Maurizio Zambelli

CERVINO E DINTORNI

24 aprile 1996, parcheggiamo la nostra auto in prossimità della diga di Place Moulin, in Valpelline a quota 1990.La Valpelline, si raggiunge da Aosta, percorrendo la strada del Gran San Bernardo sino a Variney, da qui, deviando a destra, la si percorre tutta fino allo sbarramento artificiale di Place Moulin che genera l'omonimo lago. La neve ha ormai abbandonato le quote basse, così che, dobbiamo caricare sullo zaino, oltre tutto il necessario per i nostri due giorni sci-alpinistici, anche gli sci! La mulattiera, con un percorso perfettamente pianeggiante, costeggia tutto il lago e, curva dopo curva ci conduce alla località Prarayer, dove sosteremo presso il rifugio per i due giorni seguenti. Il tempo è bello, e le avvisaglie della primavera si fanno sentire! Il clima è mite. Il disgelo è in atto. Infiniti rigagnoli d'acqua, sono attraversati nel nostro cammino, e a poca distanza dal rifugio, su di un pascolo già libero dalla neve, sorprendiamo un branco di stambecchi, che, appena sentita la nostra presenza, si allontana correndo verso la neve sopra di noi. Ammiriamo e invidiamo con quale rapidità ed eleganza supera il forte dislivello del pendio sovrastante. Il rifugio Prarayer, di recente ristrutturazione, offre un ottimo punto di appoggio per le sci-alpinistiche della zona. Apprezziamo la cucina valdostana e il genepy, dopodiché rileggiamo la relazione della gita del giorno seguente: Chàteau des Dames. Sveglia ore 5.00, colazione calda e partenza. Il disgelo del pomeriggio ha lasciato il posto al gelo notturno che ha bloccato la natura in un'immobilità irreale. Risaliamo il fiume fino ad un ponte di legno che ci consente di attraversarlo, poi c’innalziamo sulla nostra destra per un vallone ad est del dosso a quota 2244. Il cielo è sereno e il freddo intenso. La neve gelata ci costringe a prestare attenzione nella salita. Giungiamo all'Alpe Deré La Vieille, pieghiamo nettamente ancora sulla nostra destra e procedendo in direzione sud-est, ci ritroviamo su ripidi pendii ad oltrepassare un risalto roccioso nelle vicinanze dell'Alpe Bellatzà. In questi frangenti, l'uso dei coltelli da ghiaccio è vivamente consigliato, perché un'eventuale scivolone, oltre che le inevitabili escoriazioni, comporterebbe il "ri" salire i pendii faticosamente appena "saliti". Proseguiamo in direzione sud fino ad oltrepassare la morena del Glacier des Dames. A questo punto ci troviamo sul ghiacciaio omonimo che risaliamo in direzione sud-est. La salita si fa ripida e puntiamo, aggirando qualche crepaccio, all'evidente Col des Dames (quota 3321).Lo spettacolo naturale che si propone da questo colle è veramente mozzafiato! Davanti a noi, si erge imponente il Cervino, in primo piano, senza niente di interposto. Nonostante tutto, lo sguardo è costantemente attratto dalla forma unica di questo gigantesco dente di granito imbiancato dai ghiacciai. Dal passo, pieghiamo a destra per pendii sempre molto ripidi fino a raggiungere la cresta sud-est a quota 3394 mt. Togliamo gli sci al termine del pendio nevoso e c’innalziamo con i ramponi su rocce sporche di neve fino all'ultimo canaletto che conduce direttamente alla campana della cima a quota 3488.Il freddo sembra aumentare in prossimità della vetta, ma non è altro che il vento freddo da nord, segnale di un imminente perturbazione. Ritorniamo agli sci ed iniziamo la discesa. I pendii risaliti faticosamente si rivelano molto remunerativi in discesa e le nostre lamine sono sempre alla ricerca della neve con angolazioni accentuate al massimo. Ben presto giungiamo al tratto più ripido, dove incrociamo un gruppo di sci-alpinisti olandesi che effettuano la traversata fino a Cervinia. Continuiamo la discesa, costantemente alla ricerca del ripido, variamo l'itinerario rispetto a quello della salita e ci ritroviamo a scendere con qualche difficoltà un tratto di cascata di ghiaccio poco "sciabile". Torniamo al rifugio, giusto in tempo per mangiare qualcosa di caldo per il pranzo, dopo ci concediamo un po' di relax al sole pomeridiano. Le pelli di foca e l'abbigliamento asciugano velocemente, così come Paolo ed io perdiamo velocemente Coca-Cola e Birra con Giovanni ed Antonio in una scopa liscia improponibile per le qualità in campo! Prima di cena, studiamo l'itinerario del giorno seguente. Dopo aver espugnato simbolicamente il. Castello delle Dame, ci apprestiamo al Dóm de Cian (quota 3351 mt.). Partenza ancora fissata alle 5.00. Attraversiamo il fiume sul ponte appena alle spalle del rifugio e c’innalziamo in un bei bosco di lanci fino all'inizio del lunghissimo vallone di Val Coumera. Lo risaliamo per tutta la sua lunghezza sino al Ghiacciaio di Cian. A questo punto, una nebbia già avvistata dal fondo valle, ci avvolge. Percorriamo il ghiacciaio, e negli sprazzi di visibilità individuiamo il percorso da tenere. Puntiamo, senza però raggiungerlo, il colle Chavacourt, dopodiché a quota 2800, deviamo a sinistra fino a raggiungere i pendii molto ripidi sovrastanti il Ghiacciaio di Cian. Sopra di noi s’intravede il disco bianco del sole che a fatica riesce a penetrare la nebbia. Basta comunque a generare delle ombre, che, anche se minime, ci consentono di orientarci. Esattamente trenta metri prima della cima, cessano come d'incanto tutte le nuvole e un sole accecante ci accoglie. Siamo su una spiaggia bianca di neve, su di un mare altrettanto bianco di nuvole; emergono solo pochissimi scogli. Lo scoglio Cervino, lo scoglio Monte Bianco, lo scoglio Monte Rosa, e vicinissimo a noi lo scoglio Dent d'Herens! Prepariamo gli sci per la discesa e ci immergiamo, nostro malgrado, nelle nuvole sottostanti. La ricerca delle discesa è facilitata dalle tracce lasciate in salita, ma ogni tanto il dubbio della direzione giusta ci assale. Riconosciamo in lontananza il Colle Chavacourt e rassicurati continuiamo la sciata. Per fortuna alle quote inferiori, le nuvole si diradano e la visibilità migliora. Sciamo bene nel vallone che porta al bosco, finché lo oltrepassiamo e giungiamo in vista del rifugio. Il tempo è nettamente peggiorato e fiocchi di neve sempre più fitti ci imbiancano. Una bella doccia calda e siamo pronti per una rivincita a scopa!