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Arthan Amakil
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skills e malus |
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resistenza al sonno - sensi elfici
spregio elfico - diffidenza umana |
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allineamento: | |
carattere e tratti fisici: Onesto e leale capelli biondi leggermente ondulati, occhi azzurri, magro, altezza media | |
equipaggiamento: Una spada corta attaccata alla cintura in vita (a destra) , un pugnale dall’altro lato della spada (a sinistra). Una cotta di maglia leggera ma molto resistente. Il tutto è coperto dal mantello. | |
la storia di Arthan |
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Sono nato da
madre elfa e padre umano. Mia madre, Isadriel, andava in giro nel bosco di Calador in tutta la sua bellezza e dove avevano i loro accampamenti, controllando che tutto fosse a posto. Mio padre, Asirar Amikil, stava passando un brutto periodo nella cittadina di umani chiamata Kislev, così decise di partire e di scoprire cosa c’era oltre le mura di quella città. Che sia stato il fato o il caso a farli incontrare non lo saprò mai, fatto sta che mio padre era entrato in quella foresta, proprio quando mia madre era di guardia. Senza neanche che se ne accorgesse, mio padre aveva la freccia dell’arco di mia madre puntato al petto; dopo un primo spavento iniziale e, dopo aver visto l’elfa, se ne innamorò. Purtroppo questo sentimento non era ricambiato da Isadriel che lo portò direttamente dal suo re. Dopo che il re Setta capì che Asirar era solo di passaggio, lo lasciò libero ai margini della foresta. Mio padre però non pensava altro che a mia madre, perciò tornò nella foresta alla sua ricerca. La trovò dopo aver vagato per circa mezz’ora nascondendosi a fatica dagli occhi degli elfi. Era ancora più bella di quando l’aveva vista la prima volta. Si avvicinò lentamente (secondo lui), ma l’udito di mia madre era sopraffine, così si accorse dell’arrivo dall’uomo. Dopo averlo visto meglio, anche lei si innamorò di lui e convinse il re a lasciarlo girare liberamente nel suo bosco. Pian piano mio padre cominciò a conoscere il bosco, a tirare con l’arco, a guardare nell’oscurità, a camminare senza farsi sentire, … . Ebbero un figlio, me, Arthan Amakil. Essendo un mezzelfo non ero ben visto dagli elfi, ma con il mio carattere, un po’ schivo, solitario e senza dare nell’occhio, imparai a stare tra loro. Imparai varie abilità da amici e dai miei genitori. Tutto fu tranquillo finché arrivai all’età di 15 anni. Era notte e piovigginava appena. Mia madre era di turno per sorvegliare i margini della foresta. Ad un certo punto un sibilo: una freccia. Un elfo cadde a terra da n albero. Un urlo si sevò:< mia madre sulla lama: (scusate per il mio elfico). La presi tra le mani la guardai a lungo… mi scese una lacrima. La attaccai alla cintura e tornai da mio padre. Avevamo intenzione di ricostruire il nostro accampamento. Ci volle molto tempo, ma alla fine ci riuscimmo. Avevo ormai 20 anni quando diventai un abile guerriero. Un giorno mentre stavo passeggiando tra la foresta, ebbi come una strana sensazione, come un flash nella mia mente. < |
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