Maurizio Zambelli

SCI-ALPINISMO CHE PASSIONE!

Arriviamo a Bonne in Valgrisenche verso le 14, il tempo è stupendo e ci attendono 3 giorni di sci-alpinismo intenso. Dopo aver parcheggiato la macchina nei pressi della diga sovrastante il paesino, Antonio ed io, preparati con cura gli zaini, c’incamminiamo, sci ai piedi, sulla strada che costeggia il lago artificiale di Beaureguard. Il versante è molto ripido e spesso dobbiamo attraversare le slavine che provengono dai canali sovrastanti. Giunti in fondovalle, presso le baite di Surier (1780 mt.), svoltiamo sulla nostra sinistra e c’inoltriamo nella valle stretta e ormai in ombra che conduce al rifugio Bezzi. Lo raggiungiamo alle 18, giusto in tempo per cambiarci e cenare. Siamo accolti con cordialità dal gestore che, vista la temperatura esterna molto bassa, ci serve come "aperitivo" un bollente te. Sistemiamo il nostro materiale vicino ai letti assegnatici e scendiamo per la cena. La cordialità e la gentilezza dei gestori ci sorprendono: la cena e veramente degna di un ristorante, Antonio ed io non possiamo far altro che gustare il menù e complimentarci con la cuoca! Conosciamo gli altri ospiti del rifugio e scopriamo che il tedesco presente, vinse il Rally Internazionale di Lecco nel 1970 e 1971 e conosce discretamente le "nostre" montagne. Il mattino seguente ci svegliamo verso le 6 e costatiamo immediatamente le condizioni del tempo, che restano ottime. Scendiamo per la colazione e partiamo alla volta della Becca della Traversiere. Risaliamo il ghiacciaio di Vaudet e c’immettiamo dopo un bel tratto ripido sul ghiacciaio di Gliairetta. Sulla nostra destra ammiriamo la parete Est della Aiguille de la Grande Sassiere, cima che fa confine con la Francese Val d’Isere. Giungiamo per facili pendii al Colle Bassac Dere a quota 3082. Da qui, volgendo a Sud su una larga cresta raggiungiamo quota 3200, dove lasciamo gli sci e proseguiamo per gli ultimi metri con picozza e ramponi. Raggiungiamo la cima di 3337 mt. da cui possiamo ammirare la parallela Val di Rhemes e la transalpina Reserve Naturel de la Gran Sassiere. La discesa è stupenda, i 20 centimetri di neve recente sullo strato duro sottostante, consentono una discesa 10 e lode supportata dal fatto che siamo gli unici sci-alpinisti di tutta la vallata e abbiamo quindi i pendii intatti, su cui possiamo spaziare con le nostre serpentine. Raggiungiamo il rifugio e, cartina alla mano, studiamo l’itinerario del giorno seguente. La scelta cade sulla salita a due cime. In prima battuta saliremo il Truc-Blanc, scenderemo sul vallone sottostante, rimetteremo le pelli e risaliremo alla Becca di Giasson, dopodiché valuteremo l’itinerario di discesa più adeguato per evitare il costeggiare pianeggiante del lago di Beaureguard. Il mattino seguente siamo ancora fortunati, primo per il bel tempo, secondo per l’abbondante colazione. Lasciamo il rifugio, riproponendo di fare buona pubblicità ai gestori e risaliamo il ripido versante che porta al Piano di Vaudet. Raggiunto il piano, ci inoltriamo sul ghiacciaio S. Martino e, arrivati sotto il canalone che porta al sovrastante ghiacciaio di Truc-Blanc, lasciamo gli zaini. Così alleggeriti risaliamo il ripido canale sino al passo, rimontiamo il ghiacciaio Truc-Blanc sino alla cima omonima a quota 3405 mt. Davanti a noi abbiamo la Val di Rhemes con tutte le sue cime più famose: Entrelor, Punta Calabre, Granta-Parei e più lontano il Gran Paradiso e la Grivola. Soddisfatti scendiamo ai nostri zaini, naturalmente le condizioni della neve sono come il giorno precedente, vale a dire fantastiche! I pendii, in discesa sono sempre troppo corti, così ci troviamo ben presto a dover rincollare le pelli e risalire verso la nostra seconda meta della giornata: la Becca di Giasson a 3202 mt. Il caldo del mezzogiorno incomincia a farsi sentire e arriviamo in cima in un bagno di sudore. Colpa del vino bianco del Rifugio Bezzi dico io, colpa del primo caldo primaverile secondo Antonio! La discesa si svolge in uno scenario davvero unico, scendiamo i pendii senza pericoli del ghiacciaio di Giasson e arriviamo alla base della Grande-Rousse, una delle cime sci-alpinistiche più impegnative della Val d’Aosta. Da qui per un vallone a tratti ripido si raggiungono le baite di Forciax. Dopodiché, seguendo le indicazioni del Sig. Barrel, risaliamo per circa 20 minuti una strada forestale e riprendiamo la discesa fino al lago, poco distante dalla nostra macchina. Cerchiamo e troviamo un posto per cenare e dormire in una locanda del paese e ci intratteniamo dopo cena ad ascoltare i racconti della gente della valle, combattuta dalla voglia di avere un turismo di massa, ma altresì restia a dividere il proprio spazio con persone di mentalità diversa dalla loro. Ritorniamo a quelle storie di fame e bracconaggio, quando la fontina era fatta dai valligiani solo per essere venduta, perché rappresentava una delle poche fonti di guadagno della comunità. Il mattino seguente, domenica, giorno di Pasqua 1991, attendiamo l’arrivo dalla Brianza di un nostro amico, il mitico Bis con cui abbiamo in programma la salita alla Becca di Tos. Partiamo dalla frazione di Reves a quota 1530 e il primo tratto di salita non è certo dei migliori. Sci in spalla su un bosco ripido e zeppo di salti rocciosi. Quanto basta per scoraggiare gli scialpinisti della domenica! Sentenzia il Bis... Difatti siamo ripagati di questa fatica, il bosco dopo un ora si dirada e, calzati gli sci, raggiungiamo un canalone stupendo che sovrasta le baite di Boregne che partono gradualmente fino ad arrivare verso la sommità di una pendenza notevole. Saliamo faticosamente e ci troviamo sul ghiacciaietto di Tos. E’ l’ultimo sforzo, gli ultimi 500 mt. prima della cima. Ora ci attende la discesa, di 1900 mt. con una neve che, se rispetta il copione, dovrebbe essere fantastica. Difatti ci sembra di essere gli attori di uno spot pubblicitario Canadese, uno di quelli che invitano a sciate "selvagge" oltreoceano, mentre noi siamo a tre ore di auto da casa nostra, in un ambiente unico, con il Monte Bianco di fronte e il Gran Paradiso sulla nostra destra. Così, sciando e ammirando arriviamo alle baite di Chamein, dove finisce la nostra discesa e la nostra vacanza. Organizziamo sui due piedi un "party" nella locanda di Valgrisenche a base di "Radicchio, Speck, Fontina e Vino Bianco". Gli invitati sono gli scialpinisti milanesi, trovati e superati nella salita alla Becca di Tos. Purtroppo, per me ed Antonio, la cuccagna è finita perché dobbiamo tornare a Lecco. A farci compagnia nel viaggio di ritorno sull’anonima autostrada Torino-Milano, restano i 4900 mt. di dislivello percorsi in questi tre giorni, sudati in salita e goduti in discesa, in un ambiente veramente unico e consigliabile a tutti quelli che di sci-alpinismo se ne intendono.