MATTEO CARELLA
ORLANDINA
LEGA A
GL PRESS
WBC 2001
Nacque a Dovia di Predappio (Forlì) il 29 luglio del 1883. Figlio di Alessandro, fabbro ferraio, e di Rosa Maltoni, maestra elementare, visse un'infanzia modesta. Studiò nel collegio salesiano di Faenza (1892-93) e poi nel collegio Carducci di Forlimpopoli, conseguendo nel 1901 il diploma di maestro elementare. Quello stesso anno, in dicembre, viene assunto quale "supplente" nella scuola elementare di Pieve di Siliceto. Iscrittosi al Partito Socialista Italiano sin dal 1900, mostrò subito un acceso interesse per la politica attiva stimolato tra l'altro dall'esempio del padre, esponente di un certo rilievo del socialismo anarcoide e anticlericale di Romagna. Emigrato in Svizzera (1902) per sottrarsi al servizio militare, entrò in rapporto con Serrati, A. Balabanov e altri rivoluzionari, ponendo contemporaneamente le basi della propria cultura politica, in cui si mescolavanogli influssi di Marx, Proudhon e Blanqui insieme a quelli di Nietzsche e Pareto. Ripetutamente espulso da un cantone all'altro per il suo attivismo anticlericale e antimilitarista, rientrò in Italia nel 1904 approfittando di un'amnistia che gli permise di sottrarsi alla pena prevista per la renitenza alla leva e compì il servizio militare nel reggimento bersaglieri di stanza a Verona. Ottenuta una supplenza a Caneva di Tolmezzo, il 17 febbraio del 1907 venne posto in congedo dai suoi superiori, dopo una sua anticlericale e rivoluzionaria commemorazione di Giordano Bruno. La Polizia lo schedò come "sovversivo" e "pericoloso anarchico".

Le gesta criminali della banda della Uno Bianca non sono mai state volte principalmente ad arraffare un bottino. Lo dimostrano le cifre raccolte dal Servizio centrale operativo della polizia di Stato.

7. Tanti gli anni di attività malavitosa della banda.

103. Le azioni criminali.

2.164.482.219. L'ammontare complessivo della refurtiva. Dividendo azione per azione, colpo per colpo fa una media di poco più di venti milioni - 23.526.980 lire per l'esattezza. Alcune rapine non hanno addirittura fruttato nulla. Una cifra irrisoria soprattutto se confrontata con il numero dei morti.

24. Le vittime. Sei i carabinieri uccisi. I tre fratelli Savi - Roberto, Fabio, Alberto - non hanno risparmiato comunque guardie di finanza, pensionati, extracomunitari e nomadi. A questi si aggiungono coloro che sono capitati nel posto sbagliato al momento sbagliato.

102. I feriti.