GLI ARABI E LE PRIME RAZZE

 

Il cane è dunque un lupo ammansito, primo animale domestico fra quanti seguiranno nel corso dei secoli. La sua evoluzione è stata molto rapida. Secondo alcuni scienziati, il cane si sarebbe “riprodotto” in domesticità oltre cinquemila volte, e tutto quanto nel fisico e nella psiche esiste oggi in lui proverebbe dal lupo e da mutazioni casuali, mentre le ibridazioni con lo sciacallo sarebbero piuttosto trascurabili. Lupo e cane, pur avendo comuni antenati, hanno poi seguito due strade diverse: l’uno ha mantenuto selvatichezza e ferocia, l’altro è diventato domestico. Ma le caratteristiche di base si sono conservate nei secoli: entrambi, cane e lupo, agitano la coda in segno di contentezza, la tengono tra le zampe se sono impauriti, arricciano le labbra e ringhiano quando sono arrabbiati, marcano con l’odore il proprio territorio, la gestazione ha la stesa durata, sono vittime delle stesse malattie e dei medesimi parassiti. Dopo il cosiddetto “cane delle torbiere”, allevato dall’uomo delle palafitte, le comparse di nuove forme di cani e di razze simili a quelle oggi esistenti non hanno avuto pause. Sia per mutazioni naturali, per clima, per ambiente, sia per gli incroci propiziati dall’uomo che andava incivilendosi, le razze sono sempre più numerose e più selezionate, fino a giungere alla più moderna classificazione basata sulle attitudini e sull’uso a cui sono destinate: da caccia, da pastore, da guardia, da utilità, da compagnia. Il primo cane di razza ben definita è stato forse il Saluki, un levriero arabo il cui nome significa “nobile”. Anche la definizione di razza è stata coniata dagli Arabi, prima per i cavalli e poi adattata ai cani: “Una razza è un gruppo di animali allevati dagli uomini perché posseggano certe qualità ereditabili, includendo un aspetto uniforme che lo distingua dagli altri membri della stessa specie”.

 

 

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