Neve ad est……

 

Sabato sei marzo duemilaquattro. A Ballabio è ancora inverno pieno e, anche questa mattina, la strada è bianca di neve fresca caduta nella notte. Carico sulla auto il borsone e la sacca azzurra dei miei sci.

In tasca ho il passaporto e un biglietto aereo di andata e ritorno per Sofia.

E’ la prima volta che mi capita di partire per una vacanza sci-alpinistica in pieno inverno, ma i Balcani mi attirano proprio nella loro veste invernale.

Questa catena montuosa attraversa la Bulgaria dall’estremità nord occidentale al Mar Nero e costituisce lo spartiacque fra Danubio e Mar Egeo. Il versante nord di queste montagne digrada a formare l’altopiano bulgaro, mentre a sud i Monti Rodopi delimitano il confine con la Grecia. Nella regione sudoccidentale della Bulgaria si trovano i monti Rila, con la cima del Pizzo Mussalà, la massima vetta dei Balcani a q. 2925.

Ed è proprio dalla cima più alta della catena montuosa che inizia la mia avventura balcanica.

Come latitudine la zona è situata circa all’altezza della nostra regione Campania, però qui la neve sciabile si trova già da 900mt, e questo non fa altro che piacere.

Un po’ meno piacere mi fa il sapere che i miei sci non sono arrivati con il resto del bagaglio, ma a questo rimedio subito con un paio di sci bulgari recuperati alla sede del locale soccorso alpino.

Sorry: Soccorso Balcanico.

Durante la salita al Mussalà  si incontrano parecchie costruzioni risalenti al tempo del regime, abbandonate poi mezze fatte e mezze no agli inizi degli anni 90. Lo spettacolo non è dei migliori, attraente anche da lontano è invece bellissimo il pendio che porta alla cima. Qui, ci sono i resti di una stazione meteorologica una volta attiva ed ora utilizzata solo come bivacco di fortuna.

Dall’obelisco di vetta su cui sventola la bandiera bianca rossa e verde  il panorama è veramente bello. Verso nord lo sguardo si perde verso le pianure del Danubio, mentre verso sud sui rilievi greci e poi ancora verso il Mar Egeo che, ci  assicura uno scialpinista indigeno, si vede nelle giornate limpide e ventose.

La discesa diretta dalla cima è ripida e impegnativa nel primo tratto per poi ammorbidirsi gradualmente fino a diventare rilassante. La neve è poi talmente tanta e polverosa che riempie tutto, la bocca, il naso e persino gli occhialoni  attraverso le piccole feritoie per l’aerazione!

Con queste condizioni tipicamente invernali e favorevoli, far girare gli sci è estremamente facile e poco faticoso, che non sembra neanche vero! Le curve, le controcurve, le serpentine , i curvoni larghi, le curve strette, le mezze curve e qualche caduta ogni tanto, si susseguono per tutta la permanenza in terra bulgara.

Già dalla seconda salita, quella al Pizzo Maliovitza, piccoli accorgimenti tecnici sono messi in atto. Primo fra tutti chiudere con lo scotch le prese d’aria degli occhiali a maschera per non riempirli di neve, poi fissare con dei cordini gli sci  agli scarponi, perché, in caso di caduta o di sgancio dello sci sarebbe un impresa ardua il ritrovarlo sotto così tanti centimetri di neve impalpabile.

Alla terza salita con conseguente discesa dal Todorca, sotto una nevicata più che copiosa, il fare curve con neve fin sopra il ginocchio ormai  era da considerarsi uno standard, un bellissimo standard e il rientrare la sera bagnati fradici dalla testa  ai piedi……pure!

Ma che cosa c’è di meglio che sciare in queste condizioni? C’è lo sciare immersi in “deep-snow” con un bel sole alto in cielo. Le restanti due cime balcaniche sono state discese con queste condizioni paradisiache.

Sui pendii più o meno ripidi del Pizzo Vihren e del Besbog sono state disegnate un infinità di sagome tonde - tonde a volte intersecanti con quelle dei miei compagni di viaggio, apparentemente tutte uguali, ma che ognuno poi riconosce come le proprie, così come una firma.

Se poi, ai cinquanta centimetri di neve fredda nuova e al sole, si aggiunge una foresta di conifere su un pendio  ripido all’inverosimile, con una distanza fra i  tronchi  tale da poter girare gli sci senza patemi di frontali dolorosi, allora più di così non si può proprio chiedere………..!

Il senso di libertà che si prova in questi momenti è davvero tanto; sarà il respirare aria fredda che fa pizzicare le narici, sarà il muoversi nel silenzio quasi assoluto, sarà l’incognita del viaggio e del posto nuovo, sta di fatto che una settimana è letteralmente volata. Dalla colazione alla “bulgara” , allo sciare tutta la giornata , ai trasferimenti con il pulmino rosso Ferrari,  alla sauna con piscina prima di cena, alla cucina bulgara  apprezzata dall’inizio alla fine ( l’insalata come antipasto accompagnata dal bicchiere di grappa, lo yogurt per la prima colazione ma anche a cena con la mussakka, la marmellata fatta in casa di fragole piccolissime ma con un sapore grandissimo,  gli spiedini ). 

Mi sono accorto di non avere avuto neppure un minuto di pausa, senza per questo essere stato sopraffatto dall’affanno del correre a tutti i costi dietro un programma.

 

Occhio alla prossima!!!!

 

 

Attività svolta in terra Bulgara con Paolo Vitali, Sonja Brambati, Marco Incerti e Umberto Isman dal 7 al 13 marzo 2004 :

 

Zona Borovetz  : Pizzo Mussala     2925 mt

                          Pizzo Maliovitza  2746 mt

 

Zona Bansko   :  Pizzo Todorca     2746 mt    da Shiligarnica

                         Pizzo Vihren        2919  mt    da Shiligarnica

                         Pizzo Besbog       2645 mt     da Gotze Delchev

 

Zona Sofia     :  Tcherni Vhrah     2290 mt     da Aleco