IL  CAVALLO  DI  TROIA

Questa pagina è dedicata alle riflessioni, agli approfondimenti e alle considerazioni, su temi di carattere equestre.

La prima pagina voglio dedicarla, giustamente, a questo nobile e meraviglioso animale: il Cavallo.

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Sinonimo di libertà, anello di congiunzione tra l'uomo e la natura. Con il suo addomesticamento, l'uomo ha avuto al suo fianco un compagno prezioso. Da quel momento è stato sempre presente nella vita dell'uomo, aiutandolo nel lavoro e nelle conquiste, fino ad immolarsi. A volte l'uomo dimentica tutto il bene ricevuto e lo tratta male, scaricando tutte le proprie frustrazioni. E' proprio vero che il cavallo fa esternare la parte migliore o peggiore del carattere del cavaliere. Alla base di tutto deve esserci la  CULTURA EQUESTRE, la quale ci aiuterà a comprendere i comportamenti del cavallo e la giusta tecnica per gestirlo, senza offenderlo. Tutti dovrebbero praticare questo magnifico sport perché è scuola di vita, di coraggio, accresce l’autostima, il  rispetto per noi stessi  e per gli altri (persone, animali o cose), nobilita l’animo, eleva lo spirito ed infine ci tiene a contatto con la natura che stiamo distruggendo ed il nostro amico cavallo ce lo ricorda e ci esorta a salvaguardare l’ambiente altrimenti questo anello di congiunzione scomparirà.

Voglio ringraziare tutti i cavalli che mi hanno consentito di trascorrere dei giorni indimenticabili e di vedere luoghi bellissimi. Un particolare ringraziamento va al mezzosangue polacco ARBIN, cavallo leale e generoso, con il quale ho condiviso molti lunghi viaggi in varie regioni d'Italia.

Luciano De Santis

LA PREGHIERA DEL CAVALLO AL SUO PADRONE

 A te, mio padrone, rivolgo questa preghiera:

Dammi spesso da mangiare e da bere; e, quando la mia giornata di lavoro è finita, provvedimi una lettiera asciutta e pulita ed una stalla abbastanza larga perché io possa giacere comodamente.

Ogni giorno controlla i miei piedi e governami con una spugna bagnata.

Quando rifiuto il cibo, guardami i denti; può darsi che un'ulcera m'impedisca di mangiare.

Siccome non posso dirti quando ho sete, fammi bere spesso acqua fresca e pulita, anche durante il lavoro; ciò mi eviterà la colica ed altre malattie.

Parlami: la tua voce è talora più efficace della frusta e delle redini.

Accarezzami sovente perché io possa imparare ad amarti ed a servirti meglio.

Non tirare la mia testa in alto col filetto, cosa che mi reca gran dolore al collo ed alla bocca e mi impedisce di sviluppare tutte le mie forze e di salvarmi dalle cadute.

Non tagliarmi la coda, privandomi così della migliore mia difesa contro le mosche ed i tafani che mi tormentano.

Non dare strappate alle redini, e nelle salite non mi frustare.

Non darmi calci, non battermi quando non capisco quello che vuoi, ma fa che io possa intenderti.

Se mi rifiuto, assicurati che il morso ed i finimenti non siano fuori posto e che non vi sia qualche cosa nei piedi che mi dà dolore.

Se mi adombro, non percuotermi, ma pensa che ciò può dipendere dall'uso dei paraocchi che m'impediscono di veder bene, o da difetto della mia vista.

Non obbligarmi a trascinare un peso superiore alle mie forze, né a camminare presto sulle strade sdrucciolevoli.

Quando cado abbi pazienza ed aiutami, che io faccio del mio meglio per mantenermi in piedi; e se inciampo, considera che ciò non dipese da colpa mia, e non aggiungere alla mia impressione per lo scampato pericolo il dolore delle tue frustate, che aumentano la mia paura e mi rendono nervoso.

Cerca di ripararmi dal sole. E quando fa freddo mettimi una coperta addosso, non quando lavoro, ma quando sto fermo.

Ed infine, mio buon padrone, quando la vecchiaia mi rende inutile, non condannarmi a morire di stenti e di dolore sotto la sferza di un crudele; ma toglimi tu stesso la vita, senza farmi soffrire, dandomi una rapida e caritatevole morte ed il tuo Dio ti premierà sulla terra e nell’aldilà.

Fammi ottenere tutto ciò che la mia preghiera invoca e non considerarmi irriverente se te lo chiedo in nome di Colui che è nato in una stalla.

Questa preghiera è stata trovata scritta, su di una mangiatoia, in una scuderia in Inghilterra.