1. Perché l'appello
L'appello per una giornata
del dialogo cristiano islamico è nato a poche settimane dai tragici
attentati dell'11 settembre 2001. Quegli attentati sono stati il motivo
scatenante dello stato di guerra totale nel quale ancora oggi siamo purtroppo
immersi e che solo l'ipocrisia e l'acquiescenza di gran parte dei mezzi
di informazione non ha ancora battezzato con il suo nome appropriato di
"terza guerra mondiale". Guerra di cui è stata addirittura
preventivata la durata, dai 10 ai 30 anni secondo le ultime informa-zioni
rese note da alcuni organi di stampa statunitense, e la lunga serie di
obbiettivi da colpire costituiti da quegli stati che l'amministrazione
USA definisce "stati cana-glia". Si tratterebbe di una sessantina di stati
poveri dove è prevalente fra la popola-zione la religione islamica.
Dai tempi della guerra di Troia le guerre hanno avuto bi-sogno di due elementi:
il motivo occasionale ed il condimento ideologico rappresen-tato in genere
dall'odio religioso. Anche questa guerra non fa eccezione. L'idea dello
scontro fra la "civiltà" cristiana e quella islamica è stata
percepita da subito come il condimento ideologico dell'attuale guerra.
Lo scenario di guerra internazionale
prima descritto, con il suo pesante appello alle religioni cristiana e
musulmana a schierarsi da una parte o dall'altra, ha spinto un gruppo di
cristiani di svariate confessioni (cattolici, evangelici, ortodossi), molti
re-sponsabili di ordini missionari, islamologi, intellettuali ed educatori,
vescovi, giorna-listi, teologi e filosofi, semplici cittadini, a lanciare
un "Appello ecumenico" affinché quanto era purtroppo avvenuto non
mettesse in discussione le iniziative di dialogo fra cristiani e musulmani
con l'obiettivo concreto e controcorrente di giungere alla pro-clamazione,
nell'ambito del dialogo interreligioso, di una "Giornata del dialogo cri-stiano
islamico". I riferimenti teorici e pratici dell'appello sono stati individuati
nel documento "Nosta Aetate" del Concilio Vaticano II e nella "Carta Ecumenica
Euro-pea" del 2001.
Promotore dell'iniziativa
è stato l'amico Brunetto Salvarani, giornalista, scrittore, teologo,
nonché assessore alla cultura del comune di Carpi in provincia di
Modena. Dopo un intenso scambio di opinioni fra quelli che poi diventeranno
i primi firmatari dell'appello, il 4 novembre del 2001 l'appello venne
lanciato via Internet e su alcuni organi di stampa. Il nostro sito, www.ildialogo.org,
divenne il punto di riferimento della campagna. Nel giro di alcuni mesi
la massa di materiali raccolti sul sito divenne così imponente che
nacque quasi spontanea l'idea di raccogliere in un libro tutti quei materiali
insieme ad altri contributi specifici per far vivere nel tempo l'idea del
dialo-go fra cristiani e musulmani nel nostro paese. E' nato così
il libro “La rivincita del dialogo, cristiani e musulmani in Italia dopo
l'11 settembre”, edizioni EMI, a cura di Brunetto Salvarani e Paolo Naso,
con contributi di Giovanni Sarubbi, Mostafa el Ayoubi, Adel Abbar.
Ancora maggiore è
la quantità di documenti, articoli, riflessioni che è disponibile
sul nostro sito con la campagna che abbiamo lanciato nell'autunno del 2002
che è culmi-nata con la celebrazione in tutta Italia della "prima
giornata del dialogo cristiano islamico" lo scorso 29 novembre 2002. Il
tutto con mezzi assolutamente "poveri" quali sono un sito internet e le
catene di email.
Il vero motore dell'iniziativa
sono state le persone. Quando, come direttore del sito www.ildialogo.org,
diedi la disponibilità ad ospitare l'appello per l'istituzione di
una giornata del dialogo cristiano islamico, non avevo alcuna idea sulla
quantità di lavoro che quest'adesione avrebbe comportato.
Non pensai neppure per un momento alla possibilità di inserire sul
sito una qualche cosa di automatico che consentisse a chi voleva aderire
di inserire la propria adesione semplicemente inserendo il proprio no-me
e cognome e qualche altro dato e poi schiacciando un pulsante. E' quello
che in genere fanno tutti i siti Internet attraverso lo strumento che in
gergo informatico si chiama guest-book. Chi scrive la propria adesione
ad una iniziativa in un guest-book di solito poi ottiene una risposta già
scritta dove sono aggiunte solo le generalità di chi aderisce.
Questo metodo di lavoro
è certamente efficiente, ma assolutamente spersonalizzante perché
assegna ad un software, quello che viene di solito chiamato robot, sia
il com-pito di ricevere le adesioni sia quello di rispondere. Chi aderisce
ad una iniziativa ge-stita con un guest-book è un numero, qualcuno
buono a fare, come si suol dire, "mas-sa critica".
Ma lo scopo della nostra
iniziativa non era questo: c'interessava coinvolgere persone, gruppi, associazioni,
mettere in moto energie ed iniziative le più ampie possibili. Ab-biamo
così diffuso solo due Email, quella della redazione de Il Dialogo,
e quella di Brunetto Salvarani. I risultati sono stati superiori a qualsiasi
più ottimistica previsio-ne.
C'è costata certo
molta fatica, ma ognuno che ha scritto o ha telefonato per aderire, ha
ricevuto la sua personale risposta e non si è trattato mai di poche
righe formali o del semplice scambiarsi le generalità. Tutto il
nostro appello ha teso a valorizzare le per-sone, il loro protagonismo.
L'appello per la giornata del dialogo cristiano islamico, non è
stato così un fatto virtuale, qualcosa di cui alla fine non rimane
traccia nella vita di tutti i giorni. L'idea di istituire una giornata
per il dialogo, si è inserita nello scontro che si è aperto
nelle chiese cristiane ma anche in tutte le religioni, fra i soste-nitori
della guerra, come risposta agli attentati dell'11 settembre, e i fautori
del dialo-go fra le fedi, le culture le persone. Scontro che si è
manifestato in vario modo e che ha attraversato trasversalmente tutte le
chiese cristiane e le religioni nel loro comples-so. Scontro, che certo
non è concluso, che ha trovato nella preghiera per la pace del 24
gennaio 2002 ad Assisi, un punto di svolta, con la dichiarazione solenne
sul rifiuto della guerra da parte di tutte le religioni. La difesa della
pace non ci consente però di dormire sugli allori.
2. Le iniziative del 2001
Momenti importanti dell'iniziativa
sul dialogo cristiano islamico del 2001 sono state le risposte ufficiali
della CEI e della FCEI e le adesioni delle comunità islamiche, quelle
facenti capo all'UCOI, quelle aderenti ai Sufi, quelle di esponenti del
Centro Islamico di Milano. Momento importante, oltre quello di Assisi,
è stato sicuramente quello del digiuno del 14 dicembre 2001. Ma
ci sono stati anche il documento comu-ne fra FCEI e UCOII a livello nazionale
ed iniziative locali di grande importanza, al nord come al sud del paese.
Citiamo il documento comune fatto in Campania fra chiesa cattolica e una
delle due moschee di Napoli; l'adesione di massa di due parroc-chie del
bergamasco; il primo incontro fra il gruppo ecumenico irpino e la locale
co-munità islamica; e poi iniziative in Sicilia, a Modena, in Puglia,
a Napoli, a Firenze, a Milano, persino in Svizzera. Non è rimasta
escluso neppure il mondo della scuola con un appello che ha coinvolto insegnanti
e studenti di religione musulmana. In pista so-no scesi i giovani dell'Ugei
(Unione giovani ebrei italiani), le Acli e i "Giovani mu-sulmani d’Italia"
con la firma di un documento e iniziative comuni.
Per lo sviluppo dell'iniziativa
per il dialogo cristiano islamico, importante è stato il ruolo dei
giornali e degli altri mezzi di comunicazione. Fra tutti ricordiamo il
ruolo di quotidiani come l'Unità e delle due agenzie ufficiali della
FCEI, la NEV, e della CEI, il SIR che hanno dato ampio spazio e risalto
all'appello con interviste ed articoli in particolare in occasione della
preghiera per la pace del 24 gennaio 2002 ad Assisi. Ma altrettanto importanti
l'adesione di tutta una serie di riviste del mondo cristiano aperte all'ecumenismo,
da Confronti, ad Adista, a Viator, a Mosaico di Pace, a Tempi di Fraternità.
Altrettanto importante la pubblicazione su molti siti internet di link
con il sito de "il Dialogo". Fra i più attivi citiamo quello dei
Saveriani di Brescia.
3. La Giornata del 29 novembre
2002: un breve resoconto
Anche volendo non potremmo
parlare di tutte le iniziative che si sono svolte il 29 no-vembre scorso
in occasione della prima giornata nazionale del dialogo cristiano isla-mico.
Molte le iniziative e troppo poco lo spazio per raccontarle tutte. Siamo
co-stretti così a parlare solo di alcune di esse.
La manifestazione di cui
maggiormente si sono occupati i mass media, è stata sicu-ramente
quella organizzata nella mattinata del 29/11 al Campidoglio dalla rivista
Confronti e dal Comune di Roma cui è seguita nel pomeriggio la visita
alla Grande Moschea di Roma e l’incontro con i responsabili del Centro
Culturale Islamico R.S.V.P.. Ad accogliere la delegazione cristiana sono
stati l'ex ambasciatore Mario Scialoja della Lega Musulmana e Abdellah
Redouane, direttore del Centro islamico, con il nuovo imam da poco nominato.
Sempre a Roma, nel quartiere Centocelle abi-tato da molti immigrati, anche
la locale moschea, certamente più povera, ha aperto le sue porte
ai non musulmani.
In mattinata al Campidoglio
il dibattito organizzato dalla Consigliera delegata alle Politiche della
Multietnicità Franca Eckert Coen e dalla rivista Confronti ha visto
la partecipazione di cattolici, protestanti di varia confessione, ed esponenti
di altre fedi religiose non cristiane. Sono intervenuti il prof. Daniel
Madigan, pro preside della Pontificia Università Gregoriana; Oscar
Camilletti, musulmano del Centro islamico di Roma; monsignor Piero Coda,
teologo della Pontificia Università Lateranense; il teologo valdese
Daniele Garrone. Molti gli spunti di riflessione offerti dai relatori.
Per Daniel Madigan “Le religioni sono astrazioni e le astrazioni non dialogano
tra loro; a farlo sono soltanto gli uomini”. Perciò le domande più
urgenti del confronto tra persone di diversa fede non riguardano questioni
dottrinarie ma questioni terrene come la condizione degli immigrati, perché
“a domande umane vanno date risposte umane, non religiose”. Rifiutare un
extracomunitario perché è musulmano significa manifestare
una reazione religiosa ad un problema umano. Per Oscar Camilletti di fronte
al nichilismo di una società eccessivamente secolarizzata, “l'esperienza
religio-sa insegna che oltre una certa soglia siamo nelle mani di Allah,
ci sono il soprannatu-rale, la misericordia, la preghiera”; il credente
non può rinunciare alla forza della spi-ritualità, a quella
comunicazione con Dio che anche monsignor Piero Coda, conside-ra simile
al dialogo autentico tra le persone. Il confronto interreligioso è
diventato un imperativo della storia, non un lusso da accademici pontifici,
e “la religione deve es-sere considerata una riserva di valori etici”.
Per Coda, “visione laica e visione tra-scendente”, sono entrambe preziose
nell'epoca della globalizzazione. Mons. Coda si dice poi convinto che “il
cristianesimo, nelle sue radici profonde, riconosce la laicità”
come casa comune di tutti e come libertà religiosa. Per questa ragione,
dopo il Con-cilio vaticano II la Chiesa cattolica ha fatto pace con la
“modernità che è tipica della tradizione europea”. Ci sono
voluti secoli ed è corso molto sangue, ma infine è acca-duto
e questo conferma - ritiene Coda - l'esistenza di radici cristiane per
la nuova Eu-ropa. Anche l'Islam - secondo Coda - dovrà attraversare
questo sofferto rapporto con la modernità, “sia pure nel modo proprio
di una diversa tradizione culturale e religio-sa”. Per il teologo valdese
Daniele Garrone bisogna stare attenti alle rappresentazio-ni edulcorate.
Non è vero - dice Garrone - che le religioni diventino intolleranti
sol-tanto quando sono strumentalizzate dalla politica o da altri interessi.
Esiste, infatti, una “tentazione dell'uomo religioso”, tanto più
forte quanto più la fede dipende da una verità monoteista
e rivelata. Attenti dunque agli integralismi e a chi teme la de-mocrazia
e la laicità perché andrebbero di pari passo con “il relativismo
religioso”. E se fosse vero il contrario? Chi crede davvero in Dio - afferma
Garrone - “si fida di lui”, sa di dover svolgere “un compito soltanto umano”
e perciò non gli ruba il me-stiere.
Altra importante iniziativa
quella di Reggio Emilia dove la locale sezione femminile del Centro Islamico
ha organizzato "Donne reggiane in moschea". Nell'occasione Mina Makhlouk,
della sezione femminile del Centro Islamico, ha rivolto un discorso alle
donne cristiane intervenute nel quale ha definito il “Ramadan, mese della
frater-nità e della solidarietà, del dialogo e della conoscenza
reciproca”, in cui si rafforzano i legami tra le persone e si aiutano i
bisognosi. Citando il versetto del Corano la dove Allah dice: “O uomini,
vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina e abbiamo fatto di voi
popoli e tribù affinché vi conosciate”, Mina Makhlouk ha
affermato che “in questo importantissimo versetto scopriamo e riconosciamo
insieme la pluralità delle culture, religioni e tradizioni e non
ci fermiamo a questo, ma ci impegniamo nella conoscenza reciproca, per
trovare punti di accordo, eliminare barriere e costrui-re nuovi ponti di
amicizia e collaborazione”.
Spunti di riflessione molto
interessanti sono giunti da Torino, dove il gruppo Insie-me per la Pace
ha organizzato il 29 un incontro che ha prodotto un documento su cui nei
prossimi mesi si continuerà a lavorare. Ad Asti sono state raccolte
circa due-cento adesioni, compreso il sindaco e l’assessore alle politiche
giovanili, il direttore della Caritas Diocesana, quelle di numerosi immigrati
senegalesi, nigeriani e maroc-chini, su un documento proposto dalla redazione
astigiana di Tempi di fraternità, e siglata anche dal “cartello
ZAKHOR” che comprende alcune chiese evangeliche lo-cali, associazioni culturali
non religiose, la commissione diocesana “migrantes”, al-cune parrocchie,
il “coordinamento immigrati”, l’Asti Social Forum. A Genova il 29 una delegazione
di aderenti alla WCRP e al SAE si è recato presso la moschea di
Genova Sampierdarena dove sono stati accolti da Hussain, presidente del
Centro Islamico Culturale di Genova. Insieme si è rotto il digiuno.
Hussain ha espresso pa-role di gioia e di accoglienza, affermando che la
giornata delle "moschee aperte" ha un significato di pace, di volontà
di conoscenza e di comprensione tra persone di reli-gioni e nazionalità
diverse. A Napoli il 29 è stato caratterizzato da un momento
di preghiera per pace di tutti i gruppi cristiani che hanno sottoscritto
il documento "La tenda di Abramo" e dalla visita alle due moschee di C.So
Arnaldo Lucci e di Piazza Mercato. La preghiera si è tenuta nella
Chiesa Battista di Via Foria.
Molte anche le diocesi che
hanno organizzato iniziative il giorno 29. A Milano, il 29 novembre, la
diocesi ha organizzato un incontro nel salone della Caritas con i respon-sabili
dei vari centri musulmani, per uno scambio di auguri e l’offerta del messaggio
del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. A Sesto san Giovanni
(Mi) im-portante iniziativa il giorno 5 dicembre, durante la festa della
chiusura del digiuno. Per la prima volta in Italia una donna, Franca Ciccolo
Fabris, ha parlato a nome dei cristiani impegnati nel dialogo cristiano
islamico (Sae, Centro ambrosiano di docu-mentazione per le religioni, Nevè
Shalom-Wahat al-Salam, Noi siamo chiesa...). A Torino, invece - afferma
don Augusto Negri, direttore del "Centro Peirone" - si è deciso
di far giungere il messaggio vaticano con una nota diocesana di accompagna-mento
attraverso i giornali. Ad Aosta l’ufficio diocesano per l’ecumenismo e
il dia-logo interreligioso ha organizzato in cattedrale una veglia di preghiera
e di digiuno per la pace. A Verona il Vescovo ha firmato un documento nel
quale ha invitato cri-stiani e musulmani "ad esprimere la reciproca accoglienza
condividendo un momento di comunicazione in letizia, di preghiera o di
digiuno, implorando da Dio il dono della Pace: in ogni cuore, in ogni Stato".
Sempre a Verona, la locale sezione di Pax Christi ha inviato una lettera
ai credenti in Allah nella quale, fra l'altro, si afferma che “è
urgente superare ferite e incomprensioni, annidate nel nostro comune passato,
per collaborare alla costruzione di un mondo rinnovato e nonviolento in
cui possano coabitare la Pace, la Giustizia, il Perdono e in cui Dio possa
essere invocato e bene-detto da tutti i suoi figli liberi”. A Trento si
è tenuto un incontro, organizzato dal Centro Culturale ecumenico
Bernardo Clesio della Diocesi di Trento, dalla locale Comunità Islamica
e dala libreria Ancora Artigianelli, a cui hanno partecipato don Giuliano
Vallotto, referente per il dialogo islamo-cristiano nella diocesi di Treviso,
Aboulkheir Breigheche, pres. Comunità Islamica, Alessandro
Martinelli, ref. Dialogo inter. Diocesi di Trento e Adel Jabbar. Iniziative
il 29 anche a Firenze, nella moschea in via Ghibellina, a cui ha partecipato
l'arcivescovo di Firenze, varie associazioni cattoliche e un rappresentante
delle chiese protestanti, e a Viterbo, pres-so il Centro di ricerca per
la pace di Viterbo. A Desio, in Brianza (Mi) la giornata del 29 è
stata caratterizzata da una vera e propria manifestazione popolare per
la pace, alla quale hanno partecipato circa trecento persone cristiane
e musulmane, soprattutto della comunità pakistana, con corteo per
le vie della città cui hanno aderito i Missio-nari Saveriani, le
Comunità islamiche di Desio, la Pastorale Giovanile di Desio, la
Scuola d’italiano per stranieri, il Gruppo solidarietà Stranieri
Desio, il Gruppo Roma-nia, il Comitato ONU dei popoli, il Gruppo Lazzati
di Desio, la Formazione all’impegno socio-politico decanale di Desio, il
Gruppo missionario cittadino di De-sio, la Parrocchia S. Pio X. A Conventino,
Treviglio (BG), il 29 è stato giornata di digiuno con la proposta
di inserire nel percorso di Avvento il discorso sul dialogo nella speranza
di un mondo di pace.
Ma le iniziative non sono
state solo religiose, molte anche quelle di tipo civile come quella del
Comune di Formigine (MO) che si è impegnato a proseguire gli obiettivi
della giornata di dialogo con le iniziative natalizie di solidarietà
internazionale e per la pace.
Infine, molte sono state
le associazioni islamiche che hanno aderito all'appello dell'-UCOII "Moschee
Aperte", fra queste quelle di Torino Moschea della Pace, C.so Giulio Cesare,
Genova Centro, Genova Prà, Milano, Padova, Bergamo, Brescia, Pa-dova,
Trento, Bolzano, Modena, Firenze, Ancona, Perugia, Roma, Masjid al Huda
(Centocelle), Imperia, Savona, Cuneo, Mantova, Castiglione delle Stiviere,
Ravenna, Colle Val d'Elsa, Rimini- Macerata.
4. Conclusioni
La caratteristica fondamentale
di tutti i dialoghi interreligiosi è in genere quella di es-sere
appannaggio degli specialisti. Schiere di teologi, studiosi, sociologi
ed esperti vari si riuniscono di tanto in tanto per affrontare qualche
argomento il più delle volte giungendo a conclusioni che non portano
poi da nessuna parte perché non si riesce ad andare oltre l’elencazione
delle reciproche differenze o dei reciproci punti di vista. Questi esperti
sono portati spesso a confondere quella che è la propria comprensione
della religione che ognuno rappresenta con la religione nel suo complesso.
La visione parziale che ognuno rappresenta quando si confronta con gli
altri viene spesso eretta a dogma di fede. La propria parziale visione
della propria realtà religiosa viene confusa con la realtà
stessa. I semplici credenti dell’una o dell’altra religione quasi mai sono
impegnati direttamente nel confronto con le persone di fede o cultura diversa
dalla propria.
E’ questa la realtà
dei rapporti ecumenici all’interno dello stesso cristianesimo; è
così nei rapporti ebraico cristiani, per i quali pure esiste una
giornata, che ogni anno cade il 17 gennaio, durante la quale ci si dovrebbe
riunire per approfondire la conoscenza reciproca ma che è oramai
largamente disattesa.
Di tanto in tanto vengono
approvati documenti che sembrano costituire passi in avanti, e a volte
lo sono, ma che in realtà alla fine si riducono all’ennesima elenca-zione
di buone intenzioni che nulla cambiano nei rapporti fra le persone di fede
e cultura diverse. E’ successo ad esempio con il documento Nostra Aetate
del Concilio Vaticano Secondo, nel quale pure si sente forte il “vento
di Dio” e che sicuramente quarant’anni fa costituì una svolta ma
che è oggi largamente disatteso dalla stessa ge-rarchia della chiesa
cattolica; sta succedendo con la Carta Ecumenica Europea appro-vata nel
2001; è successo con i documenti delle assise ecumeniche mondiali.
Sia l’ecumenismo fra le
chiese cristiane sia il dialogo interreligioso, stentano a di-ventare un
fenomeno di massa. Gli steccati piantati dagli specialisti di ogni singola
religione sembrano anzi diventare sempre più insormontabili. Ci
si arena spesso, so-prattutto nell’ambito cristiano, di fronte a questioni
che alla fine nascondono interessi di bottega, piccoli o grandi privilegi
che ogni confessione religiosa vuole mantenere. Recentemente, per esempio,
è ritornato a galla, in ambito cristiano, il dibattito fra i favorevoli
e i contrari al battesimo dei bambini. Nonostante si continui a recitare
pra-ticamente lo stesso credo religioso nella maggioranza delle chiese
cristiane (in parti-colare quello cosiddetto Niceno-Costantinopolitano),
le varie chiese sono l’una con-tro l’altra armata ed è ancora oggi
impossibile celebrare insieme l’eucarestia o cena del Signore che dir si
voglia.
In questo quadro di stagnazione
del dialogo ecumenico ed interreligioso, ha fatto ec-cezione la giornata
del dialogo cristiano islamico che si è tenuta in tutt’Italia lo
scorso 29 novembre 2002 di cui abbiamo cercato di tracciare un quadro complessivo.
Per la prima volta, forse perché spinti dalla contingenza della
guerra, si sono incontrati ed hanno scambiato le proprie esperienze di
vita e di fede i semplici fedeli, quelli che magari sono più attivi
nelle moschee o nelle parrocchie, ma in un quadro di fraternità
dal basso. In queste iniziative non c’è stato solo il dato religioso.
Anche molte istitu-zioni statali, soprattutto sindaci e consigli comunali,
sono state coinvolte in prima persona, citiamo per tutte il comune di Roma,
a dimostrazione di come il dialogo in-terreligioso ed interculturale è
qualcosa che ha una valenza sociale e politica notevo-le.
Alla fine crediamo sia stato
un bene che le varie istituzioni ecclesiastiche cristiane italiane
non abbiano assunto su di se l’onere della organizzazione di tale giornata.
Questa mancanza di copertura al vertice delle chiese ha spinto la base
ad impegnarsi direttamente nella organizzazione di iniziative che hanno
coinvolto molte migliaia di persone nel nostro paese. Molti sono stati
gli incontri dove cristiani e musulmani hanno potuto non solo pregare insieme
ma anche condividere un momento di convi-vialità e di gioia. Per
la prima volta gli incontri non hanno riguardato solo italiani convertiti
all’Islam ma musulmani provenienti da paesi dove l’Islam è maggioritario
(paesi del nord Africa in particolare), a dimostrazione di come la presenza
musulma-na in Italia non è più un fatto marginale ma si va
configurando come qualcosa di sta-bile che vuole durare nel tempo. Già
si parla della seconda generazione di musulmani in Italia con una forte
componente giovanile.
Crediamo, per concludere,
che sia fondamentale per lo sviluppo del dialogo interreli-gioso e di quello
con l’Islam in particolare, continuare sulla strada di un dialogo dal basso,
di un impegno continuo dei singoli e delle organizzazioni di base (moschee,
parrocchie, associazioni) a cercare il rapporto con le persone in quanto
tali, senza pregiudizi ma anche senza nascondersi le difficoltà
che esistono in qualsiasi tipo di rapporto, anche all’interno della stessa
religione, della stessa cultura o della stessa nazione, e le contrapposizioni
fra nord e sud dell’Italia agitate da qualche forza poli-tica stanno li
a dimostrare come non sia tutto bianco o nero. Non dobbiamo nemmeno nasconderci
che in questo rapporto fra cristiani e musulmani sia gli uni che gli altri
dovranno fare i conti con svariati secoli di contrapposizione ideologica
con le reci-proche diffidenze che tali contrapposizioni hanno creato. Dovremo
anche fare i conti con le provocazioni di chi, nell’uno o nell’altro campo,
lavorano per la guerra e lo scontro di civiltà. Tutti dobbiamo avere
la consapevolezza che la pace ed il dialogo dipendono dalla capacità
di ognuno ad affrontare con razionalità e mettendoci la ne-cessaria
passione le difficoltà o le provocazioni nella convinzione che l’alternativa
al dialogo è la guerra, con tutto ciò che la guerra significa
per il futuro stesso dell’umanità.
Giovanni Sarubbi
Direttore de Il Dialogo
http://www.ildialogo.org
Email: direttore@ildialogo.org
Tel: 3337043384
Appendice: Documentazione
Testo dell'appello ecumenico
per una giornata del dialogo cristianoislamico
"Noi, cristiane e cristiani
di diverse confessioni e laici, impegnati da anni nel faticoso cammino
del dialogo coi musulmani italiani o in un lavoro culturale sull'islam,
cre-diamo che l'orrendo attentato di New York e Washington costituisca
una sfida non solo contro l'occidente ma anche contro quell'islam, largamente
maggioritario in tutto il mondo, che si fonda sui valori della pace, della
giustizia e della convivenza civile. Pensiamo che quanto è accaduto
non debba in alcun modo mettere in discussione o rallentare l'itinerario
del dialogo. Anzi, riteniamo che proprio i commenti e gli avve-nimenti
succeduti a quel tragico evento ci chiamino ad accelerare il processo di
reci-proca conoscenza, senza il quale ci sembra difficile ipotizzare passi
avanti sul piano delle relazioni interreligiose, in particolare con quei
musulmani che sono da tempo nostri compagni di strada sul cammino della
costruzione di una società pluralista, ac-cogliente, rispettosa
dei diritti umani e dei valori democratici.
Per questo, chiediamo alle
chiese italiane e ai loro responsabili di prendere in consi-derazione (nello
spirito del documento conciliare "Nostra Aetate", della "Charta Oe-cumenica",
delle visite di Giovanni Paolo II a Casablanca e Damasco e del recente
incontro di Sarajevo fra i leader delle comunità cristiane e dei
musulmani d'Europa) la creazione di una "Giornata del dialogo cristianoislamico".
Siamo ben consapevoli che
l'istituzione di una simile Giornata non risolverà certo ogni problema,
e che potrebbe - come in altre situazioni simili - risolversi in una ste-rile
celebrazione rituale: siamo convinti, peraltro, che si tratti di un piccolo
segnale nella direzione di un incontro che, in ogni caso, sta nella forza
delle cose.
Con un augurio sincero di
shalom - salaam - pace!"
Comunicato stampa n. 1 sull'appello
ecumenico per una giornata del dialogo cri-stianoislamico
Di fronte al terribile evento
dell'11 settembre 2001 anche il mondo del dialogo ecu-menico e interreligioso
è stato scosso alle fondamenta, fino ad essere messo radical-mente
in discussione. Il dibattito che ne sta seguendo, del resto, è stato
sostanzial-mente monopolizzato da politologi, sociologi e teorici dello
"scontro di civiltà", che hanno cercato di mettere a fuoco ripetutamente
i caratteri specifici dell'islam e dei musulmani. Si è spesso evidenziato,
in tale panorama, che l'islam è oggi la seconda confessione religiosa
in molti stati europei fra cui l'Italia, dimenticando però che da
anni - in parallelo a questo processo - è cominciato anche nel nostro
paese un itinera-rio, difficile e complesso, di reciproca conoscenza fra
cristiani, laici e musulmani, a partire dalle problematiche della vita
quotidiana e sociale.
Che da tempo non pochi gruppi,
associazioni, movimenti, chiese locali e semplici credenti operano con
umiltà e passione in tale direzione, evitando qualsiasi irenismo
e incontrando non "l'islam" in sé, bensì donne e uomini musulmani,
in grandissima parte per nulla fondamentalisti e alla ricerca solo di un
decente tenore di vita, di un lavoro, di una casa, di essere cioè
accettati in una società pluralista e laica come quella italiana.
Un simile dialogo va oggi,
alla luce di quanto è accaduto negli Stati Uniti e sta acca-dendo
in Afghanistan e Pakistan, intensificato e rafforzato, al fine di produrre
anti-corpi positivi nei confronti di qualsiasi demenziale appello allo
"scontro di civiltà", ma anche di inverare compiutamente le profetiche
indicazioni provenienti dal Conci-lio Vaticano II, dal magistero di Giovanni
Paolo II e dalle principali Assemblee delle chiese europee, da Basilea
(1989) a Graz (1997) sino alla proclamazione, avvenuta a Strasburgo nell'aprile
2001, della "Charta Oecumenica", che invita i cristiani del Vec-chio continente
"ad incontrare i musulmani con un atteggiamento di stima" e "ad ope-rare
insieme ai musulmani su temi di comune interesse". Eppure, l'atteggiamento
più diffuso nei loro confronti resta fortemente impregnato di antichi
pregiudizi, interpre-tazioni stereotipate e chiusure mentali.
E' in questo contesto che
è nato l'Appello ecumenico che in questi giorni credenti, teologi,
educatori alla pace e all'intercultura e personalità impegnate da
anni nel cammino del dialogo ecumenico e interreligioso - cristiani di
diverse confessioni e laici - hanno scelto di inviare ai leader delle chiese
italiane perché il dialogo cristia-noislamico prosegua e venga percepito
come un "caso serio" dell'attuale stagione, suggerendo ad esempio l'istituzione
di una "Giornata del dialogo cristianoislamico". Primo obiettivo dell'Appello
è, peraltro, di sollevare dibattito il più possibile ampio
nelle comunità e nelle chiese sulla necessità che il dialogo
interreligioso esca dal-l'ambito dei temi per specialisti e addetti ai
lavori per diventare materia fondamentale di formazione cristiana, di informazione
e di studio, nello spirito dell'affermazione di Paolo VI a partire dalla
quale oggi le chiese cristiane sono convocate a "farsi dialo-go", fiere
della propria identità ma anche senza paura di sporcarsi le mani,
e forti del coraggio che deriva loro dall'adesione al Vangelo di Gesù
Cristo.
Comunicato stampa n. 2
Teologi, vescovi, pastori,
ministri di culto, educatori alla pace e all'interculturalità, studiosi
dell'islam, responsabili di associazioni e chiese locali, semplici cristiani
di tutte le confessioni presenti in Italia (cattolici, evangelici, ortodossi),
ma anche rap-presentanti di importanti comunità musulmane, come
Ali Schutz, direttore de "Il Fondaco dei Mori" e il dott. Mohamed Nour
Dachan, presidente dell'UCOII, hanno sottoscritto l' "Appello ecumenico
al dialogo cristianoislamico" lanciato il 4 novem-bre scorso su scala nazionale.
Si tratta, sinora, di una pattuglia di oltre 300 persone, di tutte le parti
d'Italia: una pattuglia che si sta via via ingrossando, con l'intento dichia-rato
di sviluppare il dialogo con l'islam nonostante i terribili eventi dell'11
settembre scorso e quanto è accaduto da allora, di approfondire
la conoscenza reciproca, di ri-flettere insieme sugli errori del passato
per impedire gli errori e le mostruosità del presente, e di fornire
un segnale in controtendenza rispetto alla logica del conflitto senza quartiere
oggi imperante su scala planetaria.
In particolare, i firmatari
chiedono ai leader delle chiese italiane di adoperarsi per creare in chiave
ecumenica una "Giornata del Dialogo cristianoislamico", sulla linea del
magistero di Giovanni Paolo II, delle Assemblee europee di Basilea (1989)
e di Graz (1997) e della recente "Charta Oecumenica". Per questo, hanno
scritto a Mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia - Città
della Pieve e presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo
e il dialogo della CEI; al prof. Gianni Long, presidente della FCEI (Federazione
delle Chiese evangeliche in Italia); e a S. E. Gennadios di Cratea, metropolita
della Sacra arcidiocesi ortodossa d'Italia, affin-chè raccolgano
l'invito dell'Appello e assumano un impegno il più possibile concreto
perchè il dialogo interreligioso esca dall'ambito dei temi riservati
agli specialisti e agli addetti ai lavori per diventare materia fondamentale
di formazione cristiana, di informazione e di studio. Un "caso serio",
anzi "il" caso serio dell'odierna stagione.
Nel frattempo, i firmatari
hanno promosso una settimana di mobilitazione dal 7 al 14 dicembre (in
preparazione della giornata del digiuno di solidarietà con la fine
del Ramadan voluta da Giovanni Paolo II), la "Settimana del dialogo", durante
la quale in diverse località italiane si terranno incontri interreligiosi,
conferenze e conferenze stampa, digiuni, e appuntamenti di preghiera, per
diffondere ulteriormente i contenuti dell'Appello e riaffermare con forza
che al dialogo non c'è alternativa. Da notare che la "giornata del
dialogo cristianoislamico" sarebbe un unicum in Europa, e costitui-rebbe
un notevolissimo precedente, sulla scia della "Giornata del dialogo cristiano-ebraico"
voluta dai vescovi italiani oltre un decennio fa.
Per informazioni sulla "Settimana
del dialogo" e adesioni alla iniziative ci si può ri-volgere a:
- redazione@ildialogo.org
- b.salvarani@carpi.nettuno.it
tel.335.5638950
Per l'elenco completo dei
firmatari dell'Appello e per tutti i materiali ad esso relativi, si può
visitare il sito: www.ildialogo.org
Comunicato stampa dei firmatari
dell'appello ecumenico per una giornata del dialogo cristianoislamico su
assisi 2002
Comunicato stampa n. 3 del
22-1-2002
Le diverse centinaia di cristiani
di tutte le confessioni (leader di chiese, di movimenti e di riviste, teologi,
educatori alla pace e all'intercultura, operatori del dialogo e della carità
fraterna) e i molti musulmani residenti in Italia che negli scorsi mesi
hanno sottoscritto congiuntamente un "Appello ecumenico per una giornata
del dialogo cri-stianoislamico" guardano con estremo favore e con grande
speranza alla Giornata di preghiera delle religioni per la pace che si
terrà ad Assisi il prossimo 24 gennaio.
I firmatari, cui è
giunta fra l'altro l'adesione al progetto da parte del Presidente della
Commissione per l'ecumenismo e il dialogo della CEI, l'arcivescovo di Perugia
mons. Giuseppe Chiaretti, e del Presidente della Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia prof. Gianni Long, si augurano che da Assisi giunga
non solo una spinta decisi-va per la scelta del dialogo, del confronto
e del reciproco rispetto tra tutte le donne e gli uomini, ma anche un'indicazione
precisa di metodo per le nostre chiese e le nostre comunità religiose.
Essi ribadiscono, infatti,
che proprio quanto è accaduto nelle scorse settimane negli Stati
Uniti, in Afghanistan e in Medio Oriente, e i suoi riflessi negativi nella
vita so-ciale in tanti altri paesi fra cui l'Italia, ci chiamino in particolare
ad accelerare il pro-cesso di reciproca stima e conoscenza fra cristiani
e musulmani: in mancanza del quale appare difficile ipotizzare passi avanti
sul piano delle relazioni interreligiose, soprattutto con quei musulmani
che sono da tempo nostri compagni di strada sul cammino della costruzione
di una società pluralista, accogliente, rispettosa dei diritti umani
e dei valori democratici.
Assisi 2002 sarà
senza dubbio un "evento" straordinario. I firmatari si augurano però
che non si tratti solo di un "evento" puramente mediatico, e che lo "spirito
di Assisi" e dell'annuncio di un Vangelo francescanamente "sine glossa"
riesca a permeare, dal 25 gennaio, ogni scelta, ogni gesto, ogni azione
delle chiese e delle comunità locali, fino a far sì che il
dialogo ecumenico e interreligioso diventi un elemento decisivo e "normale"
della pastorale, degli studi teologici, della vita quotidiana dei credenti
in Cristo Signore. In tale direzione, una volta di più, evidenziano
che l'adozione, in chiave ecumenica, di una "Giornata del dialogo cristianoislamico"
da parte delle chie-se italiane - a imitazione del recarsi mite del Poverello
di Assisi alla dimora del Sul-tano - costituirebbe un segnale estremamente
rilevante contro ogni tentativo di far ri-sorgere antistorici scontri di
civiltà e assurde guerre di religione, oltre che la prima esperienza
del genere nell'intera Europa.
I comunicati stampa
dell'autunno 2002
APPELLO ECUMENICO AL DIALOGO
CRISTIANOISLAMICO
Comunicato stampa in occasione
dell’anniversario dell’11 settembre 2001
È passato un anno
dall’11 settembre 2001. Il mondo è purtroppo in guerra. Scenari
foschi si adden-sano all’orizzonte per nuove e più micidiali guerre
che vengono prospettate cercando di avvalorarne la ineluttabilità.
Ma sono propri questi scenari
che rendono ancora attuali i motivi che un anno fa, subito dopo l’11 settembre,
hanno spinto Teologi, vescovi, pastori, ministri di culto, educatori alla
pace e all’interculturalità, studiosi dell’islam, responsabili di
associazioni e chiese locali, semplici cristiani di tutte le confessioni
presenti in Italia (cattolici, evangelici, ortodossi), ma anche rappresentanti
di importanti comunità musulmane, a sottoscrivere l’ "Appello ecumenico
al dialogo cristianoislami-co" lanciato il 4 novembre 2001 su scala nazionale
e che ha raccolto centinaia di adesioni, con deci-ne di iniziative sviluppate
in tutta Italia. Positiva, inoltre è stata la risposta sia della
CEI che della FCEI.
I firmatari di quell’appello,
che si apprestano a sviluppare una nuova campagna di sensibilizzazione
ed iniziative concrete nei prossimi mesi, ritengono che oggi più
che mai sia importante rilanciare lo spirito del dialogo, per impedire
che la logica dello “scontro di civiltà” prevalga sia nei rapporti
so-ciali sia in quello fra gli stati.
C’è chi oggi, molto
più di un anno fa, soffia sul fuoco delle differenze religiose,
sulle presunte "in-compatibilità" fra Islam e cristianesimo. Una
simile propaganda di odio verso una specifica religio-ne, si è già
verificato prima e durante la seconda guerra mondiale a danno degli ebrei
con le conse-guenze orribili che tutti ricordano. Noi riteniamo invece
che il dialogo fra cristiani e musulmani, come quello fra cristiani ed
ebrei e fra ebrei e musulmani, non solo è possibile ma è
l’unica strada che consentirà all’Italia e al Mondo di avere un
avvenire di pace. Altrimenti semplicemente non ci sarà più
"Storia".
E’ con questi sentimenti
che ci apprestiamo a ricordare i tragici fatti dell’11 settembre e che
ci spin-gono ad un rinnovato impegno per la pace ed il dialogo.
Per firmare l’Appello e
per adesioni o segnalazione di iniziative, ci si può rivolgere a:
- redazione@ildialogo.org
Tel: 333.7043384
- b.salvarani@carpi.nettuno.it
tel.329.1213885
Per l’elenco completo dei
firmatari dell’Appello, per tutti i materiali ad esso relativi e per le
inizia-tive in corso si può visitare il sito:
http://www.ildialogo.org
Martedì, 10 settembre
2002
APPELLO ECUMENICO AL
DIALOGO CRISTIANOISLAMICO
Comunicato stampa n. 1 per
la giornata di dia-logo del 29 novembre 2002
L’appello a fare del 29
novembre 2002, ultimo venerdì del Ramadàn di quest’anno,
la giornata ecumenica del dialogo cristiano islamico, ha raccolto e sta
raccogliendo molti consensi in tutte le confessioni cristiane e fra le
comunità islamiche del nostro paese. Dal nord al sud, sono annunciate
importanti iniziative di preghiera e di riflessione comune, momenti di
mobilitazione contro una montante islamofobia e contro ogni forma di razzismo.
Segnaliamo, fra le tante,
una conferenza stampa di presentazione dell’Appello ecumenico e degli eventi
che si svolgeranno a Roma il 29 novembre, che si terrà il giorno
11 novembre 2002 alle ore 11.00 presso il Campidoglio alla presenza di
alcune fra le massime autorità islamiche e cristiane della capitale,
oltre che del sindaco Valter Veltroni. Ma molte altre sono previste, nelle
località in cui la Giornata verrà celebrata.
Sulla base dei consensi ottenuti
e sulla linea di documenti quali la "Nostra Aetate" del Concilio Va-ticano
II e la recente "Carta Ecumenica" europea, i firmatari dell’Appello ecumenico
al dialogo cri-stianoislamico chiedono a tutte le chiese, a tutti i cristiani,
ai fratelli e alle sorelle musulmani, alle donne e agli uomini di buona
volontà, a tutti gli educatori di speranza e agli operatori di pace
di fare del 29 novembre un’occasione di incontro, di conoscenza reciproca,
di scambio di esperienze.
Suggeriamo di dar vita, con
grande libertà, ad una qualsiasi delle seguenti iniziative:
1- Organizzare incontri pubblici
fra cristiani e musulmani;
2- Invitare esperti a parlare
delle opportunità e dei problemi delle relazioni cristiano-musulmane;
3- Visitare una moschea e
rompere insieme il digiuno di Ramadan;
4- Invitare nella propria
chiesa, in parrocchia o nella comunità un musulmano, immigrato o
no, a raccontare la propria esperienza ("spazio di narrazione");
5- Pregare da soli, insieme,
in comunità per la pace nel mondo e il ruolo delle religioni nel
processo di pace. Nelle eucaristie, nelle Sante Cene e nelle divine liturgie
di quel giorno e dei giorni seguenti, pregare per il dialogo ecumenico
e interreligioso;
6- affermare, con un comunicato
stampa, un volantino, una dichiarazione pubblica, il proprio rifiuto alla
logica della guerra e dello "scontro di civiltà", a favore del dialogo
ecumenico e interreligioso;
7- digiunare (come il 14/12/2001)
e devolvere il risparmio ai poveri o ad azioni di solidarietà
Per tale occasione è
disponibile un libro della EMI, dal titolo “La rivincita del dialogo” ed
un nume-ro speciale del periodico “il dialogo” (sito internet www.ildialogo.org
) con articoli, documenti, proposte di liturgie, finalizzate ad aiutare
quanti vogliano approfondire le ragioni del dialogo e i contenuti dell’Appello
ecumenico a fare del 29 novembre 2002 la giornata nazionale del dialogo
cristiano islamico.
Il libro può essere
richiesto direttamente alla Emi, www.emi.it , Tel: 051326027 Fax: 051327552,
Email: sermis@emi.it.
Il numero speciale può
essere richiesto alla Redazione de Il Dialogo via email, redazio-ne@ildialogo.org
o telefonando al 333.7043384. Il costo dello speciale è di 50 centesimi
di euro a copia comprese le spese di spedizione con un invio minimo di
25 copie. In alternativa lo speciale può essere scaricato gratuitamente
dal sito de “il dialogo” www.ildialogo.org, e riprodotto a proprie spese.
Chiediamo a tutti di impedire
con la propria presenza, partecipazione ed impegno che il 29 novem-bre
2002 venga ricordato come giornata di lutto e di tragedia. Sempre più
forti, infatti, si fanno i rumori di guerra. Proprio alla fine di novembre
potrebbe prendere avvio una nuova guerra nello scenario mediorientale,
che rischia di trasformarsi in un ulteriore e più drammatico conflitto
mon-diale. Facciamo sentire le nostre voci di pace - shalom - salaam. Opponiamoci
ai venti di guerra e impegniamoci per il dialogo e per quella che un grande
vescovo del sud, don Tonino Bello, chiama-va la "convivialità delle
differenze".
Per firmare l’Appello e per
adesioni o segnalazione di iniziative, ci si può rivolgere a:
- redazione@ildialogo.org
Tel: 333.7043384
- b.salvarani@carpi.nettuno.it
tel.329.1213885
Per l’elenco completo dei
firmatari dell’Appello, per tutti i materiali ad esso relativi e per le
inizia-tive in corso si può visitare il sito:
http://www.ildialogo.org
1-11-2002
venerdì 1 novembre
2002
APPELLO ECUMENICO AL
DIALOGO CRISTIANOISLAMICO
Comunicato stampa n. 2 per
l’inizio del Rama-dan
A tutti i musulmani d’Italia
A tutti i musulmani d’Italia
Cari amici,
è con profonda stima
ed amicizia fraterna che vogliamo augurarvi un buon Ramadan 2002. Come
certo voi sapete siamo da oltre un anno impegnati sul tema del dialogo
cristiano islamico.
Da oltre un anno esponenti
di tutte le chiese cristiane del nostro paese si stanno mobilitando per
realizzare tale giornata il prossimo 29 novembre, ultimo venerdì
del Ramadan 2002, anche per dare continuità all’ispirazione profetica
che portò lo scorso anno Giovanni Paolo II ad assumere per pri-mo
una iniziativa analoga. Per la giornata del 29 novembre sono previste iniziative
di preghiera e di digiuno in molte parti d’Italia ed in tutte le confessioni
cristiane di cui stiamo dando man mano conto sul sito http://www.ildialogo.org.
Purtroppo i rumori di guerra,
proprio in coincidenza con la fine del Ramadan, si stanno facendo più
forti. Noi speriamo che da oggi e fino al 29 novembre, possano svilupparsi
in Italia e nel mondo va-ste iniziative nonviolente a sostegno della pace
e contro ogni guerra, per il dialogo fra le religioni e contro la folle
teoria dello “scontro di civiltà”.
Ci auguriamo veramente che
Iddio possa aiutare tutti gli uomini e le donne di buona volontà
del mondo ad imboccare decisamente la via della pace e della coesistenza
pacifica, del rispetto di ogni essere umano e della natura di cui facciamo
parte.
E con questi sentimenti
e con questo augurio che vi diciamo Buon Ramadan. Che Iddio accolga le
vostre e le nostre preghiere per la pace. Che Iddio benedica il vostro
lungo digiuno ed il nostro di-giuno comune del 29 novembre. Mai come in
questo momento il “vostro Ramadan” è anche il “nostro Ramadan”.
Shalom - Salaam
Giovanni Sarubbi – Direttore
de Il Dialogo
5/11/2002
APPELLO ECUMENICO AL
DIALOGO CRISTIANO ISLAMICO
Comunicato stampa n 3 per
la giornata di dialo-go del 29 novembre 2002
L’appello a fare del 29
novembre 2002, ultimo venerdì del Ramadàn di quest’anno,
la giornata ecumenica del dialogo cristiano islamico, è una realtà
concreta che sta radicandosi, nonostante la crescente islamofobia, in moltissime
realtà del nostro paese ed in tantissimi uomini e donne cristiani
e musulmani. Ad una settimana dal 29 novembre abbiamo un quadro preciso
delle iniziative che si svolgeranno in varie parti d’Italia fra cui citiamo
quelle di Roma, che vedrà la partecipazione dello stesso sindaco
Veltroni, Milano, Taranto, Bologna, Modena, Carpi, Aosta, Trento, Cuneo,
Torino, Asti, Parma, Avellino, Verona, Venezia, Firenze, Correggio (RE)
e Lodi.Iniziative che non si fermeranno al solo 29 novembre ma che andranno
oltre, come espressione di una volontà diffusa di proseguire e consolidare
il dialogo negli anni a venire.
Vogliamo ricordare che negli
ultimi giorni, abbiamo ricevuto con molta gioia la lettera ufficiale del
direttivo dell’UCOII (Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche
in Italia) che invita esplicitamente le mo-schee ad essa aderenti a partecipare
alla giornata del dialogo lanciando l’iniziativa "Moschee aperte". E’ una
decisione che salutiamo con particolare gioia e riconoscenza e che ci lascia
ben sperare per il prosieguo dei rapporti fra cristiani e musulmani nel
nostro paese.
Molto ampio è stato
l’eco che l’appello ecumenico al dialogo cristiano islamico ha trovato
sui mezzi di co-municazione di massa. Cogliamo l’occasione per ringraziare
tutte le testate giornalistiche e radio televisive che hanno dato risalto
a questa iniziativa. L’attenzione dimostrata dai mezzi di comunicazione
locali e na-zionali, è il segno che la questione del dialogo con
l’islam è un argomento vero di questo nostro tempo.
Fra le strutture che maggiormente
si sono impegnate sul piano nazionale per la riuscita dell’appello, ricor-diamo
quelle di Pax Christi e del SAE (Segretariato Attività Ecumeniche)
e della rete GLAM (Globalizza-zione e ambiente) della FCEI.
Segnaliamo, infine, importanti
iniziative editoriali sul tema dei rapporti con l’Islam fra cui quella
della EMI. Invitiamo, a tale proposito, tutte le librerie ad allestire
in occasione del 29 novembre, appositi spazi espositivi con i libri sull’islam
dando il giusto spazio anche alle editrici islamiche come ad esempio Hal-Hikma.
Invitiamo tutti i cristiani
del nostro paese, ma anche tutti gli uomini e le donne di buona volontà,
a digiunare il 29 novembre in segno di pace e di fratellanza con i musulmani
e con quanti soffrono la fame e l’ingiustizia di questo nostro tempo così
gravido di pericoli di guerra di cui non vi è ancora la necessaria
consapevolezza.
Suggeriamo di dar vita,
con grande libertà, ad una qualsiasi delle seguenti iniziative:
1- Organizzare incontri pubblici
fra cristiani e musulmani;
2- Invitare esperti a parlare
delle opportunità e dei problemi delle relazioni cristiano-musulmane;
3- Visitare una moschea
e rompere insieme il digiuno di Ramadan;
4- Invitare nella propria
chiesa, in parrocchia o nella comunità un musulmano, immigrato o
no, a raccontare la propria esperienza ("spazio di narrazione");
5- Pregare da soli, insieme,
in comunità per la pace nel mondo e il ruolo delle religioni nel
processo di pace. Nelle eucaristie, nelle Sante Cene e nelle divine liturgie
di quel giorno e dei giorni seguenti, pregare per il dialogo ecumenico
e interreligioso;
6- affermare, con un comunicato
stampa, un volantino, una dichiarazione pubblica, il proprio rifiuto alla
lo-gica della guerra e dello "scontro di civiltà", a favore del
dialogo ecumenico e interreligioso;
7- digiunare (come il 14/12/2001)
e devolvere il risparmio ai poveri o ad azioni di solidarietà
Auguriamo a tutti, cristiani
e musulmani ma anche ai non religiosi che vogliano aderire alle iniziative
di dialogo, che il 29 novembre 2002 possa essere una giornata di pace ed
un momento per vivere quella che un grande vescovo del sud, don Tonino
Bello, chiamava la "convivialità delle differenze".
21 novembre 2001
APPELLO ECUMENICO AL
DIALOGO CRISTIANO ISLAMICO
Una nuova fase si apre
Comunicato stampa n 4 per
la giornata di dialogo del 29 novembre 2002
Con la celebrazione in tutta
Italia il 29 novembre 2002, ultimo venerdì del Ramadàn di
quest’anno, della "Giornata di dialogo cristiano islamico", una nuova fase
si apre.
Negli ultimi giorni si sono
aggiunte importanti e significative adesioni fra cui quella del vescovo
di Verona, che con un suo documento, "in unione di intenti con il Pontificio
Consiglio per il Dialogo Interreligioso e in pieno accordo con la Commissione
diocesana "Ecumenismo e Dialogo"", ha invitato cristiani e musulmani "ad
esprimere la reciproca accoglienza condividendo un momento di comunicazione
in letizia, di preghiera o di digiuno, implorando da Dio il dono della
Pace: in ogni cuore, in ogni Stato". Altrettanto significative le adesioni
delle chiese evangeliche fra cui quelle del Presidente della Federazione
delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) Gianni Long del prof. Daniele
Garrone della Facoltà valdese di teologia di Roma (che interver-rà
all’incontro in Campidoglio con Paolo Naso, direttore della rivista "Confronti"),
della Rete globalizzazio-ne e ambiente della FCEI, e di numerosi altri
pastori e laici.
Anche sul piano delle iniziative
i segnali sono altrettanto rilevanti. Molto importante quanto si svolgerà
a Reggio Emilia a cura della sezione femminile del locale Centro Islamico
che ha promosso l’iniziativa "Mo-schea aperta a tutte le donne reggiane".
Parecchie altre moschee rimarranno aperte per l’occasione in tutta Italia.
Ma iniziative comuni fra cristiani e musulmani si svolgeranno in tutta
Italia fra cui quella di Roma a cui parteciperà anche il sindaco
Veltroni. "Quello del dialogo - ha dichiarato Veltroni in una dichiarazione
rilasciata all’ agenzia NEV - è stato e resta un filo rosso della
iniziativa politica e culturale della nostra am-ministrazione: all’idea
di Roma capitale della pace abbiamo fatto seguire degli atti concreti e
una continuità di attenzione e di presenza che ha trovato momenti
di alto significato. Noi ci muoviamo nella convinzione - ha proseguito
Veltroni - che sia profondamente sbagliato l’ atteggiamento, oggi purtroppo
assai diffuso, di chi cerca di rispondere alle incertezze del presente
ancorandosi a presunte identità che andrebbero definite escludendo
le diversità e il confronto. Credo, al contrario, che vadano promosse
e favorite tutte le iniziative che muovono nella direzione opposta, nel
senso del dialogo e della conoscenza reciproca".
Iniziative comuni fra cristiani
e musulmani si svolgeranno a Napoli, Firenze, Viterbo, Parma, Rimini, Forlì,
Lodi, Reggio Emilia, Desio, Verona, Genova, Bologna, Taranto, Bolzano,
Milano, Modena, Carpi, Aosta, Trento, Cuneo, Torino, Asti, Parma, Avellino,
Verona, Venezia, Firenze, Correggio (RE), Lodi. Iniziative che non si fermeranno
al solo 29 novembre ma che andranno oltre, come espressione di una volontà
diffusa di proseguire e consolidare il dialogo negli anni a venire.
Un messaggio di augurio e
di solidarietà con la giornata del dialogo cristiano islamico, è
stato annunciato dall’associazione Nevè Shalom - WAAHAT as Salaam.
Il "popolo del dialogo" anche
in questa occasione sta dimostrando la propria vitalità e volontà
di pace e di non lasciarsi intimidire dai venti di guerra.
Rinnoviamo l’invito a tutti
i cristiani del nostro paese, ma anche a tutti gli uomini e le donne di
buona vo-lontà, a digiunare il 29 novembre in segno di pace e di
fratellanza con i musulmani e con quanti soffrono la fame e l’ingiustizia
di questo nostro tempo così gravido di pericoli di guerra di cui
non vi è ancora la neces-saria consapevolezza.
In allegato a questo comunicato
stampa, trasmettiamo un documento che fa il bilancio dell’iniziativa fin
qui realizzata e nel quale si chiede con determinazione "ai leader delle
chiese e delle comunità islamiche, agli amministratori delle nostre
città, alle donne e agli uomini di buona volontà di non cedere
alla retorica dello "scontro di civiltà" e di operare concretamente
a favore del dialogo interreligioso, con iniziative culturali, ge-sti di
riconciliazione e perdono, scelte sociali e politiche di solidarietà,
liturgie e preghiere".
A tutti e a tutte coloro
che parteciperanno alle iniziative del 29 novembre vada un sincero augurio
di
Shalom- Salaam- Pace
27-11-2002
APPELLO ECUMENICO
AL DIALOGO CRISTIANO ISLAMICO
Un bilancio decisamente
positivo
Comunicato stampa n 5
La "Prima Giornata ecumenica
per il dialogo cristiano-islamico" tenutasi lo scorso 29 novembre è
stata un vero successo. Sono state decine le iniziative che si sono svolte
in tutta Italia il 29 novem-bre e di cui non possiamo rendere conto completamente
nel breve spazio di un comunicato stampa. Possiamo però dire con
soddisfazione che, per la quantità e la qualità delle iniziative
che si sono svolte un po’ in tutta Italia, la scommessa di fondo è
stata vinta: suscitare un movimento di base, senza parole d’ordine precostituite
e senza partire necessariamente dal coinvolgimento delle istitu-zioni (che
pure c’è stato ed è stato anche molto significativo). Al
di là delle aspettative ed anche contro la crescente islamofobia,
il "popolo del dialogo" ha fatto sentire la sua voce.
Ma l’iniziativa non si è
fermata al 29 novembre. Ancora in queste prime settimane di dicembre altre
iniziative si svolgeranno in molte parti d’Italia sempre nell’ambito della
Giornata di dialogo cristia-noislamico. Altre si svolgeranno in prosieguo
anche nel prossimo anno. E’ segno che la necessità del dialogo,
di superare la logica perversa dello scontro di civiltà e di procedere
invece sulla via del-la pace, è molto forte e sentita. Ricordiamo
che l’iniziativa della giornata del dialogo cristiano isla-mico è
stata lanciata subito dopo i tragici fatti dell’11 settembre 2001. A tutt’oggi
l’appello ha rac-colto circa mille adesioni fra indivi-duali ed associative
di vario tipo, coinvolgendo associazioni lo-cali o nazionali, parrocchie
e chiese locali, giornali, personalità della cultura, istituzioni
politiche e religiose. Forti di tali adesioni, l’ap-pello è stato
rilanciato nei mesi scorsi questa volta con la propo-sta concreta di individuare
l’ultimo venerdì del Ramadan 2002, per l’appunto il 29 novembre,
come prima giornata nazionale del dialo-go cristiano islamico. Il successo
ottenuto va molto al di la delle forze messe in campo per lo svi-luppo
dell’iniziativa e ci lascia ben sperare sul suo prosieguo per-ché
sono state impegnate nella sua realizzazione sia le chiese cristiane sia
le principali istituzioni del mondo islamico presenti in Italia, sia molte
istituzioni statali, a cominciare da quella del comune di Roma. Partendo
dall’esperienza fin qui sviluppata, ci rivolgiamo ora alle chiese cristiane,
alle istituzioni politiche, alle organizzazioni islamiche chiedendo loro
di prendere sul serio l’esigenza di dialogo che si è manifestata
facendone il tema della propria azione religiosa e politica. Salutiamo
a tale proposito con grande gioia il messaggio che, a conclusione del mese
di Ramadan l’Unione delle comunità islamiche in Italia (UCOII),
che ha aderito all’iniziativa del 29 novembre, ha scritto a tutte le comunità
islamiche sottolineando la rilevanza della Giornata, a cui hanno parte-cipato
decine di moschee in Italia.
"La riuscita di questa Giornata
- ha scritto il direttivo UCOII - &egraave; per noi motivo di grande soddisfa-zione
convinti come siamo che il dialogo sia la sola maniera per approfondire
la conoscenza, sanare le incomprensioni, appianare i contrasti. In particolare
stabilire rapporti sereni e affettuosi con i cre-denti cristiani è
per noi un dovere dottrinale e una sentita necessità umana".
Sono parole che condividiamo
e che ci auguriamo possano trasformarsi nei prossimi mesi in sempre nuove
opportunità di incontro e di dialogo fra cristiani e musulmani.
Con un sincero augurio di
Shalom-Salaam-Pace
6 dicembre 2002
Informazioni di utilità
Ricordiamo che è disponibile
un libro della EMI, dal titolo "La rivincita del dialogo" ed un numero
speciale del periodico "il dialogo" (sito internet www.ildialogo.org) con
articoli, documenti, propo-ste di liturgie, finalizzate ad aiutare quanti
vogliano approfondire le ragioni del dialogo e i contenuti dell’Appello
ecumenico a fare del 29 novembre 2002 la giornata nazionale del dialogo
cristiano islamico. Il libro può essere richiesto direttamente alla
Emi, www.emi.it, Tel: 051326027 Fax: 051327552, Email: sermis@emi.it.
Il numero speciale può
essere richiesto alla Redazione de Il Dialogo via email, redazio-ne@ildialogo.org
o telefonando al 333.7043384. Il costo dello speciale è di 50 centesimi
di euro a copia comprese le spese di spedizione con un invio minimo di
25 copie. In alternativa lo speciale può essere scaricato gratuitamente
dal sito de "il dialogo" www.ildialogo.org, e riprodotto a proprie spese.
Il Fascicolo sarà anche riprodotto dal mensile "Tempi di Fraternità"
del prossimo mese di di-cembre (www.tempidifraternita.it).
Sono disponibili altresì
un fascicolo curato da Stefano Allievi dal titolo "Islamica" che comprende
tutta la principale bibliografia in italiano sull’islam (si può
richiedere gratuitamente a cultura@carpidiem.it ) e il numero speciale
di Confronti dal titolo "Noi e loro" (che si può richiede-re a redazione@confronti.net).
Per firmare l’Appello e per
adesioni o segnalazione di iniziative, ci si può rivolgere a:
redazione@ildialogo.org Tel:
333.7043384
b.salvarani@carpi.nettuno.it
tel.329.1213885
Per l’elenco completo dei
firmatari dell’Appello, per tutti i materiali ad esso relativi e per le
inizia-tive in corso si può visitare il sito:
http://www.ildialogo.org
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