Maurizio Zambelli
GRAN COMBIN GRANDE SKIER
Aosta, traforo del Gran S. Bernardo, poi infiliamo la valle che porta a Fionnay. La nuova station-wagon di Giovanni risale velocemente i tornanti che portano al piccolo paese. Prepariamo gli zaini con tutto il necessario per 3-4 giorni, ma nonostante l'impegno per limitare il peso, le spalle ma soprattutto la schiena si lamenta sotto il peso di sci, ramponi, picozza e viveri. Sci in spalla risaliamo il sentiero estivo che si inerpica nelle radure del lato sinistro della Drance sino alla terrazza Mardinet a quota 1818. La nostra destinazione è la Cabane de Panossiere (2670 mt.). Finalmente dopo circa 1 ora, togliamo gli sci dallo zaino e li mettiamo ai piedi. In un primo momento ci sentiamo leggerissimi, ma subito dopo pochi minuti tutto ritorna come prima! Il caldo del primo pomeriggio si fa sentire e la salita è sempre costante. Incrociamo alcuni sci-alpinisti di ritorno dalla zona, con le facce cotte dal sole; a loro chiediamo informazioni e ci consigliano di non seguire il sentiero estivo, ma di abbandonarlo a quota 2110, scendere nel vallone sottostante e risalire i canaloni sino alla morena. Ascoltiamo i consigli e a malincuore perdiamo circa 150 metri di dislivello che avevamo con fatica guadagnato. Togliamo e rimettiamo gli sci per superare alcuni salti rocciosi, ma alla fine ci ritroviamo sulle morene che portano alla Cabane. Finalmente dopo circa 3 ore e 1/2 oltrepassiamo la vecchia postazione del rifugio, distrutto da una slavina nel 1988 e raggiungiamo la nuova sede. Un rifugio di circa 30 posti letto, interamente prefabbricato. Lo spettacolo naturale davanti a noi è veramente bello! Il Gran Combin, Petit Combin, Combin de Corbassiere, tutte cime che ci siamo prefissati di salire. Sistemiamo il nostro materiale e cominciamo a fare qualche programma per i giorni seguenti. È Domenica mattina e la sveglia è fissata per le ore 4.00. Alle 4.30, dopo colazione, ci incamminiamo traversando obliquamente il Glacier de Corbassiere con destinazione Petit Combin. Risaliamo il ripido ghiacciaio cercandoci la strada tra i tanti crepacci e. dopo circa 2 ore ci troviamo sull'ampio passo a quota 3563. Da questo punto abbiamo davanti a noi due cime da salire. Sulla sinistra il Combin de Corbassiere (3715 mt.) e sulla destra il Petit Combin (3670 mt.). Rapida consultazione e decidiamo di salire per prima la cima di sinistra e per seconda la cima di destra. Dopo circa 2 ore siamo sulla cima del Petit. La giornata è magnifica e la neve sembra "tenere". Sono le 8.30 e già ci apprestiamo a scendere. La neve tipicamente primaverile, ci consente una bella sciata sino a quota 2800 metri. Gli ultimi metri, ci riservano una neve molto pesante, poiché il sole ha già raggiunto il pendio da un bel po'. Rientriamo al rifugio soddisfatti della nostra prima giornata e ci diciamo: se il buongiorno si vede dal mattino! Riposiamo al sole caldo sulla terrazza della Cabane e aspettiamo con appetito l'ora di cena (le 17.30). Essendo domenica sera, ci ritroviamo soli nel rifugio, in compagnia del gestore, svizzero, granitico e di pochissime parole. Ceniamo e andiamo a letto, visto che la sveglia per il Gran Combin (4314 mt.) è da noi fissata per la una (1.00).Solitamente nella nostra vita "cittadina' si va a letto, qui invece è ora di alzarsi! Impastati dal sonno nelle parole e nei movimenti, mangiamo qualcosa e usciamo dal rifugio. La luce delle lampade frontali ci fa compagnia fino alle 4.00 circa, quando, dopo aver percorso senza purtroppo vedere nulla, tutto il Glacier de Corbassiere, il pianoro Des Maisons Bianche ci troviamo all'inizio del ripido pendio che porta a le Corridor. Solitamente questo itinerario è sconsigliato, perché molto pericoloso a causa della caduta relativamente frequente di seracchi che può verificarsi a tutte le ore. Purtroppo per noi, è scelta obbligata, poiché il pendio alternativo che conduce al Col de Meitin è di ghiaccio verde, che percorso con gli sci in spalla rappresenterebbe un problema. In silenzio ci incamminiamo, o per meglio dire ci "incanaliamo" nel Corridor. Carlo apre la fila, io seguo a brevissima distanza e Giovanni chiude il trio. Ormai tra noi tre, dopo le Alpi, l’Alaska e il Caucaso esiste un'intesa tale che basta uno sguardo o un gesto per esprimere una sensazione, un timore o una gioia, insomma è Amicizia vera, con la A maiuscola! Siamo soli, in tutta la zona, e da ora ci aspettano 500 mt. di dislivello da cardiopalmo! Difatti sulla destra siamo sormontati da una muraglia di seracchi strapiombante che sembra ci faccia da tetto. Il fiato è corto per tenere un ritmo elevato che ci consentirà di restare il minimo tempo possibile sotto il tiro delle seraccate sovrastanti. Mi fermo un secondo per riprendere fiato e subito sono insultato da Giovanni che mi sprona a tenere duro e non sentire né fiatone, né acido lattico! Cerco di pensare ad altro mentre traversiamo un tratto di circa 200 metri spazzato dalla caduta di un seracco avvenuta nel pomeriggio precedente. Mentre con fatica supero i blocchi azzurri di ghiaccio, mi chiedo se Corridor voglia dire Corridoio o Corridore, visto che noi stiamo veramente correndo con gli sci ai piedi e a 4000 metri di quota! Ehi! Carlo e Giovanni! Ma Corridor cosa vuole dire, me lo volete spiegare! Finalmente usciamo allo scoperto e intravediamo la cima. Veloci come mai la raggiungiamo perché notiamo che da Nord sta sopraggiungendo una perturbazione. Alle 6.50 tocchiamo la cima, pochi minuti per complimentarci e bere un sorso di tè, il tempo di togliere i ramponi e le pelli di foca dagli sci e subito iniziamo la discesa. Tutto bene fino all'inizio del Corridor, dopo di che, veniamo avvolti dalle nuvole che portano neve. Per sicurezza togliamo gli sci, calziamo i ramponi e ci leghiamo. Riusciamo ad intravedere le nostre tracce di salita e le seguiamo fino sopra al Piano des Maisons Blanches. Contavamo di passare il Corridor in discesa con gli sci ai piedi in un tempo breve, invece impieghiamo lo stesso tempo di salita! Per fortuna nessun seracco ha pensato di farci la sorpresa in questo intervallo di tempo! Rimettiamo gli sci e sfruttando i bei pendii sciabili al 100%, raggiungiamo il Rifugio. Il granitico e impenetrabile "Capanat" svizzero ci attende sulla porta della Cabane. Nevica fitto e probabilmente era preoccupato per noi, o, se non proprio per noi, per il fatto di dover chiamare la REGA per il nostro salvataggio. Subito, senza che gli sia richiesto, ci porta un brodo caldo, e subito dopo uno squisito róestli con formaggio svizzero e uova. Veramente buono! Una birra e poi subito a riposare nonostante siano le 12.30.Ci svegliamo che sono le 17.00. Fuori nevica ancora, ma verso occidente si vede che sta arrivando sereno. Nel silenzio della nevicata, si sente in lontananza il rombo di una grossa valanga. Il Corridor si fa sentire! Alle 19.00 il ciclo è limpido. Quello che ci vuole per la gita di domani. Ci organizziamo e...Sveglia alle 3.00 e partenza alle 3.30. Ormai anche il nostro fisico si è abituato a questo ritmo di orari e non protesta più! La meta fissata è il Tournelon Blanc (3707 mt.). Raggiungiamo quota 3100 che rappresenta la base della cresta sud del Tournelon. Da questo punto deviamo decisamente a sinistra in direzione est e ci innalziamo con ripidi dietro-front sino a quota 3558 che rappresenta il Col de Tournelon Blanc. Il tempo è bello e ai nostri piedi ammiriamo tutto il ghiacciaio che porta al Rifugio, il Gran e Petit Combin nonché la valle sino a Verbier. Togliamo e abbandoniamo gli sci, ramponi ai piedi sorpassiamo la calotta nevosa a quota 3630 e raggiungiamo la cima a 3707 mt. Foto di rito, e ritorniamo agli sci. La sciata fino al rifugio è veramente appagante. Due o tre dita di neve fresca su una base dura sono il massimo che possa chiedere uno sci-alpinista! Il mitico "Capanat" ci aspetta e ci prepara la colazione-pranzo. Sono le 10 del mattino e recuperato il materiale lasciato nel rifugio, ci apprestiamo a scendere a valle. L'ora è favorevole e la neve non ancora molle, quindi ci gustiamo la sciata. Arriviamo alla macchina e soddisfatti, dopo una rinfrescata alla fontana di Fionnay, ci dirigiamo verso l'Italia.