Maurizio Zambelli

MAGIE D’AUTUNNO

Appunti di viaggio 1997

Grazie alle ottime condizioni meteorologiche, con l’ultimo fine settimana d’agosto, è iniziato un periodo favorevole alle ascensioni sull’arco alpino. Di ritorno da un breve periodo di vacanza al mare a Hyeres, sono riuscito per ben sei week-end consecutivi a compiere altrettante salite degne di nota. Ma iniziamo con ordine.... quello cronologico!

La prima, attesa ormai da tre anni, e sempre rimandata per motivi vari, quella al Pizzo Badile dallo spigolo Nord. Il famoso Spigolo con la esse maiuscola. Ultimo sabato d’agosto, pernottamento al rifugio Sasc Fura e partenza la domenica mattina alle 4 che è ancor buio. Risaliamo dal rifugio il sentiero che, attraversando due piccoli nevai, conduce alla base dello spigolo. Albeggia. Giungiamo alla sella evidente che segna l’inizio della via. Mi lego alla mia guida, femmina, di nome Sonja. Lei conosce bene la salita e, con sicurezza, supera prima la placca di Rish e poi tutto lo spigolo, tenendosi sempre verso la parete ovest o verso la est a secondo dei vari tratti di corda. Non mi sembra vero di essere qui, con il bel tempo e abbastanza in forma, per godermi, metro dopo metro, questa stupenda realtà. Nel tratto terminale, la via presenta alcuni tiri molto aerei, ma abbastanza facili, che mi fanno veramente divertire. Giungiamo in cima, all’obelisco, verso mezzogiorno. Sono soddisfattissimo! Ringrazio Sonja per la pazienza dedicatami e iniziamo la discesa sul versante italiano lungo la via normale. Personalmente giudico più pericolosa la discesa verso il rifugio Gianetti che non la salita da Bondo. Finalmente giungiamo alla mia vettura, lasciata preventivamente ai Bagni di Masino. Recuperiamo l’altra automobile a Bondo e ritorniamo a Ballabio. Sono passate da poco le ventitré. Quest’inverno, passando da Bondo per salire in Engadina, ho sempre rivolto lo sguardo a destra, verso l’indimenticabile spigolo Nord.

Sabato 6 settembre. Partenza da Lecco alle 6 per consentirci di arrivare in Val Masino, a San Martino, in orario sufficiente per trovare parcheggio in valle. Paolo ed io risaliamo l’affascinante valle del Ferro, sino a raggiungere il bivacco Molteni. Il tempo è spaziale! Non c’è una nuvoletta a cercarla con il binocolo. Percorriamo il tratto di Sentiero Roma che conduce al Passo Qualido. Da qui continuiamo quasi sino al Passo d’Averta; sulla nostra destra, la Val Qualido è troppo selvaggia e allettante per non essere presa in considerazione. Scendiamo a vista, senza alcuna traccia di sentiero sino sotto le bastionate rocciose. Qui sono tracciate le vie di arrampicata più espressive e dure della Val di Mello, by Paolo Vitali e Sonja Brambati. Scendiamo ulteriormente sul sentiero sino al parcheggio in fondovalle. Poiché siamo accaldatissimi, raffreddiamo i bollori, con un tonificante bagno nel torrente, sotto lo sguardo perplesso di alcuni "turisti per caso".

Domenica 14 settembre. Appuntamento a Milano con Paolo; per le ore 5. Destinazione Pila, Monte Emilius. Da Aosta città, si vede sulla sinistra la sua parete Nord che domina la conca della valle. Da Pila saliamo lungo il sentiero che porta al rifugio di Arbole a quota 2510. Costeggiamo il lago sino ad un vallone detritico che dovremo risalire sino al Lago Gelato, metri 2956 di quota. Superata una ripidissima pietraia siamo al Colle di Arbole. Da qui, un altro quasi verticale pendio, ci porta ad un evidente intaglio a nord del Colle dei Tre Cappuccini, 3241 metri.

Il terreno, nonostante l’esposizione a sud è ancora innevato per la perturbazione passata venerdì notte. Giungiamo alla Madonnina di vetta: lo spettacolo sotto di noi è bellissimo. La città di Aosta è esattamente tremila metri più in basso. Ci sembra di essere a bordo di un aeroplano.

Domenica 21 settembre. Sempre appuntamento a Milano per le ore 5. A Courmayeur:Val Veny, Petit Mount Blanc. Esso è uno splendido belvedere a quota 3424 sul versante occidentale del "vero" Mount Blanc. La salita avviene partendo dal Lago Combal. Da qui. Paolo ed io ci portiamo nella conca compresa tra l’Aiguille de Combal ed il Monte Tsenc, rimontando il pendio che conduce alla spalla rocciosa dove è fissato il Bivacco Rainetto. Da questo punto, calzati i ramponi, percorriamo il dosso innevato che diventa poi cresta sino alla cima. Il panorama, da qui, è a dir poco grandioso! Vediamo il bacino del Miage, l’Aiguille de Glacier, de Trelatéte, ed il Monte Bianco.

Domenica 28 settembre. Lungolago di Lecco alle ore 6,30, poi via per Chiavenna e a San Giacomo Filippo. Imbocchiamo sulla sinistra i ripidi tornanti che portano a San Bernardo, poi su ancora per la mulattiera ben lastricata, costruita nel 1920, nella Valle del Drogo e ai Laghi del Truzzo. In alcuni tratti il lastricato è talmente ben fatto che è simile ad un mosaico. Per pista pianeggiante giungiamo al piccolo rifugio Carlo ed Emilio, che, a quota 2153 si specchia in un laghetto di cristallo. Su tracce di sentiero e ghiaioni tocchiamo, verso sud-ovest, il Passo Forato. Poco distante, notiamo un’apertura ci circa 6x10 metri. E’ appunto questo buco che dà il nome al Passo ed al soprastante Pizzo, la cui vetta è da noi raggiunta per cresta, su massi molto instabili. Poco prima, ci siamo imbattuti nei resti ossei di un gregge di pecore rimasto fulminato anni fa. Il ritorno avviene su terreno ripido e malagevole sino al rifugio, e da qui, lungo la bellissima mulattiera, sino all’autovettura.

Sabato 4 ottobre. Festa di San Francesco. Ritrovo alle 5 sul lungolago. La meta: Engadina, Piz Morteratch, mt. 3745. Giungiamo in auto al parcheggio dell’omonimo albergo, che data l’ora è deserto. Infiliamo nello zaino, oltre che gli scarponi di plastica, anche corda, piccozza e ramponi. Con un percorso lungo ma poco faticoso eccoci alla Chamanna Boval, mt. 2495. Da qui, salutato l’amico "capanatt", risaliamo un ripido sentiero sino alle pendici del Como Boval. Da questo punto vediamo già l’evidente valico della Fourcla da Boval, a quota 3347. Per un facile canale obliquo verso sinistra, eccoci al valico (può essere raggiunto anche dalla Chamanna Tscherva). Calzati i ramponi e legatici in cordata, procediamo sul ghiacciaio che porta alla gobba finale che risaliamo direttamente sino alla cima. La vista sul Bernina e sulla Cresta Biancograt, adesso, è veramente ravvicinata. Ritorno veloce e faticoso al nostro mezzo di trasporto e poi via, di corsa, verso Lecco!

Domenica 5 ottobre. Partenza ore 9 da Ballabio Superiore: in auto a Morterone e poi su, al Resegone. Compagni di avventura i miei figli, Federico e Cecilia, più un aggregato: il Giacomino! Salita dura e di gran soddisfazione per continuare la 4 Rifugi "6770" SEL.

Dati semitecnici: 6 giorni, 14000 metri di dislivello in salita, 3.000 chilometri in auto, un tubetto di crema protettiva.