COURTAIN FALLS

Una splendida mattina di dicembre. Benché mancasse poco all'inverno, il sole splendeva nel cielo.
Nella sede della BBA si stava svolgendo una riunione. Bisognava predisporre ogni cosa per il quarto campionato del mondo di Bey Blade.
<<Sì, è una buona idea>>
<<Anch'io sono d'accordo>>
<<Bene, allora lo può inserire nella lista, signori, grazie per la vostra partecipazione. Potete andare>>
Il presidente Daitenji salutò le persone che stavano lasciando la stanza.
<<Non sembrano molto soddisfatti>>osservò Hitoshi.
<<Beh, non si può dar loro torto. Sono passati ormai 5 giorni da quando lo Tsunami ha devastato il sud-est asiatico. Da allora non si hanno più notizie delle ragazze. Loro sono le rappresentanti dei Blader. Finché non verranno ritrovate, non si potrà decidere nulla.>>
Il presidente guardò l'orologio.
<<Bene, è ora che vada, arrivederci.>>
<<Arrivederci, signore>>
Hitoshi si incamminò verso casa. Passando davanti a un negozio notò un volantino pubblicitario.
'Concerto di beneficenza per il sud del mondo. Sotto, la foto delle ragazze.
<<Non possono essere morte>>

<<3, 2, 1, pronti, lancio!>>
I Bladebrakers Revolution si stavano allenando.
Draciel e Driger stavano combattendo quando un bey blade pose fine alla loro sfida.
I ragazzi si girarono e videro Jack, il cugino di Liv Tyler.
<<Ciao, ragazzi>> disse lui.
Gli altri ricambiarono il saluto.
<<Volevo sapere se parteciperete al raduno ufficiale mondiale dei blader>>
<<Sinceramente pensavamo di non partecipare>> disse il prof. K.
<<Ne siete proprio sicuri?>>
Arrivarono Michele e Louis, i fratelli adottivi di Lola e Jen.
Ray e Max abbassarono lo sguardo. Quei due ragazzi portavano un triste ricordo con loro.
<<Sì>>rispose Takao, mettendosi in posizione per lanciare il bey blade <<non abbiamo alcun motivo per andarci>>
<<Così farete un torto alle ragazze>> si fece avanti Diego, il fratello di Lucia<<sono state loro ad organizzarlo, visto che vi divertite tanto durante i campionati.>>
Silenzio.
<<Io e Louis dobbiamo andare via>> disse Michele.
<<Anch'io>> Jack mormorò qualcosa a Diego poi, salutando i ragazzi, se ne andò. Intanto Ryan era arrivato.
<<Buongiorno ragazzi>> disse calmo.
"Quanto si vede che è suo fratello" pensò Kei osservandolo.
<<Ciao, Kei>>
Il ragazzo, sbuffando, si voltò.
<<Non siamo stati noi a mandarle in India>> continuò Ryan<<è stata una loro scelta>>
<<E comunque, prima o poi se ne sarebbero andate>>
Hitoshi si era avvicinato a Diego e Ryan.
<<Che vuoi dire?>>chiese Takao.
<<Loro avevano un contratto con la BBA>> cominciò il ragazzo<<dal torneo nazionale di Bey Blade fino al terzo campionato del mondo avrebbero dovuto proteggervi, solo in situazioni di vero pericolo>>
<<Ma io pensavo che avessero cominciato a sorvegliarci da prima del torneo>> disse Max.
<<Quella è stata un'iniziativa della B4>> rispose Diego<<sapevano che sareste stati voi i "custodi" dei quattro Bit Power, così hanno mandato le ragazze>>
<<Perché hanno accettato?>>chiese Ray.
<<Quando hanno accettato l'incarico, l'unica cosa che venne detta loro fu che avrebbero dovuto conoscere i custodi, e verificare se erano degni di avere quei Bit Power, per poi proteggerli. Un mese prima di venire in Giappone, vennero a sapere che eravate voi i loro protetti, e presero questo lavoro a cuore>>
<<Troppo a cuore>> continuò Hitoshi<< il contratto sarebbe scaduto alla fine del terzo campionato mondiale. Loro naturalmente, avevano intenzione di rinnovarlo, ma la B4 ha impedito loro di farlo>>
<<Ma perché?>> domando Hilary.
<<A parer loro, le ragazze si sono legate troppo a voi>>
<<Non può essere così grave>>
<<Anche se hanno circa la vostra età, loro fanno questo lavoro come un qualsiasi adulto, se non meglio; e, allo stesso modo, devono rispettare le 50 regole principali dell'inacarico di guardia del corpo. Hanno infranto la regola 49>>
<<E quale sarebbe?>>chiese Kei.
<<Per dirla letteralmente>> Diego si schiarì la voce <<E' severamente vietato legare rapporti stretti con il protetto, in qualunque condizione psicologica si trovi l'angelo. Come punizione devono ritornare delle normalissime ragazze, non che lo fossero mai state>>
<<L'angelo?>> disse Daichi.
<<E' così che da noi chiamano le guardie del corpo>>
<<E... cosa intendono per "condizione psicologica"?>>
<<Questo lo dovete chiedere a loro>> Ryan, Diego e Hitoshi si voltarono<<Ci vediamo alla festa domenica>>
Se ne andarono.
<<Forse dovremmo andarci>> Max abbassò lo sguardo<< dopo tutto, non è colpa loro>>
<<Ma le ragazze non avrebbero dato retta alla B4>> disse Takao.
<<Forse avrebbero perso qualcosa di molto importante per loro>> ipotizzò Ray.
<<Ma certo>> mormorò Hilary.
<<Beh, si sa che quelli della B4 sono bravissimi a ricattare>> aggiunse il prof. K.
<<Ho capito>> disse Hilary ad alta voce <<condizione psicologica...>>
<<Hai capito cosa vuol dire?>>
Lei fece cenno di sì col capo.
<<Allora?>>
<<L'ha già detto Ryan>> sorrise << dovete chiederlo a loro>>

<<Allora, Bea?>>
<<E' tutto pronto, Diego>>
<<Perfetto, puoi andare>>
La ragazza si allontanò.

Arrivò domenica. Alle dieci precise, in una grande sala che faceva parte di un edificio in periferia, tutte le squadre di blader conosciute al livello mondiale e non, erano presenti: All Starz, White Tigers, F Sangre, European Dream, Barthez Squadra, la squadra di Kane, di Mister X, la Neoborg, Brookleen, Mistel e gli altri, Zeo, Yuya e, naturalmente, i Bladebrakers Revolution.
I ragazzi parlavano tranquillamente, ma si sentiva che mancava qualcosa, o per meglio dire, qualcuno.
I fratelli, adottivi e non, delle ragazze chiaccheravano vicino a delle sedie vuote, quattro per l'esattezza.
Ad un tratto la porta si spalancò.
Bea si avvicinò ad essa, mentre una ragazza con i capelli color carota a caschetto entrava trascinandosi una borsa dietro.
<<Accidenti agli aerei, ho la schiena a pezzi>>
<<Jen>> disse Mistel.
A lei seguì una ragazza bionda con i capelli raccolti in una coda lenta.
<<Achiuuu! Quella dannata aria condizionata! Mi sono raffreddata>>
<<Lola>>notò Michael.
Dietro di lei, una rossa, capelli lisci fino alle spalle e una minigonna fino a un palmo sotto il sedere, il che dice tutto.
<<La prossima volta ci vengo a nuoto in Giappone. Scommetto che si mangia meglio in mare, piuttosto che su un aereo>>
<<Lucia!>> esclamò Daichi.
Infine, chiudendo la porta dietro di sé, una ragazza mora, riccia, con due occhi verdi e profondi, camminò fino alle sedie vuote, dove la aspettavano le altre.
<<Io non mi muoverò più di qui per molto tempo>>
Si sedettero.
"Liv" pensò Kei.
Le ragazze si guardarono attorno: avevano tutti gli occhi puntati su di loro.
<<Ok, abbiamo fatto la nostra porca figura>> disse Liv.
<<Ora ci dovete portare a pranzo>> Lucia si rivolse ai loro fratelli.
<<Cosa? Scommetto che avete mangiato tutto quello che vi è capitato a tiro: volete pure che vi portiamo a pranzo?>> disse Diego.
<<Tu non ti rendi conto! Ti danno il cibo di gomma! La crostata sembrava di plastica. Voglio mangiare qualcosa di decente>> esclamò Lucia.
<<E và bene. Vada per il pranzo!>>
<<Che entusiasmo!>> disse Ryan sarcastico.
Tra i blader, le ragazze cominciavano ad avvicinarsi.
Intanto Liv tirò fuori un blocco di fogli dalla sua sacca.
<<Frena, puledro>> disse lanciando l'oggetto a suo fratello <<non voglio più vedere quella roba! Altrimenti ci penso io a farti entusiasmare!>>
<<Messaggio recepito!>>
Lucia si alzò e prese il suo zaino.
<<Che fai?>> gli chiese Lola dopo un altro starnuto.
<<Me ne vado, ecco che faccio! Dopo essere stata sotto le macerie per 5 giorni, mi aspettavo almeno un "ciao". Ma questi sono più tirchi a parole che ad altro.>>
Si diresse verso la porta.
<<Forza, ragazze>> disse Liv <<Dobbiamo sistemare i bagagli!>>
Si alzarono anche loro e se ne andarono.
Quando tutte furono fuori, Diego esclamò:
<<E noi che pensavamo di avervi fatto una bella sorpresa! Sembravate degli zombie. Solo le ragazze si sono fatte avanti>>
<<Eh, forse è vero che è il sesso femminile quello forte>> Michele si passò una mano fra i capelli.
<<Poverine! Sembravano così felici di ritornare in Giappone. In fondo non volevano andare in Spagna>> disse Bea tristemente.
Tutti abbassarono lo sguardo.
Zeo si avvicinò a Bea.
<< Dai, non ti preoccupare. Ti và di fare due passi?>>
Bea arrossì leggermente. Zeo gli era sempre piaciuto, e le ragazze lo sapevano: per questo le avevano insegnato a controllare le proprie emozioni. Prima era impacciata. La prima volta che l'aveva visto non era riuscita a spiccicar parola. Ma adesso... adesso erano diventati grandi amici. La cosa un po' la preoccupava. Ma Lucia e Liv le avevano detto <<Non farti problemi: la vecchia regola 'se sei amico di una donna non riuscirai mai a combinare niente e viceversa, vale solo per noi, sfigate che siamo>>. Le dispiaceva per loro, ma con quella frase l'avevano rassicurata.
<<Va' bene>> rispose lei.
Uscirono dalla sala. E in quel momento sicuramente tutte le ragazze pensavano "Che carini!!!".
<<Forse dovremmo raggiungerle e chiedere loro scusa>> disse Takao.
<<Ci sei arrivato da solo?>>esclamò Hilary con ironia.
<<Spiritosa!>>
<<Ok, allora andiamo>> Ray si diresse verso la porta.
I Bladebrakers Revolution al completo uscirono.
Lo spettacolo che si trovarono di fronte li lasciò di stucco: Liv, Lucia, Lola e Jen, appoggiate a una Jeep, che fumavano.
Per qualche secondo, silenzio. Poi...
<<Ci siete cascati!>> Lucia scoppiò a ridere e, insieme alle altre, buttò la sigaretta per terra.
<<Ma... voi stavate fumando!>>
<<Sì, ma fumiamo per lavoro>>
<<Abbiamo imparato durante il corso alla B4>> precisò Jen.
<<Non sono scherzi da fare: il fumo uccide>> protestò Max.
<<Accidenti, sembri quasi quello della pubblicità>> Lola starnutì di nuovo<< secondo voi siamo così stupide? Siamo finite in coma, quasi spazzate via da un maremoto, e ora cerchiamo di ammazzarci fumando?>>
<<E comunque, se mi volessi suicidare lo farei con più stile: tipo buttarmi da una scogliera>> Lucia schiacciò la sigaretta ancora fumante sull'asfalto.
<<Quello è troppo banale, lo fanno quasi tutti>> ribatté Liv.
<<Sì, forse hai ragione>>
<<MA CHE DIAVOLO DITE! AVETE RISCHIATO DUE VOLTE DI MORIRE E ORA PARLATE DI SUICIDIO!?>>
Takao era rimasto senza fiato per quanto aveva urlato.
Lucia si avvicinò a lui, gli mise una mano sulla testa e disse:
<<Non scaldarti tanto, stavamo scherzando. Vi assicuriamo che non abbiamo nessuna intenzione di correre altri rischi del genere>> si rivolse agli altri.
Intanto Takao era diventato tutto rosso, e il cuore gli batteva a mille.
"Quant'è carina!" disse osservando Lucia.
<<Ehi>> la rossa lo guardò <<sei tutto rosso: non è che per caso hai la febbre>>
Gli mise la mano sulla fronte. In quel momento il ragazzo credette di scoppiare.
<<Io non l'ho toccato!>> disse Lola.
<<Certo che no>>Lucia ritornò dalle altre <<è inverno: chiunque può ammalarsi>>
<<Abbiamo passato tre anni a dir poco stressanti!>> Jen si massaggiò la schiena.
<<Che volete dire?>>
<<Che più che guardie del corpo vi abbiamo fatto da mamme>>
<<Perché, c'è differenza?>> domandò Hilary.
<<Se avessimo fatto il semplice lavoro di Bodyguard e basta, sarebbe stato tutto più facile>>
<<In poche parole>> terminò Liv <<siete dei ragazzi difficili>> dissero all'unisono.
Improvvisamente, qualcosa alle spalle dei ragazzi catturò l'attenzione delle ragazze.
<<Oddio, che carini!>> esclamò Lola.
<<Troppo!>> confermò Jen.
<<Beati loro>> continuò Lucia.
I ragazzi si girarono. Zeo e Bea passeggiavano a poca distanza da lì.
<<Ehi, ma quello è...>> Takao stava per correre verso la coppia quando...
<<Resta fermo dove sei!>> lo ammonì Lucia.
<<Perché?>>
<<Non vedi che sono da soli?>> Lola si spostò per vederli meglio.
<<E' da due anni che gli và dietro: spero che riescano a combinare qualcosa...>>
<<Combinare cosa?>>
<<Ma mamma mia l'ignoranza che c'è in giro!>>
<<Le ragazze vogliono dire che sperano che Zeo e Bea si mettano assieme!>> spiegò Hilary.
<<E' inutile che glielo spieghi: non lo capiscono>> affermò Lucia.
<<Giusto: allora, come è andata in aereo?>>
<<A me l'hanno chiesto in due>> rispose Jen.
<<Anche a me>> disse Liv.
<<Così pochi?>> chiese Hilary
<<Non pensare bene: altri cinque in aereoporto>>
<<A me quattro>> Lola starnutì.
<<Io cinque>> disse con indifferenza Lucia.
<<E come ve l'hanno chiesto?>> Hilary era entusiasta della conversazione. Al contrario, i ragazzi di quel discorso non capivano assolutamente niente.
<<Oh, la solita frase che ormai sentiamo da un sacco di anni: stai con me, farò di tutto per renderti felice!>>
<<Ma di che state parlando?>> chiese Daichi.
<<Dei ragazzi che ci hanno chiesto di metterci con loro>>
<<Cosaaaa?>>
<<Calmi: ovviamente noi rifiutiamo tutte le proposte!>>
Ciò non li rassicurò: se erano così corteggiate, che possibilità avevano loro?
Sarebbe forse cambiato qualcosa se avessero saputo che quel sentimento era reciproco?

<<Che bel panorama!>> Bea si fermò e Zeo la raggiunse.
<<Sì, è proprio bello>> " ma niente e nessuno può essere più bello di te" pensò il ragazzo.
Era sempre stato molto disinvolto con lei, ma gli piaceva da morire, e faticava a nasconderlo. Non ce la faceva più a reprimere i suoi sentimenti, così prese una decisione...
<<Bea, potrei chiederti una cosa?>>
<<Sì, certo, che c'è?>>
<<Beh, ecco, io...>> ora che era il momento, non riusciva a dir niente. Diventò tutto rosso.
<<Sei sicuro di sentirti bene?>>
Il ragazzo dentro di sé rise: Bea si preoccupava sempre di tutto e di tutti, era sempre così disponibile. Anche per questo le piaceva così tanto! Strinse i pugni. Si rilassò. Doveva stare calmo.
<<Forse questo non è il momento più adatto, o forse sì... ma, insomma, Bea...>>
<<Sì?>>
<<Vorresti uscire con me?>>
L'aveva detto. Glielo aveva chiesto. E adesso? Si aspettava qualcosa tipo in questo periodo non me la sento oppure non credo di poter uscire, o ancora peggio mi dispiace, ma sono interessata ad un altro ragazzo, invece...
<<Vo..volentieri>>
<<Cosa hai detto?>>
<<Ho detto che uscirei volentieri con te>>
<<Accidenti... allora, quando sei libera?>>
<<Sicuramente martedì e mercoledì, gli altri giorni devo vedere...>>
<<Anch'io sono libero dopodomani. Potremo vederci alla stazione...>>
<<Magari alle sei>>
<<Và bene, allora ci vediamo martedì pomeriggio!>>
<<Sì, ciao>> Bea corse via. Il cuore le batteva all'impazzata. L'aveva invitata ad uscire! Andò subito dalle ragazze.

<<Eccola!>> Lucia guardò Bea avvicinarsi.
<<Ehi!>> la nuova arrivata era praticamente senza fiato.
<<Allora? Che ti ha detto?>>
<<Cos'è successo?>>
<<Calme, calme>> Bea riprese fiato <<allora ci siamo trovati a est della villa e...>>
<<E?>> insisté Lucia.
<<E... me l'ha chiesto!>>
Le ragazze urlarono dalla gioia e abbracciarono una dopo l'altra la ragazza. Ancora una volta Takao e gli altri non ci capivano niente, e Hilary fu così buona da tradurre:
<<Praticamente Zeo le ha chiesto di uscire>>
<<Visto che ce l'hai fatta!>> disse Liv.
<<Ma il merito è anche vostro! Mi avete aiutato tantissimo in questa storia!>>
<<Sentito, ragazze?>> Lucia rise <<Liv, credo proprio che ci convenga aprire un'agenzia matrimoniale, visto che siamo così brave a far "accoppiare" le persone!>>
<<Io, invece, credo di no, perché tutte quelle che fanno cose del genere sono delle sfigate che non riescono a trovare un ragazzo decente>>
<<Non ha tutti i torti>> Jen diede ragione all'amica.
<<Ma non avete appena detto che un sacco di ragazzi vi vengono dietro?>> Ray era al quanto confuso.
<<Adesso>> continuò Lucia <<ma, quando saremo adulte, non ci sarà più nessuno a farci la corte; troveranno altre ragazze e noi rimarremo single per il resto dei nostri giorni>>
<<Adesso esageri>> disse Hilary << come si dice: l'ottimismo è il profumo della vita!>>
<<Allora dovresti comprarne dieci boccette per ognuna di noi, Bea esclusa, ovviamente!>>
Risata generale. Ma , ad un certo punto, le ragazze smisero di ridere. Di conseguenza, anche i Bladebrakers Revolution si zittirono.
<<Vi dobbiamo chiedere una cosa>> disse Lucia con un'espressione seria.
<<Non dirglielo così, altrimenti pensano male>> Liv accennò un sorriso.
<<Che c'è?>>
<<Vi andrebbe di venire al Caffé con noi oggi pomeriggio?>> chiese Lucia.
I ragazzi pensarono "al Caffé?".
Era un locale in periferia poco frequentato. Liv e le altre erano solite andarci per togliersi dai piedi i giornalisti e i paparazzi. Ma la cosa che li lasciò di stucco fu un'altra: non avevano mai invitato nessuno ad andarci con loro. Erano solite dire: <<Provate a venire e vi tranciamo!>>. Ed invece ora...
<<Tra poco i giornalisti torneranno all'attacco>> disse Lola.
<<Già è tanto che siamo riuscite a uscire dall'aereoporto senza essere riconosciute>> continuò Jen.
<<Voglio ben vedere chi ci riconoscerebbe coi capelli raccolti, i berretti e gli occhiali da sole>> rispose Liv.
<<Loro sì>> Lucia indicò i ragazzi <<ci hanno visto un sacco di volte conciate così durante il servizio>>
Intanto i ragazzi si guardavano fra di loro.
<<Allora>> dissero alla fine<< ci venite?>>
<<Va' bene>>
<<Accidenti, sembra che ci state facendo un favore! Ok, ci vediamo alle tre davanti al bar>>
Se ne andarono.
<<Tanto per chiarire>> Hilary assunse nuovamente la forma di traduttrice <<NON è UN APPUNTAMENTO!>>

3.00 p.m.
Takao, Max, Ray, Kei, Daichi, prof. K. e Hilary aspettavano davanti "Al Caffé". Era un locale in stile occidentale. Nessuno di loro ci era mai stato tranne Hilary ( nessuno sapeva perché).
Ad un tratto, delle persone sbucarono dall'angolo a grande velocità e li trascinarono a forza dentro il locale prendendoli per i vestiti.
Da dentro videro un'orda di uomini muniti di block-notes e macchine fotografiche che passarono oltre il locale ad alta velocità.
<<Oddio, c'è mancato davvero poco>>
Le ragazze erano arrivate. Aiutarono gli altri ad alzarsi.
<<Scusate per la poca delicatezza>>
<<Ciao ragazze>> le salutò il barista.
<<Ciao Brian! Abbiamo portato degli amici>> e li presentarono, indicandoli uno per uno.
<<Piacere, ragazzi. Ma, Liv, che ci fate con quegli impermeabili addosso? Fa' caldo qui dentro>>
<<Sì, è vero...>>
Si tolsero le giacche a vento, e sotto...
I Bladebrakers rimasero a bocca aperta.
Jen indossava un vestito di pelle sintetica nero, fino poco sopra le ginocchia. Le spalline sottili si incrociavano sulla schiena, degli scaldamuscoli bianchi le coprivano le braccia, e gli stivali, anch'essi di pelle sintetica nera, le arrivavano a metà polpaccio.
Lola vestiva dei pantaloncini neri corti, una camicetta bianca smanicata con un cravattino nero. Le calze a righe orizzontali bianche e nere le coprivano le gambe. Anche lei portava stivaletti alla caviglia neri, e alle mani guanti bianchi senza dita.
Lucia portava un top a fascia bianco, pantaloni a 3/4 neri con le bretelle che le s'incrociavano dietro. I suoi stivali neri, con tacchi a spillo, le arrivavano fino a sotto le ginocchia.
Infine, Liv si presentava con una gonna a pieghe nera, una camicetta bianca a maniche lunghe con sopra un bustino nero rigido. Gli stivali erano molto simili a quelli di Lucia.
<<Che c'è?>> chiesero.
<<State molto bene così>> si complimentò il barista.
<<Grazie, Brian. Dopo abbiamo un concerto di beneficenza e una festa in bianco e nero>>
<<Ehi, ragazze!>> un ragazzo passò lì vicino portando delle bibite <<fate un giro intorno al palo>>
<<Scordatelo, Kim!>>
<<Che vi porto?>>
<<Per noi quattro cioccolate calde con panna e quattro Strudel. Voi che prendete?>> si rivolsero ai ragazzi, che sembravano ancora sotto shock. Fortunatamente si ripresero, ma parevano aver perso l'uso della parola.
<<Quello che prendete voi và bene>> disse Hilary.
<<Sentito, Kim?>> chiese Lucia.
<<Torno subito>>
Infatti, dopo pochi minuti, tornò con due vassoi pieni.
<<Ecco a voi>> cominciò a servire <<allora, Lucia, quando ti decidi ad uscire con me?>>
<<Quando vedrò che sarai diventato un po' meno superficiale>>
<<La solita storia>> andò a prendere altre ordinazioni.
<<Perché gli hai detto così?>> chiese Takao.
<<Quando uno ti chiede di uscire con tanta sicurezza, vuol dire che gli interessa solo il tuo corpo>>
<<Perché?>>
<<Se un ragazzo è interessato veramente ad una ragazza, prova almeno un po' d'imbarazzo nel chiederle d'uscire>> disse Lola.
<<Prendete Zeo oggi: sicuramente è diventato rosso come un peperone mentre faceva la richiesta>>prese come esempio Liv.
<<Avete un'aria così sognante quando parlate di queste cose>> Hilary appoggiò il mento sulle mani << si capisce che vedete l'ora che accada anche a voi!>>
Liv, Lucia, Lola e Jen sorrisero, arrossendo leggermente.
<<Ora che ci penso: che vuol dire "condizione psicologica"?>> domandò Daichi.
<<Chi è che vi ha detto la regola num. 49?>> chiese Lola.
<<Diego!>>
<<Non si sta mai zitto quello>> disse Lucia.
<<Hilary non vi ha detto niente?>> continuò Liv.
Tutti scossero il capo.
<<Vuol dire che, anche se fossimo state innamorate di voi, non ci saremmo dovute avvicinare più di tanto>> spiegò lei.
<<Ma sei impazzita?>> disse Lucia.
<<Perché l'hai detto?>>
<<Ho risposto alla loro domanda: ciò non vuol dire che adesso ci piacciono!>>
<<Ragazze, i documenti che mi avevate lasciato>>
<<Grazie Brian>> disse Liv prendendo le cartelline che il barista le porgeva << dunque... Ray...Max...Takao... e questo è di Kei>> disse distribuendo le cartelline alle ragazze e tenendosene una.
<<E quella?>> Jen indicò un'ultima cartellina.
<<E' il documento ufficiale>>
<<Che...che cosa sono?>> chiese Max.
<<Dei fogli di carta, non si vede?>> disse Lola.
<<Dobbiamo firmare per l'archivio dei vostri dati personali>> Lucia appoggiò la cartellina << e per rinunciare definitivamente alla carica di angeli>>
I ragazzi spalancarono gli occhi.
<<Dovete firmare anche voi>>
Takao e gli altri esitarono.
<<Sentite, non sò se vi piace farci sfacchinare o se vi siete affezionati>> Lucia incrociò le braccia << ma sono certa che se non mettete il vostro nome sul quel dannato pezzo di carta, ci tocca tornare alla B4>>
<<E, di conseguenza, lasciare il Giappone fino ai nostri 30 anni>> terminò Liv.
I bladebrakers s'intristirono. Così non le avrebbero più riviste!
<<Allora, firmate?>>
Si decisero a firmare.
Il documento lo prese Jen.
<<Odio fare queste cose>> disse prendendo la penna.
<<Beh, almeno stavolta no vogliono le impronte digitali>> osservò Lola.
<<Sì, è tutto fuorché piacevole>> Lucia passò il tutto a Liv.
Dopo aver posto la propria firma sul documento, il suo commento fu questo:
<<Oggi cala il sipario>>

<<Questo è il giorno...>>
<<...in cui diventiamo ragazze normali>>
Le ragazze si stavano preparando in camerino. Lucia, mettendosi il mascara, guardava con rassegnazione la sua immagine riflessa nello specchio.
<<Tutti ci ripetono che siamo bellissime, ma io non mi ci sento>>
<<La verità è che non siamo mai cresciute>> Liv si stava sfumando l'ombretto <<per quanto possiamo essere mature per questioni tipo il lavoro, non lo siamo abbastanza per l'amore. E poi, quale adolescente si sente veramente bella se non è il ragazzo che ama a dirglielo?>>
<<Forse tu>> Lola si spazzolava i capelli <<ogni volta che dobbiamo apparire in pubblico non per lavoro, noi stiamo sempre a fare ritocchi su ritocchi, mentre per te basta un vestito adatto all'occasione, poco trucco, i capelli sciolti e un sorriso>>
<<Neanche io ho accettato del tutto me stessa, ma ho capito che fare certe cose è del tutto superfluo. Tu, Lola, non hai bisogno di spazzolarti i capelli: sono già tanto lisci così>> Liv sorrise all'amica a cui si era appena rivolta <<Jen non ha bisogno di tirare giù in continuazione ogni gonna che si ritrova a indossare, perché tanto sotto indossa sempre delle culotte, e può fare qualsiasi tipo di movimento>>
Jen sorrise.
<<E Lucia...>> Liv si avvicinò all'amica, poi prese il latte detergente e la struccò completamente <<tu non hai bisogno di un trucco così pesante>>
Lucia vide solo che lei aveva preso la matita nera e il mascara, poi si voltò verso lo specchio. E così la rossa constatò che le aveva semplicemente messo la matita sulla palpebra inferiore e un po' di mascara. L'effetto era più stupefaciente di quello che davano ombretti sfumati su ombretti, matite colorate o altro.
<<Sò che pensi che i tuoi occhi così vivaci metterebbero in risalto la bambina che ancora vive in te, ma vedi, con così poco lo sguardo è più intenso, e così puoi essere la bambina che sei e la donna che sarai>> Liv guardò intensamente le sue amiche attraverso lo specchio <<tutte rimangono bambine, finché non trovano l'anima gemella. Voi l'avete già trovata, ma ora tocca a loro trovare voi. Ok?>>
Annuirono.
<<Però>> disse Jen <<peccato che Ray sia mio cugino, eh? Altrimenti, i bladebrakers del primo campionato mondiale con le loro guardie del corpo: che bella storia>>
<<Sì, ma tu già ti sei sistemata con Mistel, no?>>
<<Ah, grazie Lola, sei una vera amica>> Jen era arrossita.
<<Tanto lo sanno tutti che ti viene dietro come un cagnolino>> Lucia guardava sorridendo l'amica.
<<Perché, Takao non è arrossito quando l'hai toccato?>>ribatté Jen.
<<Ma che arrossito, stava finendo arrostito, poverino>> disse Lucia, facendo la faccia da falsa indifesa pronunciando l'ultima parola.
Risero.
Bea entrò allaciandosi la cintura nera con strass.
<<Ragazze, è quasi ora di cominciare, smettetela di ridere>>
La ragazza appena entrata indossava semplicemente un pantalone nero di stoffa, stivali neri e una camicetta a collo alto bianca.
I capelli sciolti le cadevano sulle spalle.
<<Ohoh, guardate un po' la nostra Beatriz, com'è elegante. Chissà per chi?...>> Lucia la guardò maliziosamente.
<<Dai, Lucia, lo sai che mi da fastidio essere chiamata col mio nome completo>>
<<Eh, sì, ormai la nostra Bea è nel nostro cerchio>> Liv si avviò <<andiamo?>>
Le altre si guardarono.
<<Ma sì, va, facciamo calare il sipario>>
Salirono sul palco, prendendo i microfoni, e si posizionarono. Da lassù vedevano i bladebrakers, Zeo e Mistel.
La musica iniziò e ognuno al proprio turno avvicinò l'apparecchio che teneva in mano e cantava.
I brani noti in tutto il mondo risuonarono in quel luogo, che raccontavano la storia dell'amore che legava le ragazze ai loro protetti e non: One love; Sorry, seems to be the hardest word; U make me wanna; Guilty; Signed, sealed, delivered, I'm yours; Breath easy. Dopo le note "On my knees" e "Lady marmelade", deposero i microfoni, prendendo quelli da mettersi come cuffie, e ballarano e cantarono una sexissima "Bubblin'", a cui parteciparono tutti i ragazzi e Bea.
Con esso ottennero una standing ovetion, e le facce sbigottite dei "loro ragazzi".
Poi, per ultima, cantarono la canzone che più si addiceva a quel momento.
All'inizio sembravano esitare, ma Liv le trascinò, e si convisero. Infatti, dopo il pezzo di Liv, Lucia continuò convinta:
<<...Together we faced the cold outside, no one can say we didn't try, and I will never give you up or let you go oh no, together we faced our final fears, remember the moments that we shared, that's why I'll never give you up or let you go... We'll be ready when the courtain might fall, feel my heart beatig when the crowd calls, I gotta read between the lines, cuz I'm living out the script of my life, cuz we all got a part we must play, and I've done it but I've done it my way, I gotta read between the lines, ohoh (ohoh), in the script of my life...>>
Avevano un'aria spaventosamente sincera. Stava accadendo davvero. Li avrebbero abbandonati al loro destino, o forse no? La canzone continuò, finché non si arrivò all'ultimo ritornello:
<<We'll be ready when the courtain might fall...>>
Kei aveva gli occhi spalancati. Aveva rimandato troppo, e alla fine non ce l'aveva fatta. Non le avrebbe mai confessato quello che provava. L'avrebbe persa per sempre.
<<...I gotta read between the lines, ohoh(ohoh), in the script of my life>>
Inchino, sorriso, e scesero dal palco.
<<Dai, ragazze, è ora della festa in bianco e nero>> Ryan aiutò Liv ad infilarsi il cappotto.
<<A noi non va di andare alla festa, ragazzi>> gli rispose la ragazza, mentre le altre annuivano.
<<Ma è una cosa importante, ci van...>> Diego fu zittito dalla sorella.
<<Ci vanno tutti, lo sappiamo>>
<<Non vogliamo deludere nessuno, ma cercate di capire>> Liv si passò una mano fra i boccoli <<questa mattina il viaggio, un'accoglienza da Polo Nord, i giornalisti. Se non era per la merenda al Caffé e il concerto, sarebbe stata una giornata da dimenticare>>
Ryan e Diego abbraciarono le proprie sorelle.
<<Ma sì, prendetevi una serata libera>>
<<Grazie>>
Le ragazze si allontanarono sorridendo. Sapevano esattamente dove andare.

Takao, Kei, Max, Ray, Daichi con il prof. K e Hilary avevano cercato dappertutto le ragazze. Neanche l'ombra.
<<Beh, tanto vale tornare a casa>> disse rassegnato Takao.
Gli altri parvero d'accordo, infatti si avviarono verso la casa dell'amico. Avevano certe facce, poverini!
<<Ciao, nonno Jei, sono tornato>> nessuno rispose a Takao.
Lo cercarono: nelle camere, in bagno, nella sala, in cucina, in giardino...Ma dov'era finito?
<<Beh, non può essere che in palestra>> disse alla fine Max.
<<Ah, accidenti a lui, con il mal di schiena che ha si ostina a volersi allenare>> Takao era pronto per una bella ramanzina a suo nonno. Ma fece appena intempo ad aprire la porta, che dovette socchiuderla.
<<Grazie ragazze, siete veramente gentili con questo povero vecchio>> nonno Jei prendeva ora dalle mani di Lucia una tazza piena di té.
<<Altro che povero vecchio, lei ha l'energia di un ventenne, è solo molto più maturo>> le rispose la ragazza.
<<Troppo buona. Ma ora veramente ci lasciate?>>
<<Sì, purtroppo sì. Non che ci faccia piacere>> Liv sorseggiò il suo té.
<<Peccato, avete fatto tanto bene ai ragazzi>> nonno Jei si rivolse a Lucia<<Takao è maturato tanto in questi tre anni, e non è tutto merito delle avventure che ha vissuto, è anche merito tuo>>
<<No, non è vero>> la ragazza riempì una tazza, per poi passarla a Lola <<sono ancora una bambina io, come avrei potuto far maturare Takao?>>
<<Comunque, spero che questo lavoro non vi abbia esaurito>>
<<Beh, è più facile batterli i bladebrakers che stare dietro a loro>> Lola prese un biscotto.
<<Allora perché non l'avete fatto, magari serviva loro da lezione>> nonno Jei sorrideva entusiasta della conversazione.
<<Eh, certo, e dopo a chi toccava consolarli, a noi! Non siamo le loro mamme>>
<<Come se alcuni di loro non fossero dei mammoni>> disse Jen ridendo.
<<Chi sarebbero i mam...>> i ragazzi irruppero, ma siccome spingevano, caddero tutti in avanti.
Le ragazze rimasero immobili, stupite come non mai.
Al contrario, nonno Jei si alzò con espressione severa e serrò le dita intorno all'orecchio di Takao.
<<Ma che cosa stavi facendo? Pensavo di avertelo detto un paio di volte che non si origlia. Maleducato!>>
Intanto Lucia si era coperta la bocca con una mano.
<<Smettila, nonno, ho 15 anni, non sono più un bambino>>
A quel punto, Lucia scoppiò a ridere, trascinando le altre.
<<Che c'è?>> chiesero nonno Jei e Takao.
<<No, niente>> la rossa riusciva a stento a parlare <<ma a me capitava esattamente la stessa cosa con mio nonno>>
Takao fissava con sguardo perso Lucia, arrosendo. Era così carina quando rideva.
La ragazza si calmò.
<<Beh, ora mi toccherà tornare dal vecchiaccio>> disse con espressione serena.
<<Co-come sarebbe a dire? Ma tuo nonno non abita in Spagna?>> chiese Takao.
<<Appunto>> rispose Lucia.
<<Dobbiamo tornare in Spagna>> disse Liv con tono serio.
I ragazzi si bloccarono. A malincuore avevano accettato l'idea che loro non erano più le loro guardie del corpo, ma il colpo di perderle davvero, di non vederle più...Era troppo!
<<Beh, dobbiamo andare>> Lola si alzò, seguita dall'altre.
<<Arrivederci, nonno Jei>> dissero una dopo l'altra.
Liv si fermò sulla porta.
<<Ci dispiace>>
E anche lei se ne andò.

<<Così partiranno sabato prossimo>>
Nonno Jei aveva spiegato ai ragazzi tutto.
<<Ma proprio la mattina di Natale...>>
<<Beh, non c'era posto, altrimenti avrebbero dovuto fare il viaggio da hostess>> nonno Jei si alzò <<vado a mettere a posto la cucina>>
Vi fu qualche attimo di silenzio.
<<Perché non ce l'hanno detto?>> chiese Takao a testa bassa.
<<Non è facile neanche per loro; probabilmente non se la sentivano>> rispose Ray.
Ancora silenzio.
<<Non posso crederci che dopo tutto questo tempo insieme, loro se ne vanno>> disse Max.
<<Oh, accidenti ragazzi, sembra che siano morte veramente! Guardate che esistono il telefono, i francobolli, internet...vi comportate come se fossero le vostre ragazze!>> esclamò Hilary.
Takao, Max e, stranamente, Kei arrossirono.
Hilary nascose un sorriso: sapeva che ciò che aveva appena detto era quello che i ragazzi avrebbero voluto fosse vero.
<<E comunque, ormai si sono affezionate troppo. Probabilmente torneranno per farvi da baby-sitter>>
Hilary guardò l'orologio.
<<Accidenti, devo scappare>> Hilary posò di nuovo lo sguardo sui volti afflitti degli amici <<volete un consiglio?>>
La guardarono: era chiaramente un sì.
<<Avete 5 giorni: non sprecateli. Parlate con loro, invitatele a pranzo...mi raccomando, in gruppo... e per finire, magari la vigilia di Natale tutti insieme. Ciao!>>
Hilary si dileguò.
<<Secondo me dovreste seguire il suo consiglio>> disse Ray.
<<Tu non c'entri niente?>> ribatté Takao.
<<Jen è solo mia cugina, quindi non mi spaventa l'idea di non vederla per un po', ma voi...>>
<<Aspetta, aspetta, da quando Jen è tua cugina?>> Max parve confuso.
<<Da sempre! Non ve l'ho mai detto?>>
<<No!>>
<<Ah..>>
<<Perciò..tu non hai nessuna pena d'amore...>> ipotizzò il prof. K.
<<No>>
<<Ah no?>> Daichi lo guardò ridendo <<quindi Eiko non ti piace più!>>
Ray arrossì.
<<Chi è questa Eiko, Ray?>> Takao si avvicinò.
<<E-è una ragazza che conosco!>>
<<Sì, come no! E' stato amore a prima vista, ve lo dico io>> Daichi gonfiò il petto.
<<Ma tu come fai a saperlo?>> chiese Max.
<<Liv e Lucia>> il piccoletto si batté il pugno sul petto <<loro a me dicono sempre tutto>>
<<Sì, Lucia ti tratta sempre come un orsacchiotto di peluche>> disse il prof K.
"Beato lui" pensò Takao tra l'imbronciato e il sognante.

<<Ecco, mettiti questa>>
<<E anche questa>>
<<E adesso prendi quel paio là>>
Bea si guardò allo specchio.
Portava una gonna di jeans a pieghe con una catenina sul fianco sinistro, una maglietta a maniche lunghe con la scolatura a barchetta violetto e le converse di jeans ai piedi. Calze autoreggenti a righe orizzontali con vari gradi di viola le coprivano le gambe.
<<Sei uno splendore>> le disse Lucia sorridendo.
<<Grazie. Che dite: i capelli li lascio sciolti o li lego?>>
<<Lasciali sciolti: fanno più colpo>> Liv giocherellava con i suoi boccoli.
<<Come fai a dirlo?>> disse Lucia.
<<E' provato scientificamente Lucia>>
<<Seh. Vieni, ti metto un po' di azzurro sugli occhi>>
Le ragazze guardarono la loro opera. Non l'avevano mai vista così bella. Ma non era solo il vestito e il trucco: la felicità rende sempre stupende.
<<Grazie tante ragazze>> Bea abbracciò tutte e due.
Loro sorrisero.
Il suono del campanello pose fine all'interessamento di Bea su come si era "conciata", e portò il puro terrore.
<<Oddio, è arrivato>>
<<E allora, va ad aprire, no?>> Lola si stava mettendo gli orecchini.
Era stata invitata in un locale, ma gli seccava tanto andarci da sola.
<<Ti prego, vieni con me!>> la supplicò Bea.
<<Ok, tanto sono pronta>>

<<Grazie di avermi accompagnato, Max>>
<<Ma di che, lo faccio con piacere>>
Sì, certo. La verità era che sperava di incontrare Lola. ma lui ha sempre avuto una fortuna sfacciata!
<<Com'è che oggi sei tutto in tiro?>> chiese Zeo.
<<Oh, ho avuto un pranzo con dei pezzi grossi, amici di mia madre>>

<<E dai, apri questa maledetta porta!>>
<<Va bene, Lola!>>
Bea aprì la porta.
Zeo rimase a bocca aperta. Era davvero stupenda!
<<Ciao Zeo>>
<<Ciao Bea>>
La ragazza si decise: infilò il braccio sotto quello di Zeo.
<<Andiamo?>>
<<Sì, andiamo>>
I due ragazzi si allontanarono.
<<Beh, non pensavo di trovarti qui!>> Lola si avvicinò a Max.
<<Nench'io>> bugia <<che fai stasera? Dovrei parlarti>>
<<Oh, mi dispiace, mi hanno invitato in un locale...però>> Lola pensò un attimo<<potresti venire anche tu!>>
<<No, non sono stato invitato...>>
<<Ah, dai non faranno storie>>

<<Allora, vedi che ti sei divertito?>>
<<Sì, è vero>>
Max e Lola passeggiavano per la strada.
<<Ma Lola, veramente andate via?>>
<<Noi non ci scherziamo su queste cose>>
<<E così mi lasci solo>>
Si fermarono.
<<Child, non posso farti sempre da mamma, e poi ne hai già una>>
Child. Era da tanto tempo che non lo chiamava così. Gli aveva dato quel soprannome perché si comportava sempre da bambino.
<<Ah, avanti, sai che non parlo del tuo lavoro. Io non voglio perderti come amica>>
<<Ma che discorsi fai, certo che resteremo amici>>
<<Davvero?>>
Lola fissò per un attimo Max.
<<Santo cielo, Max, ci conosciamo praticamente da una vita e ancora non ti fidi di me: sì, davvero>>
Intanto erano arrivati davanti alla casa di Lola.
<<Beh, è ora di andare a dormire>> Lola si stava incamminando, quando Max afferrò la sua mano.
Lei si voltò.
<<Mi mancherai tanto, Chicca>>
Chicca era il soprannome che Max aveva dato a Lola fin da quando erano piccoli.
E pensare che alle elementari tutti credevano che erano fidanzati. Li vedevano sempre insieme, e per dispetto qualche volta scrivevano sulla lavagna C+C dentro un cuore: Child+Chicca.
Lola prese coraggio: si aggrappò al collo del ragazzo. Max pensò che lo stesse per baciare. Ma la fortuna di quella sera ormai si era esaurita. Fu solo un abbraccio.
Ma un abbraccio carico di affetto.
<<Mi mancherai anche tu, Child>>
Lola si allontanò, volse un sorriso al ragazzo e entrò in casa.
<<Se non verrai tu, verrò io a cercarti. E' una promessa, Chicca>>

Venerdì mattina. Stava sorgendo il sole. Takao guardava il beyblade roteare intorno a lui, che aveva gli occhi persi nel vuoto.
L'indomani Lucia sarebbe partita, e non l'avrebbe rivista più...
La chiaccherata del giorno prima con Zeo l'aveva rincuorato, ma non ce la faceva.
Vide un'ombra avvicinarsi, avvolta in un cappotto nero e con i capelli al vento gelido.
<<Oh, ciao Takao, non pensavo di trovarti qui>>
<<Nea-neanch'io, Lucia>>
Ad un tratto, un cane randagio passò davanti a loro.
Lucia pose la mano sulla bocca e i suoi occhi si intristirono.
<<Che c'è Lucia?>>

Si erano seduti su una panchina, e Lucia era quasi sul punto di piangere.
<<Ti ricordi di Fuego>> chiese a Takao.
<<Sì, è il tuo cane. Me lo hai fatto vedere quando siamo venuti alla B4>>
Gli occhi di Lucia si riempirono di lacrime.
<<L'hanno investito>>
<<Co-cosa?>> Takao guardò Lucia.
<<Già quando sono uscita dal coma non si trovava in ottima salute. Mi ha telefonato adesso Christian. E' morto un'ora fa'>>
Non ce la fece a sostenere lo sguardo del ragazzo: si coprì il volto con le mani e pianse.
<<Oh mio Dio, Lucia, mi dispiace tanto>>
Non sapeva che fare. Riuscì solo a mettere la propria mano sulla spalla della ragazza.
Passò qualche minuto, poi Lucia si alzò scoprendo gi occhi che ancora lacrimavano.
<<Scusa, non mi voglio sfogare su di te...>>
"Ma che dici" pensò Takao.
<<...è solo che...il cane che mi aveva lasciato mia madre...scusami>>
Chinò di nuovo la testa.
Takao soffriva insieme a lei. Sapeva cosa voleva dire crescere senza una madre. Si alzò e si parò davanti alla ragazza.
Rimase sorpreso: quando si erano conosciuti, lei di altezza lo superava di 5 centimetri. Ora era il contrario.
Posò nuovamente le mani sulle spalle della ragazza. A quel punto, Lucia si fiondò tra le sue braccia, afferrando con le mani il suo cappotto e continuando a piangere.
Per un momento, Takao rimase paralizzato, ma poi...posò dolcemente le braccia sulla schiena della ragazza.
Rimasero così per un po', finché un ragazzo si avvicinò.
A quel punto, Lucia si voltò per guardare in faccia suo fratello.
<<Oh, Lucia>>
La ragazza andò ad abbracciare Diego.
<<Shh, shh, va tutto bene, va tutto bene>> asciugò le lacrime di lei <<forza, andiamo a casa>>
<<Ok, tu va avanti, ti raggiungo>>
Diego si avviò.
Lucia si voltò verso Takao. Sorrise, anche se le lacrime scendevano ancora.
<<Grazie tante, Takao, davvero>>
Anche lui sorrise.
<<E' stato un piacere>>
A quel punto, la ragazza si avvicinò e, dolcemente, gli posò un bacio sulla guancia.
Takao arrossì.
<<Non c'è il vischio. Peccato!>> Lucia si avviò <<ci vediamo stasera>>
Il ragazzo posò la mano dove quell'angelo l'aveva baciato.
<<Grazie, Lucia>>

[continua...]