S C
V O
L A
D E’
C A V A L I E R I
DI OTTAVIANO
SILICEO
GENTILHUOMO
TROIANO Nella
quale principalmente si discorre delle ma- niere,
& qualità de’ Cavalli, in che modo si debbono
disciplinare, & conservare, &
anco di migliorar le razze; Donde
potranno anco facilmente cavar
molto frutto coloro,
che son vaghi del nobilissimo esser- citio
d’istruire i Cavalli.
C O N
L I C E N Z A
D E’ S
U P E R I O R I
I
N O R V I E T O Appresso
Antonio Colaldi, e Ventura Aquilini. M. D. X
C V I I I |
A L L’ I L L U S T R I S S. S I G N O R M I O, E
T P A D R O N E O S S E R V A N D I S S. I L S
I G N O R P I E T R O A L D O B R A N D I N I
Di V.S. Illustrissima affettionatiss.
e obligatissi. servitore, Gio.Battista
Siliceo. |
ALL’
ILLVSTRISS. ET REVERENDISS. S
I G N O R JACOMO ALDOBRANDINI VESCOVO DI TROIA, ET NVNTIODI
NOSTRO SIGNORE I
N N A P O L I ============================= Non la mitra, onde adorno il crin riluce Quasi un Sol, che le tenebre rischiari,
Non quei del vostro sangue illustri, e chiari,
Di cui la fama eternamente luce, Son
cagion propria de la vostra luce;
Ma de l’anima i fregi unichi, e rari,
E la bontà, ch’al mondo è senza pari,
E la virtù, ch’al sommo ben v’è duce. Ben
si dee gloriar la nostra etate,
Poiche non vider fra l’antica gente
Tante gratie in un sol l’alme ben nate, In
voi si scorge, in voi saggio, e prudente
La fede, la pietà, la caritate,
E l’esser sempre in un giusto, e clemente.
Gio.Battista Vitale da Foggia. |
AL
SIG. MARC’ANTONIO LOMBARDO BARONE
DI ROSITO GIO.BATTISTA
VITALE DA FOGGIA Dal
Signor Girolamo Siliceo questi giorni à dietro mi fù recato il libro del
Signor Ottaviano suo zio intitulato SCOLA de’ CAVALIERI; e mi forzò, ch’io
dovessi minutamente leggerlo, e dirne il mio parere per conto delle frasi, e
della Lingua. Et quantunque io non sia atto a far giudizio delle opere altrui, e
massime à questi tempi, che per mille occupazioni hò dismesso ogni cosa, non
che il leggere, pure lo presi non so quante sere à considerare; ne
saprei affirmar altro, se non che mi piace, perche non è oscuro, ne
affettato; e istruisce, e tratta in un modo facile; e quando gli pare che non
possa essere inteso da tutti, replica tal volta gli ammaestramenti, e le voci in
due, e in tre maniere. Si che credo, che dovrà esser caro non solo à questi
del Regno, ma à gli altri Italiani, che fanno professione de cavalli, e in
particolare à i nobili, c’hanno razze, e stalle principali come V.S. che ne hà
una così buona, e cavalca cosi bene, che non invidia nissuno. Et mi rendo certo
che la fatica di quest’honorato gentilhuomo suo compatriota per beneficio
comune sarà lodata non solamente da lei, e dal Signor Placido, e Signor Cesare
di Sangro suoi nepoti, ma dal Signor Vespesiano Caetano suo cognato così
intendente di questo virtuoso esercizio. Con questa occasione mando à V.S. un
sonetto à Monsignor nostro Illustriss. perche lo legga, e me le raccomando di
tutto core. Di Foggia li 6 Novemb. M.D.XCVII |
NOTIZIE SULL’AUTORE , OTTAVIANO SILICEO, DESUNTE DALLA LETTURA DEL LIBRO “Scuola de’ cavalieri” Ø
..mi ricordo
pure, essermi trovato con dieci mila à cavallo, dove si diede ad altri tanti
nemici una crudele sconfitta tra morti, presi, e mal capitati, senza che niun
de’ nostri vi perisse. Et si dee credere che nell’una, e nell’altra parte
fussero stati cavalli bene, e mal segnalati, dirò ancora, ch’essendomi
trovato più anni sotto i felicissimi Stendardi dell’Imperatore Carlo
Quinto, quando il campo marciava in più luochi…… pag. 17 Ø Nella prima guerra di Siena, dandosi la caccia ad un Cavalier Francese, che cavalcava una bellissima giumenta learda ottima nel suo grado, fù da quattro di noi giunto, e preso, perche la giumenta nell’esser seguita da me, e da’ compagni, nel più bel correre, e allhora, che credevamo di non la giunger mai, venne al povero Capitano, che così era, meno in maniera, che per molte botte, spronate, che le desse, non volse mai dar più passo inanzi. Questa giumenta poi l’hebbe il Principe di Bisignano, che in quella guerra si trovava capo nostro. …. pag. 21 (IV° Principe di Bisignano Pietro Antonio SANSEVERINO morto a Parigi l' 8 aprile 1559 - Guerra di Siena 1552/56/1559 Battaglia di Scannagallo) Ø Il primo mio maestro fù il Signor Gio:Battista FERRARO……… pag. 39 (morto il 25/10/1562) Ø Io l’ho visto in Alemagna, e ho molto … pag. 69 Ø Io lo so da che fui nella guerra d’Alemagna… pag 153 (1545/47 battaglia di Muhlberg) Ø Maestro Vincentio Mariscalco della B.M. dell’Imperator Carlo Quinto per molti anni … pag. 163 Ø Nella Puglia, dove io son nato, per la campagna piana, e piacevole…... pag. 65 Ø Mi ricordo haver veduto un morello della razza dell’Illustriss. Duca di Torre maggiore…… pag. 111 (Giovanni Francesco de Sangro n.1524 e m. 1604 - nel 1544 sposa Ippolita Finale n.1527 e m.1574) Ø ….come quello c’hebbe in duono l’Abbate ROTA….pag. 20 (nel 1521 La Santa Sede nomina Salvatore ROTA, patrizio napoletano, Abate dell'Ordine Florense in San Giovanni in Fiore ) Ø ….come suol dire il Vitale da Foggia d’un certo suo compatriota…. pag. 8 (detto il Poetino il 6 novembre 1597,scrive al barone di Rosito Marc'Antonio LOMBARDO una lettera in cui parla del trattato di Ottaviano Siliceo) Ø …….con tutto che ‘l dottissimo Claudio di Pavia n’habbia scritto molto………….. pag. 65(maestro di equitazione pubblica nel 1562 a Venezia il trattato di equitazione dal titolo "Il Cavallarizzo".) Ø Riconoscendo come s’è detto nell’altro trattato ........pag. 24 (De equitum disciplina- questo titolo viene citato dal Conte Berardo Candida Gonzaga nel suo libro: Memorie delle Famiglie Nobili delle province meridionali d'Italia- Napoli 1875/1882)
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DOCUMENTI
Archivio di Stato di Lucera - Atto redatto da Annibale de Strangis, notaio in Troia, del 10 novembre 1545. Procura fatta dal Nobile Ottaviano Siliceo al sig. Baldaxare di Alberona. Ricerca del documento: Prof. Giovanni Rubino - scrittore e storico della città di Troia. Trascrizione e traduzione : Mons. don Mario Maitilasso e dott.ssa Anna Martino - Biblioteca Diocesana di Troia. |
Conte Berardo Candida Gonzaga: Memorie delle Famiglie Nobili delle province meridionali d’Italia. Napoli 1875/1882, sei volumi. (Forni 1965) °°°°°°°°°°°°°°°° Famiglia SILICEO Famiglia di origine Francese portata in Regno da un Giovanni, che seguì Carlo I d’Angiò e fu suo Cameriere nel 1267. Ha goduto nobiltà in Troia ed in Lucera e nel 1645 fu graduata delle 60 some di terraggio. Vestì l’abito di Malta e fu insignita dell’Ordine Costantiniano. PARENTELE: Abbadessa, Boccapianola, Bonelli, Bozzuto, Blasio (de), Campana, Cattaneo, Chiarizia, Gemma (di), Gennaro (de), Gioioso, Giordano, Lanza, Indelli, Locascio, Lombardi, Mobilia, Palma (di), Pisani, Planelli, Proto, Protonobilissimo, Quarto, Scondito, Sindico, Storrente, Sylos, Vico. AUTORI: Almagiore, Bonazzi (La Cron. del Massilla), Granata (Storia di Capua), Lumaga, Pacichelli, Tuano, Zazzera. PERSONAGGI: Giovanni, Cameriere del Re Carlo I d’Angiò 1267. Roberto, pei servigi resi nella guerra contro gli Svevi, fu castellano della fortezza di Orgeno. Giovanni, Consigliere e Cameriere di Carlo illustre Duca di Calabria e suo Vivario nel Regno. Ettore, insigne dottore. Trionfo, pel suo valore ebbe varie concessioni da Re Ferdinando I d’Aragona. Geronimo, Castellano di Gaeta e Capitano di cavalli pel Re Ferdinando I d’Aragona. Giacomo, uomo eruditissimo, da Troia stabilì in Lucera la sua famiglia quando quella città cadde sotto il dominio degli Avalos e così fecero anche le famiglie Lombardi, del Vasto e d’Afflitto. Felice, Vescovo di Troia, ove fondò il monastero delle monache nobili dell’Annunziata, fu poi Protonotario Apostolico, Nunzio nella Spagna ed Arcivescovo di Capua. Aloisio, valoroso Capitano di Re Ferdinando II d’Aragona, dal quale ottenne i beni di Leonardo Barone di Troia dichiarato ribelle. Militò sotto Consalvo di Cordova, che lo nominò Regio Squadrario. Ottaviano, autore d’un libro "De equitum disciplina". Giovanni, Precettore di Re Filippo II di Spagna, fu Arcivescovo di Toledo e poi fu fatto Cardinale da Paolo IV. Filippo e Giacomo, Capitani della milizia urbana di Lucera. Tal carica era devoluta ai nobili. ARME: Di verde con tre losanghe di oro poste in fascia caricate da un fascio di grano di verde. MOTTO: Percussa vivit. (La ricostruzione dello stemma è opera del dottor Guido IAMELE)
Questa famiglia si estinse in Lucera nel volgente secolo ne’ fratelli Felice e Giuseppe. |
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Battaglia
di Pavia …..mi ricordo pure, essermi trovato con
dieci mila à cavallo, dove si diede ad altri tanti nemici
una crudele sconfitta tra morti, presi, e mal capitati, senza
che niun de’ nostri vi perisse. Et si dee credere che nell’una, e
nell’altra parte fussero stati cavalli bene, e mal segnalati, dirò ancora, ch’essendomi trovato
più anni sotto i felicissimi Stendardi dell’Imperator Carlo
Quinto, quando il Campo marciava in più luochi,
io……………….. (Pag. 17, cap. I, Scuola de’ cavalieri, Ottaviano
Siliceo, Orvieto 1598) Quindi
i francesi passarono al contrattacco, ma vennero pesantemente sconfitti
alla Bicocca (1522) e a Pavia (1525) soprattutto a causa della
potentissima fanteria spagnola; largamente armata di archibugio, (fatto
che conferiva una enorme superiorità alle truppe ispaniche). La
battaglia di Pavia, fu un terribile massacro, inconsueto per le
battaglie dell'epoca, che solitamente si concludevano con molti duelli e
pochi morti. A Pavia invece si creò subito un carnaio. Francesco si
battè come un leone ed ebbe il suo cavallo ucciso sotto di sè, e
probabilmente sarebbe stato ucciso lui stesso se non lo avessero
riconosciuto per la bardatura e la ricchezza della sua corazza. Il
comandante Antonio de Leyva lo fece circondare e lo dichiarò
prigioniero "Maestà, vi siete battuto con coraggio ed eroismo. Ora
consegnatemi la spada". Sul campo di battaglia quella notte
rimasero diecimila i morti. La metà
della miglior nobiltà guerriera di Francia era stata uccisa o fatta
prigioniera. Francesco venne fatto prigioniero e venne rinchiuso nel
piccolo castello di Pizzighettone sull'Adda, prima di essere condotto in
Spagna, dove fu costretto ad accettare il trattato di Madrid del 14
gennaio 1526. http://www.cronologia.it/storia/tabello/tabe1500.htm CURIOSITA’:Nel
1525 i destini dei Baroni De Sanctis e del feudo di Roccacasale tornano
ad intrecciarsi. Infatti nel 1525 Il Capitano Giandomenico De Sanctis
come Barone di Roccacasale prese parte alla battaglia di Pavia con le
truppe imperiali guidate da Ferndinando D'Avalos, marchese di Pescara
contro i Francesi. La perizia e l'abilità del Marchese di Pescara
prevalsero sul numero dell'esercito nemico e lo stesso re Francesco I fu
fatto prigioniero e condotto a Madrid dal Capitano De Sanctis. http://www.roccacasale.it/storia.html
C O N S I D E R A Z I O N IMettendo in relazione il
racconto della battaglia descritta dal Siliceo a pag. 17 nel suo libro e
quella di Pavia del 1525 in cronologia.it, dove, in ambedue viene messo
in risalto il terribile massacro, si può certo affermare senza ombra di
dubbio che Ottaviano Siliceo fu in quella battaglia. Forse fu anche in
quella della Bicocca nel 1522. Luciano De Santishttp://www.oocities.org/it/lucianods/index.html
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