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Pappagallo Nome volgare di 340 specie di uccelli dal piumaggio
variopinto, che costituiscono la famiglia degli psittacidi. Fra i gruppi di
pappagalli più importanti ricordiamo i cacatua, i tricoglossi, gli inseparabili, le are e i parrocchetti. Le dimensioni dei pappagalli variano da quelle di una
specie di pappagallo pigmeo della Nuova Guinea, Micropsitta pusio, che arriva a soli 8,4 cm, ai 100 cm dell'ara
color giacinto (Anodorhynchus hyacinthinus),
un pappagallo sudamericano. Gran parte della lunghezza dell'ara è, tuttavia, da
attribuirsi alla coda. I pappagalli hanno becco adunco, zampe corte e piedi
zigodattili, ossia con il primo e il quarto dito rivolti all'indietro. Camminano
goffamente sul terreno, ma sono eccellenti arrampicatori e spesso usano il becco
per sollevarsi su rami sempre più alti. In moltissimi pappagalli la lingua,
spessa e muscolosa, viene usata con grande destrezza per raccogliere i semi
che, insieme alla frutta,
costituiscono la base della dieta di questi uccelli. Nei tricoglossi la lingua
è più lunga e ha un apice a forma di pennello, adatto a raccogliere il nettare. La maggior parte dei pappagalli è tropicale e solo poche
specie si spingono nelle aree temperate. Le regioni di maggiore diversità
comprendono il Sud America, l'Australia, la Nuova Guinea e le isole vicine. In
Africa e nel continente asiatico vive un numero relativamente esiguo di specie. Il colore predominante del piumaggio è il verde, anche se
ci sono molte eccezioni. Alcuni pappagalli americani sono blu o gialli e molti
hanno anche delle pennellate di rosso. I pappagalli più colorati sono i
tricoglossi, nei quali predominano i rossi e i verdi, ma non sono neppure rari
il blu, il viola, il marrone, il giallo e il nero. La maggior parte dei cacatua
è bianca o nera, con tocchi di giallo, rosso o rosa. La maggioranza dei pappagalli nidifica nelle cavità degli
alberi, oppure in cunicoli sotterranei. La principale eccezione è costituita
dai monaci (Myiopsitta monachus) delle
regioni temperate del Sud America, che costruiscono un grosso nido di
bastoncini. In moltissime popolazioni i nidi sono comunitari e finiscono per
diventare talmente pesanti da spezzare i rami sui quali sono costruiti. Questi
nidi comunitari sono abitati da diverse coppie, ciascuna con la propria via di
accesso privata; i membri delle coppie possono restare insieme tutta la vita. La
femmina depone da 2 a 4 uova (nelle specie più piccole anche 8) e le cova per
circa 5 settimane. La capacità di molti pappagalli di imitare la voce umana
e altri suoni è una delle ragioni che spiegano la loro popolarità come animali
da compagnia. Il migliore imitatore è il pappagallo cenerino americano (Psittacus
erithacus), un uccello lungo 30 cm con una corta coda rossa. Secondo i
risultati di alcuni esperimenti, i membri di questa specie sarebbero
intelligenti quanto i delfini e i primati. Anche le
amazzonie (Amazona) sono buoni
imitatori. Molti pappagalli sono oggi specie in estinzione, a causa della
distruzione del loro habitat naturale e della grande richiesta di uccelli da
gabbia; ogni anno, infatti, migliaia di uccelli vengono importati in Europa e in
Nord America, legalmente o illegalmente, e un gran numero di essi non sopravvive
al viaggio. In molti paesi la cattura, l'esportazione e l'importazione dei
pappagalli sono regolamentate da leggi rigorose, ma di difficile applicazione.
In linea di principio solo i pappagalli nati in cattività dovrebbero potere
essere tenuti in gabbia. Classificazione
scientifica: I pappagalli
costituiscono la famiglia degli psittacidi dell'ordine degli psittaciformi. LE
TORTORE Le Tortore in generale fanno parte dell’Ordine dei Columbiformi, sottordine Columbae, famiglia Columbidae che comprende appunto i Colombi e le Tortore. La discriminante tra Tortore e Colombi non è netta, tuttavia si possono notare alcune principali differenze anatomiche che permettono di individuare i due tipi di animali, come la maggiore robustezza e dimensione nei colombi e la maggior grazia nelle tortore. Caratteristiche delle tortore sono generalmente il corpo allungato, la testa piccola, il becco debole e la coda piuttosto lunga. Importantissime caratteristiche di tali animali e comuni a tutti i Columbiformi sono la capacità di produrre una particolare sostanza secreta dal gozzo, chiamata anche “latte dei colombi” e, differentemente da quello che fanno gli altri uccelli, la capacità di bere senza interruzione immergendo il becco e rialzandolo solamente a sete saziata. Due cose nei columbiformi balzano all’occhio: le prime due o tre remiganti primarie che assumono una particolare forma (riportata nel disegno, fig. 1) e la prima remigante primaria che non è mai la più lunga. La
Tortora domestica (Streptopelia risoria domestica) Tre anni fa passai le vacanze in Emilia Romagna, in una casa al Lido delle Nazioni. Appena arrivato vidi sui fili della luce due Tortore che mi stupirono perché, pur essendo simili alla nostra Tortora dal collare domestica (simili non uguali, anche se a prima vista non avevo notato le differenze), si erano allontanate dal loro posatoio emettendo dei suoni che non erano familiari con le Tortore dal collare domestiche in mio possesso. Al momento non ci pensai più di tanto, ma il giorno dopo, quando risentii quei suoni, mi resi conto che nel loro canto c’erano due differenze sostanziali, non vi erano suoni contenenti la consonante R e neanche la “risatina” che accompagna il verso delle nostre tortore; al suo posto c’era una specie di guuu prolungato. All’epoca pensai fossero delle Tortore selvatiche, anche se ero un po’ confuso perché la Tortora selvatica (Streptopelia turtur) è assai diversa dalla Tortora dal collare, mentre quelle erano molto simili a quest’ultima, diversificandosi nel colore generale del mantello che appariva più freddo; inoltre il colore del lato inferiore delle remiganti primarie era di tonalità scura ed era possibile notare questa caratteristica dal basso quando le tortore planavano. Disposizione dei colori questa del tutto simile a molte altre tortore, come ad esempio la Tortora diamantina che possiede le remiganti primarie di colore nero e marrone visibile inferiormente soprattutto ad ala spiegata. Pur non risolvendo il mio dilemma, ipotizzai che vi fosse un’altra specie di tortora selvatica in circolazione, simile alla Tortora dal collare domestica (all’epoca non sapevo delle differenze tra la Tortora dal collare domestica e la Tortora dal collare orientale) ma con differenze fisiche e soprattutto etologiche date dal canto. Più tardi venni in possesso di un vecchio libricino del signor Alulah M. Taibel, intitolato “Tortore ornamentali e da voliera” edito dalla Edagricole, che risolse i miei dubbi. Quelle Tortore che avevo visto al mare ed occasionalmente anche dalle mie parti, erano Tortore dal collare orientali (Streptopelia decaocto decaocto) e non avevano niente a che fare con la Tortora dal collare domestica. Qualcuno infatti potrebbe a prima vista concludere che la decaocto sia la progenitrice della risoria. Secondo Taibel, e non solo per lui, la decaocto non è assolutamente la forma ancestrale della risoria, dalla quale differisce sopratutto per il canto che non contiene, come abbiamo già detto prima, la consonante R.
Nelle regioni del nord Africa esiste però una specie di tortora, la Tortora ridente (Streptopelia roseogrisea) che al contrario della decaocto possiede una caratteristica risatina simile a quella della risorta (chiamata appunto così perché “ride”). Si è perciò concluso che la Tortora dal collare domestica, non deriva assolutamente dalla Tortora dal collare orientale (proveniente dagli Urali e dalle Indie) bensì dalla Tortora ridente. A
provare il tutto è stato poi un esperimento effettuato da Mainardi che ha
confrontato il patrimonio antigenico della risoria
con quello della decaocto, osservando
che esso è solo in parte uguale contenendo antigeni specifici diversi nelle
due specie. Dopo
che si è stabilito che la roseogrisea è
la forma ancestrale presente in natura della Streptopelia
risoria domestica, si è deciso di cambiarne il nome da Streptopelia
roseogrisea a Streptopelia risoria considerando
quest’ultima, dove non appare il nome domestica,
la specie ancestrale della Streptopelia
risoria domestica. Per ultimo è da sottolineare che le specie del genere Streptopelia presentanti il caratteristico collarino nero e cioè la risoria, la decaocto e la decipiens e forse anche qualche altra, potrebbero essere considerate addirittura come sottospecie di una specie collettiva, dato che gli ibridi ottenuti dalla risoria per la decaocto e dalla risoria per la decipiens, sono risultati completamente fecondi, sia maschi che femmine. Si può quindi dedurre, come dice Taibel, che queste specie siano in via di un lento differenziamento in attesa che si verifichino le condizioni di isolamento ambientale necessarie per la speciazione di tali animali. In conclusione Ci
sarebbe ancora moltissimo da dire su questi bellissimi animali, ma per questa
volta ho deciso di parlare solamente di questa confusione che esiste tra le
specie risoria e decaocto,
decaocto che pur sembrando a prima vista la specie “madre”, non
costituisce la forma ancestrale della risoria. Le Tortore sono comunque animali molto belli, ma anche molto sottovalutati. La selezione è portata avanti da pochi allevatori che svolgono intensamente questa attività, e lo stimolo verso l’ibridazione è fortemente frenato dal fatto che gli ibridi non sono ammessi nelle mostre. Le Tortore sono anche disprezzate da molti allevatori essendo ritenute certamente a torto portatrici di pestilenze varie pericolose in una mostra ornitologica. Personalmente sono invece dell’idea che questi animali vadano tenuti in maggiore considerazione ed in questo concordo perfettamente con quanto scritto dal sig. Neri (“1.0.” novembre ‘96). Esistono infatti numerosissime specie di Tortore esotiche dai colori sgargianti o dalle forme graziose come la Tortora ali verdi, le Tortore frugivore, le Tortore diamantine (che fra l’altro contano già diverse mutazioni). Inoltre le tortore possiedono un carattere docile e confidente verso l’allevatore, cosa non riscontrabile in tutte le specie di uccelli. Nella speranza quindi di poter osservare nelle prossime mostre ornitocolturali una più vasta gamma di esemplari di questi bellissimi uccelli. |
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