L’ebbrezza

 

…………” Perturbamento per una passione o un intenso piacere”……….

 

Chi di noi non ha mai provato l’ebbrezza della velocità guidando la propria automobile su un rettilineo deserto spingendo il piede destro sull’acceleratore?  E chi ancora, appassionato delle due ruote, motorizzate o no, non ha mai sognato una serie infinita di curve e controcurve su cui impostare pieghe rapide e sempre più basse per contrapporsi alla forza centrifuga arrivando ad annullare quasi la forza di gravità?

Oltre a queste ebbrezze legate ai mezzi tecnologici, esistono forme ancor più particolari di questo stato d’animo.

Andare sempre più in alto, sempre più su per il fianco o la cresta di una montagna, oppure sempre più in profondità negli abissi del mare sono esempi significativi di questa passione per la progressione che a volte rasenta la malattia (in senso positivo).

Frequento parecchi amici, e io stesso forse lo sono, molto sensibili ma soprattutto parecchio attivi a questa ricerca di un qualcosa di esponenziale cui dedicarsi.

Mi ricordo, nella mia carriera di scialpinista, che negli anni settanta - ottanta, uno sciatore, che in una stagione accumulava 20/25000 metri di dislivello era considerato uno “tosto”….

Adesso tale dislivello è da moltissime persone salito già nelle gite che potremmo definire autunnali, quelle in pratica effettuate prima di Natale.  E l’impegno ad aumentare tale traguardo anno dopo anno è sempre più forte.

 Questo vale anche per le singole ascensioni. Per esempio, una salita che fino a pochi anni orsono era descritta e consigliata dai libri del settore da effettuarsi in due o tre giorni perché lo sviluppo e il dislivello erano notevoli, viene effettuata in giornata, anche se dall’alba al tramonto ma sempre di giornata si tratta!

Un impulso a quest’ebbrezza per la prestazione è stato anche merito dell’ebbrezza per la leggerezza (intesa come peso in grammi) a cui si sono applicate tutte le industrie che producono articoli tecnici per l’alpinismo e lo sport in generale. Oggi, per esempio, il peso di un’attrezzatura per lo scialpinismo: sci, scarponi, attacchi, bastoncini, pelli di foca, di sicuro non raggiunge il solo peso delle aste degli anni ottanta!

Molto legato a tutto questo, secondo me, è lo spunto e lo stimolo di viaggiare. Non inteso solo come spostarsi da un luogo ad un altro, ma come vivere a contatto di popoli diversi e in luoghi completamente dissimili da quelli quotidiani.

Uno dei miei sogni ricorrenti è quello di intraprendere un viaggio sapendo il punto di partenza, ma non fissando volutamente il punto d’arrivo. Ma l’inebriante di questo sogno è che è veramente possibile e soprattutto alla portata di tutti quelli che vogliono essere in un certo modo. Un sogno del genere può essere realizzato in tante maniere.

Un esempio che ho vissuto personalmente è stato, molti anni fa, quello di trascorrere un periodo di vacanza in bicicletta.  Decisi di percorrere il più possibile il corso del fiume Inn, che dal Passo dal Maloja arriva fino al Danubio. Dopo qualche giorno, ad Innsbruck, a causa del tempo a disposizione, dovetti prendere una decisione. Il mio spirito di scoperta o d’avventura mi diceva forte di continuare sempre di più il corso del fiume, perchè una volta finito l’Inn, avrei incontrato un alto corso d’acqua ancor più grande e affascinante: il Danubio. A malincuore dovetti ascoltare la mia metà razionale e............tornare via Brennero, Merano, Passo del Forno fino al Malojapass. Se avessi potuto, avrei continuato ancora a pedalare giorno dopo giorno fino ad arrivare, non so quando, sulle sponde del Mar Nero. Il bello è, che arrivato sulle sponde del mare, non mi sarei sentito pago, mi sarebbe piaciuto fare il periplo di tale mare.........

Qualcuno potrebbe pensare che alla base di ciò ci sia una cronica insoddisfazione di ciò che si ha o si è conquistato, ma io penso che questo spirito di conoscenza, di ricerca di novità, di essere il più possibile attento a tutte le possibilità che il mondo ci offre sia invece un motore instancabile e perpetuo che dal nostro “io” ci spinge a vivere in maniera attiva.

Un altro esempio può essere può essere sotto forma di domanda che provocatoriamente pongo, ma a cui io non do risposta, perchè è già scontata per chi un po’ mi conosce...

Preferireste tentare di salire sulla cima dell’Everest o del K2 dove incontrereste parecchie decine di alpinisti provvisti di permesso da “n” dollari per poter solo mettere piede sul ghiacciaio oppure destinare il vostro tempo e i vostri dollari per cercare di arrivare su altre 10 cime sconosciute e forse mai salite da alcuno?