


 

  Dal sito Hainezine

   LORCA Any Old Thing Will Do

I Lorca sono in due, vengono dalla provincia di treviso ed io li ho scoperti praticamente per caso: stavo facendo un giretto su Vitaminic quando mi sono imbattuto nella loro pagina. Per fortuna, devo dire: questo cd (trenta minuti per 7 pezzi) mi ha colpito fin da subito, e, ora che me lo sono ascoltato per bene, credo che si tratti di una delle migliori autoproduzioni che mi sia capitato di ascoltare, non solo negli ultimi tempi.


Quelle dei Lorca sono sonorità sottili, vagamente dimesse, di base acustiche e folk: musica che sembra nascere come semplice increspatura del silenzio, e che da questo si emancipa pienamente solo a tratti, facendo della levità la propria cifra stilistica. Per inquadrare maggiormente la loro musica potrei farvi i soliti nomi di Smog e Palace, ma sarebbe un'indicazione vera solo in parte, dato che i Lorca sono molto meno rock dei primi e meno country dei secondi; a tratti, poi, mi hanno ricordato i Gastr del Sol meno sperimentali, ma i riferimenti potrebbero non fermarsi qui, come dimostra il brano "French girls & Traffic Jams", sorta di omaggio in chiave lo-fi ai Cure.


Ciò che rende tanto preziosi i brani di questo cd forse è rintracciabile in una forma compositiva che, non so quanto in maniera effettiva, pare spesso nascere in maniera dualistica: da una parte ci sono gli accordi melanconici e la voce mai sopra le righe di Andrea, dall'altra gli arrangiamenti supplementari di Mauro, fatti di chitarre, tastiere, violino etc., che completano e arricchiscono i pezzi, dandogli quel quid che trasporta i Lorca da un (forse ormai) usuale minimalismo ad uno stile personale. Ma, nonostante tutto ciò, raramente trasmettono la propria emotività esclusivamente grazie all'immobilità (come, per intenderci, ha fatto Smog in alcuni episodi della sua carriera), e infatti alcuni brani nascondono delle melodie perfette, tanto scarne quanto efficaci (è il caso, ad esempio, di "Dead gone" o "My favorite lost valentine").


La registrazione è casalinga ma chiara e funzionale.
In definitiva, gran bel cd: sarebbe un vero peccato ignorarlo.

Marco G.

http://digilander.libero.it/hainezine/rece/lorca.html

 


 

Dal sito Kronic

  LORCA Any Old Thing Will Do

 

Negli ultimi anni, quelli della riscoperta delle sonorità acustiche, ho sempre avuto il sospetto che le formazioni più citate dell’area NAM fossero, in realtà, molto inferiori a quelle meno visibili, se non addirittura nascoste. La zona di solito era la Gran Bretagna (dove questo vizio è comune ad ogni genere), ma sembra che nemmeno l’Italia sfugga a questa regola, o quantomeno non vi sfugge nel caso dei Lorca. "Any Old Thing Will Do" è un album autoprodotto, oggi distribuito dalla Under My Bed, che ha poco da invidiare ai vari nipotini di Nick Drake idolatrati da gran parte della stampa specializzata, con la piacevolissima aggiunta di alcune atmosfere affini a quella sfera statunitense che ha in Will Oldham e nel Mark Linkous meno deviato due fra i suoi principali membri. Una sorta di affascinante gemellaggio fra Stati Uniti e Inghilterra.


Nulla di sconvolgente o con incredibili innovazioni, certo, ma "Any Old Thing Will Do" è destinato a toccare le corde emozionali di chi ama farsi cullare da trame semplici e cupe, dense di una dolce malinconia grazie ad una voce inevitabilmente triste. Gli episodi regalati da Andrea e Mauro sono sette ed in tutti possiamo riscontrare quella leggera sofferenza che ieri i Palace, ed oggi i Sodastream, hanno saputo diffondere.

Senza mai avere la necessità di urla o grida rabbiose: bastano una chitarra, un organo, volendo un violino….ed in questa semplicità strumentale aggiungere, a volte, schizzi obliqui, come in "French Girls & Traffic Jams", dove i termini lo-fi e Cure sembrano essere abbastanza vicini. Sono la lentezza, comunque, e una ritrosa indolenza a dominare e a rendere ammalianti brani come "Things Couldn’t Be Better" e "My Favourite Lost Valentine", essenziali e senza alcun bisogno di barocchismi vari, così come l’ultimo episodio, la strumentale "X-Mas Song 2", che rimanda all’ultimo David Pajo di "Whatever, Mortal".

"Any Old Thing Will Do" permette di scoprire un duo che potrebbe donare molte emozioni. Mi auguro ne abbiano l’occasione.

 

Marco Delsoldato

 http://www.kronic.it/rec_get.asp?sId=6607

 


 

Dal sito Sub Rock

  LORCA Any Old Thing Will Do


Lo-fi nel vero senso della parola.


Dalla musica alla registrazione, passando per le atmosfere malinconiche. Il dischetto contiene 7 pezzi, la qualita' di registrazione e' discreta per il genere, ma pressoche' inservibile per molti altri. Probabilmente registrato con un 4 piste, il disco prosegue sulla scia tracciata dai liguri Morose qualche anno fa, lo-fi, qualche influenza folk, chitarre acustiche, lacrime agli occhi.


Molto interessante l'impronta chitarristica data dall'autore dei brani, e molto interessanti anche alcune soluzioni che portano ad un uso piu aperto della sei corde, non soltanto come accompagnamento per la voce.
Una proposta interessante, soprattutto nel secondo brano "Dead Gone": potrebbe essere una canzone acustica di Billy Corgan.

 

http://www.imodium.it/subrock/recensioni/rece%20lorca.htm