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Luigi Battezzato

Progetto Giovani (www.agenzia2000.cnr.it)

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Le pagine che seguono contengono la descrizione del progetto di ricerca finanziato dal CNR. Sono state preparate secondo le norme del CNR, e descrivono possibili vie di ricerca, suggerendo modi di approccio ad alcuni dei problemi relativi. Le persone interessate a prendere parte al seminario di ricerca sono invitate a leggere il testo del progetto presentato, ma esso è esposto qui soprattutto per invitare altre studiose o studiosi ad aggiungere nuove aree di ricerca e nuovi approcci a questi problemi.

Sommario:

1. Organizzatore del progetto

2. Titolo del progetto

3. Contesto nazionale ed internazionale della ricerca

4. Descrizioni obiettivi, programmi e metodologia della ricerca

5. Testo particolareggiato della ricerca:

a) il genere tragico e il suo successo testuale e intertestuale

b) i testi di Sofocle ed Euripide in età alessandrina: attori e filologi

c) Sofocle ed Euripide a Roma

6. Descrizione dei risultati previsti

 

1. Organizzatore del progetto: Luigi Battezzato (titolare di assegno di ricerca presso la Scuola Normale nell'ambito dell’attività di ricerca "Euripide: testi e commenti", area scientifico-disciplinare L06C "Lingua e Letteratura Greca")

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2. Titolo del progetto

Trasmissione e ricezione del testo di Sofocle ed Euripide nell'antichità: intertestualità e filologia.

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3. Contesto nazionale ed internazionale della ricerca

INTERTESTUALITA'

La ricerca di fonti e paralleli è sempre stata alla base della ricerca in filologia classica, ma solo in periodi recenti si è cercato di distinguere con maggiore consapevolezza metodica fra paralleli di langue, allusione/imitazione (G. Pasquali, G. B. Conte), 'interdiscorsività' (C. Segre) e la categoria più generica di intertestualità.

Tra i recenti contributi: T. C. W. Stinton, The Scope and Limits of Allusion in Greek Tragedy, in Greek Tragedy and its Legacy (Toronto 1986); R. Garner, From Homer to Tragedy: The Art of Allusion in Greek Poetry (London 1990); M. R. Halleran, Unspoken Allusions in Greek Tragedy, "MD" 39 (1997) 151-163.

Per quanto riguarda il rapporto fra tragedia romana e riprese (e modificazioni) ellenistiche del testo tragico si deve ancora ricorrere al pur utile R. A. Brooks, Ennius and Roman Tragedy (New York 1981 [ma diss. Harvard 1949!]). Il recente ed eccellente L. Holford-Strevens, Sophocles at Rome, in J. Griffin (ed.), Sophocles revisited (Oxford 1999) 219-253 presenta solo sporadiche discussioni dell'assetto testuale dei testi ripresi.

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TRASMISSIONE DEL TESTO

In ambito anglosassone si nota una sempre maggiore tendenza a sospettare la presenza di interpolazioni in tragedia, specialmente nella recente edizioni di Dawe (Sofocle; in misura minore Lloyd-Jones e Wilson), Diggle e Kovacs (Euripide). Questo avviene sulla base della grande influenza dell'ultimo Fraenkel (Zu den Phoenissen des Euripides, SBAW 1963, Heft 1), e dei suoi allievi (M. D. Reeve, Interpolation in Greek Tragedy, GRBS 13 (1972) e 14 (1973)). Solo in parte questa tendenza si appoggia al confronto con i dati della tradizione manoscritta ellenistica (M. Haslam, in Arkturos: Hellenic Studies Presented to B. M. W. Knox (Berlin-New York 1977), 91-100). In Italia un gruppo di studiosi legati alla Scuola Normale e all'Università di Pisa in particolare (V. Di Benedetto, F. Ferrari, M. C. Martinelli, E. Medda, M. S. Mirto, L. Battezzato, M. Fassino) si è occupato di questi problemi con un approccio più conservatore (si vedano anche gli studi di D. J. Mastronarde sulle Fenicie) ma sensibile alle novità documentarie e metodologiche, specialmente legate agli studi metrici e papirologici.

Recenti riesami di papiri sofoclei ed euripidei hanno mostrato che in questo settore c'è ancora molto lavoro da fare, e che i risultati sono importanti per scoprire l'assetto originario del testo: ad es. su P. Oxy. 2180 e PSI 1192 le osservazioni di Barrett pubblicate in Sophoclis Fabulae, ed. Lloyd-Jones/Wilson, Oxonii 1990; su P. Strasb. WG 304-7 M. Fassino, ZPE 127 (1999) 1-46 (è uno dei collaboratori di questo progetto).

Nuovi papiri hanno portato sorpendenti novità nella Medea (ad es. i P. Oxy. 4548 e 4549 = P10 e P 11 nell'ed. Diggle), nell'Ecuba (P. Oxy. 4557 e 4559 = P7 e P9 nell'ed. Diggle, e P. Oxy. 4558) e nelle Fenicie (P.Oxy 3321 e 3322 = P16 e P17 nell'ed. Diggle).

Le novità della ricerca in questi settori spingono a tentare un primo passo per una nuova ricostruzione delle vicende dei testi euripidei e sofoclei nell'antichità.

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4. Descrizioni obiettivi e programmi e metodologia della ricerca

OBIETTIVI

Si mira a ricostruire una storia della trasmissione e ricezione del teatro euripideo e sofocleo attraverso varie epoche dell'antichità. Si prevedono interventi sul modo in cui la tragedia usa rimandi intertestuali per creare e affermare la propria esistenza come genere letterario, sui rimandi intertestuali fra varie opere euripidee e sofoclee, sulle riprese intertestuali in altre opere antiche (nella commedia antica e nuova, nell'oratoria attica, nella tragedia e commedia romana), sulle riprese, interpolazioni e riadattamenti ellenistici del dramma euripideo e sofocleo, e sulla storia del testo euripideo e sofocleo nell'antichità.

Un altro degli obiettivi principali, strettamente collegato alla ricostruzione delle vicende del testo euripideo e sofocleo, è quello di fornire una occasione per integrare e confrontare le ricerche dei giovani ricercatori sul teatro greco e su Sofocle e Euripide in particolare: si provvederà quindi ad organizzare una giornata di studio a cui saranno invitati a partecipare giovani ricercatori (nei limiti di età previsti per il progetto giovani del CNR) sul tema indicato nel programma. (Per le modalità, si veda sotto, sezione programmi). In questo modo si cercherà di ottenere una maggiore integrazione fra vari centri di ricerca italiani e stranieri, e favorire lo scambio di idee e metodologie fra diverse scuole e indirizzi di ricerca.

Nell'ambito di questa funzione di stimolo alla ricerca si vuole realizzare una banca dati che raccolga le tesi di dottorato italiane sul teatro greco e la sua ricezione, con particolare riferimento a Sofocle ed Euripide (vedi sotto, descrizione dei risultati previsti).

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PROGRAMMI

Nell'ambito delle attività di ricerca del gruppo si provvederà ad organizzare un incontro per giovani ricercatori italiani e stranieri sotto i 35 anni, sul tema della ricerca. Questo incontro scandirà le fasi della ricerca, fornirà stimolo alla ricerca degli organizzatori, e costituirà una prima occasione di verifica e discussione del lavoro fatto, in vista di una prima pubblicazione via internet (e una auspicabile successiva pubblicazione cartacea).

La prima fase della ricerca (i primi due/tre mesi a partire dalla eventuale concessione del finanziamento) consisterà, per l'organizzatore e i collaboratori, nello studiare ciascuno una parte della storia della trasmissione e ricezione. Contestualmente a questa fase, gli organizzatori lanceranno un 'call for papers' ai dottorandi, ai titolari di assegni di ricerca, e ai giovani ricercatori presenti in università italiane e straniere; gli interessati saranno invitati a inviare un riassunto del loro intervento (600 parole/4000 caratteri) a un cooordinatore/una coordinatrice. Le proposte più interessanti, originali e solidamente argomentate verranno accettate per la discussione in una giornata di studio, da svolgersi nel giugno 2002. I risultati della ricerca saranno discussi nel convegno, e le relazioni saranno pubblicate, in un prima versione, su un apposito sito Internet, che conterrà le informazioni sullo stato attuale della ricerca.

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METODOLOGIA

Il panel di filologi di formazione tradizionale intende confrontarsi sul piano delle metodologie di ricerca, specialmente sull'intertestualità e sulla ricezione (vedi sopra, contesto nazionale e internazionale). Gli studi migliori sulla tragedia pubblicati negli ultimi anni hanno dimostrato che la competenza grammaticale tradizionale dell'editore di testi deve sapersi unire a una avvertita conoscenza dei dati dell'archeologia e della storia dell'arte. La considerevole presenza di papirologi nel gruppo di ricerca (Fassino, Prauscello) porterà a nuove verifiche dei dati documentari.

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5. Testo particolareggiato della ricerca

INTRODUZIONE

Il progetto nasce dall'esigenza di integrare due ricchi filoni della ricerca recente: da una parte lo sviluppo delle teorie letterarie sull'intertestualità, dall'altra il crescente dibattito e la sempre più documentazione sulle vicende dei testi di Sofocle ed Euripide nell'antichità, a livello documentario (studi sui papiri), per quanto riguarda le riprese sceniche e per quanto riguarda il dibattito sulle interpolazioni nei testi.

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A) IL GENERE TRAGICO E IL SUO SUCCESSO TESTUALE E INTERTESTUALE

Una prima parte discuterà della ricerca discuterà delle strategie attraverso cui il genere tragico, e più specificamente quello di Euripide e Sofocle, si impone nella tradizione letteraria greca, assumendo al suo interno generi e linguaggi precedenti, e imponendosi poi a livello di tradizione testuale (anche come testo 'fisico') e intertestuale (presenza in altri testi e generi, specialmente nel teatro latino e nell'epica). Il testo tragico si presenta come un genere che sussume al suo interno i generi precedenti (cfr. J. Herington, Poetry into Drama (Berkeley-Los Angeles-London 1985)), ad esempio inglobando e ristrutturando forme canoniche della lirica (per il peana cfr. I. Rutherford, Arion 3 (1995)); il genere tragico manifesta questo progetto 'colonizzatore' mettendo in scena e alludendo ai primi poeti e musicisti della tradizione greca: non solo Omero, ma anche ad esempio Orfeo. La modesta dichiarazione attribuita ad Eschilo secondo cui i suoi drammi sarebbero 'pezzi del banchetto di Omero' (Athenaeus VIII, 347 E) è però in contrasto con la capacità del genere tragico di asserire la propria autorità all'interno della tradizione letteraria greca.

Nel tempo fittizio dell'azione tragica, solo i poeti e i musicisti antichissimi possono essere nominati esplicitamente: Orfeo (ad es. Eur. Ba. 561, Cycl. 646, Hyps. fr. i III v. 10 (?), fr. 64 v. 98), Olimpo (IA 577), Thamyras (Soph. frr. 237-245, [Eur.] Rhes. 916 s.). Il legame intertestuale con la poesia precedente serve ad esplicitare una coscienza del genere letterario. Il coro dell'Alcesti (dramma "prosatirico", ma certo più vicino alla tragedia che al dramma satiresco) inneggia all'Ananke, parola chiave del genere tragico quante altre mai (cfr. il rilievo tematico fortissimo di ananke in e. g. Ae. Ag. 218, PV 1052, Eur. Med. 1243, Alc. 416, Hec. 1295 (conclusione della tragedia), El. 1301, fr. 299). Contro l'ananke non si può trovare rimedio nella poesia magico-religiosa di Orfeo: Alc. 967. Così pure nella Medea Euripide presenta il suo testo e la vicenda in esso narrata come in grado di segnare una svolta nel corso della poesia attraverso una rivoluzione del rapporto tra i sessi (415 ss.; che tutto ciò non sia avvenuto, che questa sia una strada che non è stata presa, è provato proprio dal modo in cui la Medea si conclude); e però presenta anche la stessa vicenda come (ironicamente) non adatta ad Atene, città 'dove si dice che un tempo la bionda Armonia generò le nove pure Muse di Pieria' (830-2) [sulla sintassi del passo cfr. Euripide, Medea, a cura di V.Di Benedetto e E. Cerbo (Milano 1997), G. W. Most, CPh 94 (1999) 20]. Celebrare Atene come luogo della poesia significa anche alludere alla poesia tragica; ma il coro che allude indirettamente alla poesia tragica però stigmatizza proprio la vicenda che viene narrata sulla scena e la giudica inadatta per Atene. Il modo di presentazione euripideo è complesso e volutamente contraddittorio, ma il riferimento alla tradizione è una essenziale strategia di autorità. In questa prospettiva vanno anche giudicati l'intervento della Musa sulla scena tragica ([Eur.], Rhes. 890 ss.), appunto come un tentativo del genere tragico post-classico di rafforzare la propria autorità di fronte alla schiacciante superiorità delle tragedie del quinto secolo riprese sulla scena.

Questa strategia appropriativa crea il genere tragico e forgia la sua storia successiva: il genere conquista la Grecia intera, ottiene un mercato internazionale (cfr. O. Taplin, Comic Angels (Oxford 1993)), si irrigidisce in un canone (P. Easterling, From Repertoire to Canon in The Cambridge Companion to Greek Tragedy (Cambridge 1997)), organizza e si pone come fondamentale per la coscienza pubblica.

L'autorità della tragedia come testo è favorita da un altro fattore, che l'avvantaggia rispetto al testo di Omero: che si tratta di una tradizione centralizzata anche a livello della trasmissione testuale. Il testo di Omero era noto attraverso una serie di edizioni 'cittadine' e la centralizzazione e creazione di una vulgata passa attraverso l'autorità (basata sulla superiorità puramente intellettuale e culturale) di filologi eccezionali (Zenodoto, Aristofane, Aristarco/Cratete--cosa dimostrata nella estrema litigiosità dei critici omerici l'uno contro l'altro, litigiosità attestata negli scoli). Invece la trasmissione testuale della tragedia passa (almeno nella versione propagandistica trasmessaci) attraverso un oggetto materiale di estremo prestigio: Licurgo raccolse i testi in un codice ufficiale (Ps. Plut. Vit. dec. orat. 7, 841) e Galeno (in Hipp. epid. III, 607, 6) ci attesta che questo codice ufficiale ateniese fu materialmente portato ad Alessandria per essere copiato. Il prestigio quasi feticistico dell'oggetto 'autentico' fece sì che il manoscritto originale fosse tenuto, secondo la storia, ad Alessandria, mentre gli Ateniesi, beffati, si sarebbero dovuti accontentare di un indennizzo in denaro e di una copia conforme e accurata, ma trascritta da copisti umani e non infallibili. La credibilità di questa storia non è il suo aspetto più interessante. L'appropriazione del testo materiale diventa un modo di dimostrare la trasmissione dell'autorità, una trasmissione diretta e non turbata da intralci, che, secondo Erbse, arriva fino a noi, fino ai filologi che si fanno garanti di una più che bimillenaria trasmissione incorrotta. (Da analizzare da un punto di vista di critica del gusto è la serie di commenti negativi su Euripide che si ritrovano negli scoli: W. Elsperger, Reste und Spuren der antiken Kritik gegen Euripides gesammelt aus den Euripidesscholien, (Philologus Suppl. 11, 1) (Leipzig 1908)

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B) I TESTI DI SOFOCLE ED EURIPIDE IN ETA' ALESSANDRINA: ATTORI E FILOLOGI

La seconda parte della ricerca sarà dedicata alle vicende del testo tragico in età alessandrina. In questa storia entrano anche gli attori: ma gli attori (nella versione vulgata di questo rapporto con la tragedia) ci entrano come elemento puramente negativo, come creatori di versi mal fatti, sgrammaticati o ametrici o inopportuni, che i filologi antichi (ad es. scolio ad Eur. Andr. 7) o moderni riconoscono (D. L. Page, Actor's Interpolations in Greek Tragedy (Oxford 1934) è sempre utile ma necessitante di una revisione più critica di quella offerta da Baumert, ENIOI AQETOUSIN (diss. Tübingen 1968); si veda anche R. Hamilton,'Objective evidence for actors' interpolations in Greek tragedy', GRBS 15 (1974) 387-402). Se è vero che noi possiamo ormai riconoscere parte delle loro interpolazioni, anche grazie all'apporto dei papiri, c'è ancora molto da fare per quanto riguarda il rapporto con il gusto ellenistico (non solo quello della letteratura colta alessandrina, ma anche quello dello spettacolo più popolare) e con la letteratura latina. Si vedano, come primi approcci a queste problematiche, E. G. Turner, 'Dramatic Representations in Graeco-Roman Egypt: How Long Do They Continue?' Ant. Class. 32 (1963) 120-128, G. Sifakis, Studies in the History of Hellenistic Drama (London 1967), B. Gentili, Lo spettacolo nel mondo antico = Theatrical Performances in the Ancient World: Hellenistic and Early Roman Theatre (London 1979), B. Le Guen, 'Théatre et cités à l'époque hellénistique' REG 108 (1995) 59-90.

Combinando lo studio filologico della storia dei testi e quello letterario/intertestuale si intende ottenere una visione integrata di una serie di fenomeni: proprio il successo presso il pubblico di alcuni testi ha messo in moto un processo di modificazione, interpolazione e creazione di versioni nuove, per nuove forme teatrali (lo spettacolo ellenistico per attori solisti; la creazione di 'libri per attori'); proprio questo stesso successo ha fatto sì d'altro canto che di alcuni testi siano pervenuti a noi un numero notevole di papiri che riproducono edizioni 'accademiche', e che ci permettono di vagliare e scoprire guasti e interpolazioni.

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C) SOFOCLE ED EURIPIDE A ROMA

La terza parte della ricerca riguarderà la sopravvivenza della tragedia a Roma. Si può notare come i drammaturghi romani di età arcaica ricorressero alle stesse tecniche di 'aggiunta' e 'interpolazione' degli interpolatori greci: espansione di invocazioni: Ennio, Medea, Accio, Fenicie; inserimenti di etimologie: e.g. Eur. Tro. 12 s.?, Hel. 9-10, Ennio, sc. 105, 250 Vahlen; interpolazioni dei nomi propri nelle hypotheseis alessandrine dei drammi greci e nelle versioni romane. Queste consonanze non sono solo segno della prevedibile tendenza all'amplificazione di interpolatori e traduttori (Leo, Plautinische Forschungen, p. 91), ma sono anche segno questo di una comune base di gusto (sulla questione delle interpolazioni inserite per abbreviare il testo ed eliminarne alcune parti cfr. da ultimo H. C. Günther, Exercitationes Sophocleae (Göttingen 1996)). Un approccio integrato, filologico e letterario/interpretativo, a questi fenomeni permette di far emergere come interpolazioni e aggiunte siano da comprendere e valutare all'interno della civiltà letteraria ellenistica, e non semplicemente come scorie da eliminare; questo approccio consente inoltre di evitare gli opposti eccessi degli studiosi che seguono l'ultimo Fraenkel alla caccia di interpolazioni (Reeve 1971/1972) e quelli di chi difende a spada tratta quasi ogni verso trasmesso dai codici medievali (Erbse).

Il passaggio all'età romana non segna però solo un mutamento di gusto, ma anche di condizioni generali di produzione e ricezione dei testi. Il genere teatrale diventa, dopo l'età arcaica, sempre più marginale rispetto all'epica. In questa prospettiva va discusso il processo di selezione e riduzione dei testi tragici, la loro diminuita importanza nel curriculum scolastico ed educativo (cfr. la loro assenza in Statius, Siluae 5.3, 'compensata' dalla presenza di Licofrone), e la loro sempre minore presenza intertestuale: se l'Eneide (cfr. A. König, Die Aeneis und die griechische Tragödie, Inaugural-Dissertation (Berlin 1970)) e Ovidio (cfr. e.g. D. H. J. Larmour, Ill. Class. Stud. 15 (1991)), attingono abbondantemente alla tragedia, il genere epico (e l'opera-mondo Eneide in particolare) soppianta completamente la tragedia e la scaccia dal suo posto di preminenza nello stile 'sublime'. Il superamento avviene anche grazie all'appropriazione di stilemi, situazioni e toni propri della tragedia (un processo già evidente in Apollonio Rodio). (In questo contesto si discuterà di una importante allusione all'Antigone in un passo delle Metamorfosi, non notata da Hollis e Bömer, che giudicano male il valore stilistico e ideologico del passo: Ov. Met. 8, 477 / Soph. Ant. 924).

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6. Descrizione dei risultati previsti

PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE

I testi delle comunicazioni verranno pubblicati su un apposito sito web (vedi anche sotto, banche dati), in anticipo sulla pubblicazione del volume contenente gli interventi. In particolare L. Battezzato si occuperà di intertestualità euripidea e sofoclea e delle riprese euripidee nel dramma romano di età repubblicana, M. Fassino delle riprese ellenistiche, R. Ferri del dramma romano di età imperiale. La pubblicazione web è in sintonia con le nuove direttive CNR che spingono ad rendere velocemente disponibili alla comunità scientifica i risultati della ricerca, e che prevedono una sempre maggiore utilizzazione degli strumenti informatici. Consente inoltre di arrivare alla pubblicazione dei risultati delle ricerche nei limiti di tempo previsti per lo svolgimento del progetto (1 anno).

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BANCHE DATI

Si creerà una banca dati che raccolga le tesi di dottorato italiane sul teatro greco e la sua ricezione, con particolare riferimento ad Euripide e Sofocle. Allo stato attuale, non esiste una raccolta bibliografica facilmente consultabile delle tesi di dottorato. Molte tesi di dottorato sono il punto di partenza per ulteriori studi e pubblicazioni e una raccolta sistematica consentirebbe di avere una panoramica sugli orientamenti più recenti delle ricerche a livello nazionale, con una utile ricaduta per il progresso e il coordinamento della ricerca. A seconda delle disponibilità dei vari autori sarà possibile inserire on line i testi stessi delle tesi di dottorato, che diventerebbero così immediatamente accessibili; si inviteranno inoltre gli autori a inviare i dati relativi alle loro pubblicazioni a stampa sul tema del teatro greco e della sua ricezione.

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ALTRO

L'incontro previsto, grazie anche all'invito rivolto a giovani studiosi italiani e stranieri a contribuire con i loro interventi, produrrà una maggiore integrazione fra vari centri di ricerca italiani e stranieri, e favorirà lo scambio di idee e metodologie fra diverse scuole e indirizzi di ricerca. Il coinvolgimento di giovani studiosi stranieri contribuirà a rafforzare l'immagine e la già forte incidenza dell'università italiana nel panorama internazionale degli studi classici, una università che sappia essere al centro dell'innovazione anche per i giovani studiosi, e sappia sfruttare al meglio le possibilità aperte dalla creazione di fondi speciali under 35 del CNR.

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