Maurizio Zambelli

GRANDE NORD

Spedizione fredda:

Carlo Aldé, Giovanni Anderis, Antonio Piefermi, Maurizio Zambelli.

Prima parte

Marc Breuil, francese, docente alla Sorbona, al cui attivo si annoverano la traversata delle Alpi di Stanning in Groenlandia, quella della Terra di Baffin, quella del Karakorum. È proprio lui il primo a compiere anche la traversata integrale delle Alpi di Lingen, in Norvegia a 70° di latitudine nord. L'idea ci attira, e subito ci affascina, così come ci aveva attirato e affascinato il Mc-Kinley e EIbrus. Se è vero che per essere uno sci-alpinista con la S e la A maiuscole bisogna avere nel proprio curriculum almeno una traversata "tosta", ok, questa è l'occasione buona! Al solito trio, con Carlo e Giovanni si unisce Antonio, affascinato dall'idea del Grande Nord. Scriviamo a Parigi a Marc chiedendo ragguagli più precisi sulla traversata, ci informiamo sui voli per Oslo e Tromso, dopodiché fissiamo la partenza per il 15 aprile. Il periodo dovrebbe essere quello buono: 18 ore di luce, la temperatura non dovrebbe essere poi cosi rigida e la neve dovrebbe arrivare ancora in riva al mare. Scrupolosamente prepariamo tutto il materiale. Due tendine uguali, attacchi per gli sci, bastoncini, fornelli, scarponi, Arva., tutti e quattro identici, questo per avere un ricambio unico che possa essere usufruito da tutti in caso di rotture. L'obiettivo è avere il minimo possibile di peso superfluo, poiché, da conti approssimativi dovremmo avere zaini di circa 25-28 kg. Difatti dobbiamo essere indipendenti in tutto per 7-9 giorni circa. Viveri, benzina per i fornelli e ricambi di vestiario nonché tutto l'equipaggiamento alpinistico (corda, picozza, ramponi, sacchi a pelo).Il massiccio delle Alpi di Lyngen è situato a nord della Norvegia e si estende tra i 69° 15' e i 70° di latitudine con la forma di un grande rettangolo di 90 km di lunghezza e circa 15 di larghezza. L'altitudine di queste Alpi non supera mai i 1800 mt, ma poiché le montagne si innalzano dalla riva del mare, i dislivelli sono notevoli. Le cime di queste montagne hanno la forma di picchi e guglie, e data l'elevata latitudine, i ghiacciai, spesso ripidi e crepacciati, scendono fino a 500 mt sul livello del mare. Raggiungiamo Tromso con un comodo volo S.A.S.. pernottiamo con tutto il nostro materiale, dopodiché la mattina seguente prendiamo l'autobus che ci porterà a Nordkiosbotn, punto di partenza della nostra traversata. Costeggiamo numerosi fiordi sulle cui rive notiamo diverse impalcature con appesi centinaia di stoccafissi ad essicare. Scendiamo dall'autobus e calziamo gli sci in riva al mare. Mai è stato cosi facile tarare l'altimetro!

Subito il peso del materiale si fa sentire. Ehi, Giovanni, non è che di nascosto hai sistemato gli stoccafissi nei nostri zaini? Seguendo le indicazioni avute da Marc, ci innalziamo in un bosco di betulle con direzione Nord-Est. Valichiamo un ampio passo e attraversiamo il primo dei tanti laghi ghiacciati che troveremo sul nostro percorso, lo Storvanet. La vegetazione fatta di piccole betulle comincia a diradarsi e, vista l'ora, ci conviene piantare le tende per il primo campo. Scegliamo accuratamente un dosso che ci ripari dal vento che tira da nord. Prepariamo quella che sarà la cucina per consentire di avere i fornelli riparati dal vento, e cuciniamo la cena. Subito i fornelli fanno tribolare poiché il tipo di benzina trovato in Norvegia non è il massimo, quindi bisognerà avere pazienza...Ceniamo e studiamo sulle cartine il percorso del giorno seguente. Antonio è certo della rotta da seguire, lui, cartine e bussola sono un tutt'uno, è proprio il compagno che ci voleva per questa traversata. Ormai i compiti e le "specializzazioni" sono definite. Antonio è il navigatore, Carlo, da "ragno" e membro del soccorso alpino è l'Alpinista (con la "A" maiuscola), Giovanni è lo sci-alpinista, la sua traccia di salita è "firmata"; sempre per la massima pendenza e al limite dell'aderenza delle pelli di foca. Ed infine io, sci-alpinista, "papa", e meccanico del gruppo. (Tribolerò molto per il funzionamento dei fornelli e per la rottura della paleria di una tendina).Dormiamo tutta la notte e ci accorgiamo che il freddo è intenso, nonostante la bassa quota. Il mattino seguente nevica copiosamente e la visibilità è ridotta a pochi metri, quindi ce ne stiamo in tendina ad aspettare che cambi il tempo. Il giorno dopo sembra schiarire, smontiamo velocemente il campo e incominciamo la salita verso il colle quotato 455 mt. Da qui scendiamo verso il lago Gurgela. Il tempo non è dei migliori, ma nonostante questo procediamo verso il Rieppevatner. Seguiamo il percorso verso Nord-Est, dopodiché siamo obbligati a fermarci per improvvisare un campo non previsto, perché le condizioni meteo sono precipitate. Formiamo con blocchi di neve un muro per riparare le tende dalla bufera e passiamo così la nostra terza notte di traversata. Il mattino dopo ci aspetta un lungo traverso, esposto su salti rocciosi, dopodiché giungiamo allo Jekkivatnet. La sciata, nonostante il peso dello zaino, è resa facile dalla neve polverosa, quasi impalpabile; per poco tempo dimentichiamo l'umidità accumulata nella notte sotto la bufera, ma subito arriva il momento di rimettere le pelli di foca, per contornare in mezzacosta la cima con Q1514.Il tempo sembra volerci risparmiare, allora decidiamo di continuare, nonostante siano le 16,00.Risaliamo da quota 480 un bei pendio fino a quota 750.Sopra di noi c'è la cima-piatta che rappresenta il riferimento del cambio di direzione da seguire. Nel giro di 15 minuti il tempo peggiora esponenzialmente e siamo avvolti dalla nebbia prima e da una violenta bufera subito dopo. Non avendo riferimenti, non ci resta altro che scendere in una depressione, notata in salita e fare lì il nostro campo per la notte. La bufera ha già cancellato la nostra traccia, e con fatica scendiamo quei 200 mt che ci consentono di piazzare le tende in posizione quasi orizzontale.