PROTOCOL #90 - Silent Heaven

Il marmo diveniva polvere, il cielo mutava confuso in nebbia e foschia.

Ogni cosa, nel triste tempio di colonne già semidistrutto, andava dissolvendosi.

La luce che indorava l’intero mondo artificiale ormai in declino, si concentrava al centro del luogo ormai quasi sacro, lasciando che gli unici due esseri rimasti, si scambiassero le ultime, silenziose battute del copione.

Il dramma era giunto al termine, il sipario stava per calare signorilmente, rosso e vellutato, sul palcoscenico impolverato.

Le labbra stanche e pesanti di Smith si schiusero di poco, il capo appoggiato alle ginocchia dell’Arcangelo, che lo sorreggeva con delicatezza.

- Tu lo sapevi...-

- Nulla era già scritto.-

La voce di Lucyfer apparteneva ad un altro piano, quasi troppo alto, quasi troppo radioso per essere scorto e poi rimanere vivi.

- E allora perché... perché tu sapevi esattamente ciò che doveva essere fatto...?-

- Sono state le scelte di ognuno di noi a portarci a dove siamo ora. Il destino è nei tuoi occhi.- le sue iridi ora si erano aperte a contenere l’intero Regno dei Cieli, grandi, melodiose, troppo immense per non morire schiacciati dall’emozione provocata alla loro vista - Io sapevo perché la mia mente era lucida, invece la tua ottenebrata da una miriade di sensazioni e risoluzioni differenti, che si accavallavano nel tuo spirito senza lasciargli tregua. La chiave eri tu, nessun altro. Dovevi arrivare a capire, a battere il tuo più grande avversario. Non Neo, non l’Eroe, ma te stesso.-

Gli occhi grigi di perla dell’uomo si spalancarono e poi si socchiusero, limpidi, privi d’ombre. Finalmente consapevoli.

- Sta cadendo ogni cosa.- fece, rammaricato.

- Lo so.- annuì lei, i corti capelli color del grano aleggiavano leggeri, mossi da un’inesistente brezza tiepida, come i veli candidi della sua veste, come le immense ali, forse frutto di una costante illusione.

Lui tese una mano verso il viso immacolato della donna, invocando il suo nome.

- Lucyfer...-

- Sono qui.-

Le dita s’intrecciarono di nuovo, unendo gli spiriti in un saldo - sereno e disperato - legame.

- Sei qui...-

Lo carezzò lentamente, un massiccio frammento di una delle ultime colonne cadde al suolo, frantumandosi senza produrre il minimo suono.

Ogni cosa precipitava e diveniva nivea come neve, splendente come nulla.

- Lucyfer... ora dove...?-

La frase non ebbe termine, solo un gesto da parte della donna, che poggiò il proprio indice sulle labbra dell’eterno compagno.

- Sst. Siamo liberi.-

 

>Ringraziamenti<