PROTOCOL #65 - Alone

Era stata la prima a cadere ed ora che gli altri l’avevano seguita, li rivoleva indietro.

Ed incredibile, lei l’aveva sempre saputo.

Era colpa sua.

Aveva sempre saputo di essere stata la prima ad aver intrapreso una strada diversa, ad aver causato la distruzione dell’anima di Belial e la dipartita di Moloch.

Sferrò un pugno ad uno degli innumerevoli pilastri che sorreggevano il colonnato di quel tetto, un tempo luogo preferito di tutti e tre.

Ora in lei quel luogo non destava altro che rabbia e un atroce spasmo.

La colonna s’incrinò.

Erano trascorse ore dal black out. Ora tutto sembrava tornato alla normalità. La notte incombeva placida sulla città, come se nulla fosse accaduto, gli schiavi dormienti ora erano invisibili agli occhi della luna artificiale.

Si sedette sul cornicione di cemento, in silenzio.

Avrebbe voluto colpirsi da sola. Ogni cosa era andata nel modo opposto al piano di liberazione... sospirò.

Adesso basta introdurre la scusa della libertà ovunque. Perché in realtà non era altro che una scusa... e non le serviva una cosa del genere per stare insieme ai suoi compagni di sempre.

Si voltò indietro, verso il porticato, ed avvertì la sensazione di essere già stata seduta a quel modo su quel cornicione, una volta.

Era un ricordo. O perlomeno, lo classificò come tale.

Moloch e Belial si erano appena scontrati per un’opinione differente e così l’uomo aveva stretto il più piccolo in una morsa al collo.

- Basta, numero 3.- aveva sibilato lui, per nulla impensierito né turbato dal compagno che stava per strangolarlo.

- Ah, ma allora lo fai apposta a chiamarmi così! Lo sai che non lo sopporto!- rise Belial, gettando il capo all’indietro e strapazzando i capelli del bambino.

Lei aveva gettato il mozzicone di sigaretta giù dal palazzo e si era voltata indietro verso di loro.

Poi aveva sorriso. Semplicemente.

- Smettila!- aveva gridato Moloch, sferrando un pugno nello stomaco del compagno - Piantala Belial!-

L’altro era caduto malamente sulla schiena ma si era subito rialzato a sedere ridendo come un matto.

- Se questo vale per farmi chiamare ‘Belial’, allora mi accontento di ‘Numero 3’!-

Ed aveva continuato a ridere, così, sguaiato ma sincero. Cristallino.

 

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