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Carlo Emanuele I "Il grande"

(1580 – 1630)

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carlo emanuele I

Nato a Rivoli il 12 gennaio 1562 da Emanuele Filiberto e Margherita di Savoia.
Allevato dalla madre, che colmava la mancanza d’affetto dimostrata dal marito con un attaccamento morboso al figlio, ebbe un’educazione molto accurata.
(Ho trovato il soprannome “Il Grande” sull’enciclopedia britannica ma non conosco il motivo del soprannome… Forse per lo sfarzo che portò nella sua capitale e per la grandiosità delle feste?)
Sposò nel 1585 la figlia di Filippo II di Spagna, Caterina d'Asburgo. Piccola, bruttina, col viso butterato dal Vaiolo.

Ebbe 21 figli, di cui 11 naturali e 10 legittimi:
Filippo Emanuele, morto a 18 anni, Vittorio Amedeo I, suo successore, Filiberto, abate di San Michele della Chiusa, priore d’Oneglia e vice -re di Sicilia, Margherita, che sposò un Gonzaga, Isabella, moglie di Alfonso III di Modena Este, "il cardinale" Maurizio, che sposò sua nipote Luisa, Maria e Francesca Caterina , terziarie francescane, Tommaso, capostipite dei Savoia Carignano, e Giovanna, nata morta.

Carlo Emanuele imitò lo sfarzo e l’etichetta della corte di Spagna.
Ambizioso, intelligente, amico delle arti e delle lettere, grintoso ma non molto coerente e prudente, riuscì inizialmente ad estendere il predominio sul Piemonte (1588 marchesato di Saluzzo), ma perse una parte dei possedimenti d'oltralpe.
Sotto di lui iniziò una nuova fase di declino del ducato.
Nel 1589 il naviglio ducale e quello dell'ordine Mauriziano parteciparono alla battaglia di Lepanto, contro i Turchi.
Reclamò il Trono di Francia proclamandosi erede di Francesco I. Non vi riuscì e fu assalito sulla via del ritorno, nel 1591, mentre i Ginevrini depredavano il Chiablese.
Ma il Duca tornò nei suoi Stati, dove fece prigioniero il maresciallo Crequi.
Nel 1600 fu poi coinvolto con esito negativo nelle guerre del Monferrato, che era alleato coi francesi.
Col trattato di Lione del 17 gennaio 1601 perdette la Bresse, il Bugey, la Valromey e il paese di Gex ma conservò Saluzzo.
Il risultato fu la crisi, politica, demografica ed economica, aggravata da altre guerre.


carlo emanuele IContro Genova.
Nel 1614 si impadronì con la forza del feudo di Zuccarello, sulla via per il mare, ma fu costretto a venderlo a Genova dopo un paio d'anni.
Dopo qualche anno, nel 1625 Carlo Emanuele tentò tramite, una complicata rete di alleanze, di prendere Genova: l'impresa fallì specialmente perché la Francia, pur alleata dei Savoia, che erano favorevoli alla vendita della Corsica, non aveva interesse ad ingrandire gli stati confinanti.
Per saperne di più... Ci fu anche un grande atto di eroismo dei Genovesi: 8000 soldati Sabaudi sarebbero stati messi in difficoltà da 1000 contadini genovesi. Sul luogo della battaglia fu eretto un santuario.
Nel 1628, dopo la caduta della Rochelle, iniziò l’invasione francese della Savoia.
Per saperne di più... Nello stesso anno a Genova fu scoperta una congiura, ordita dai Savoia con l’aiuto di un genovese, di nome Giulio Cesare Vachero. I congiurati furono scoperti e giustiziati.
La casa del Vachero fu rasa al suolo e al suo posto fu eretta una "colonna infame", a perenne memoria del tradimento. Credo che la colonna sia ancora al suo posto.

Suo padre si era dedicato con successo alla politica estera ed all’acquisizione di terre, lui fu più abile nella trasformazione e defeudalizzazione del ducato.
Sul modello spagnolo fece una vita molto dispendiosa, si fece prestar soldi perfino dai suoi camerieri. (Va detto, però, che prestargli soldi era molto conveniente…)
Promosse il restauro del palazzo ducale e del castello degli Acaja (Palazzo Madama) ad opera del Vitozzi e del Castellamonte, e la corte si riempì di artisti: pittori, poeti, intellettuali… Tutti avevano il compito di decantare la magnificenza dei Savoia (e guai se facevano altro).
Torino divenne una capitale sfarzosa, sede di feste memorabili e si arricchì di splendidi edifici: le ville del Valentino e della Regina e e la raggia di Mirafiori, la “vigna" del cardinal Maurizio, in collina.
I castelli dinastici di (Racconigi, Rivoli, Giaveno…) divennero sfarzose residenze estive.
Morì di una strana malattia a Savigliano il 26 luglio 1630 durante una delle sue tante, infruttuose, sconsiderate campagne militari. Di lui scrisse un poeta:

 

“all’armi. All’ira, alla vendetta accinto
Franchi, Italici, Iberi ognor offese
Godé tra il ferro e si nutrì di risse”

 

Forse un piccolo stato assolutista di frontiera poteva sopravvivere solo in questo modo e a questo prezzo.
Lasciò uno stato impoverito economicamente e ridotto territorialmente, a vantaggio della Francia, che vi esercitò inoltre una vasta influenza sino alla fine del seicento.
Fu sepolto nel Santuario di Vicoforte, vicino a Mondovì.



Il figlio minore, Tommaso, valoroso condottiero, è il capostipite del ramo Carignano.
(Antenato di Carlo Alberto, che sarà re d'Italia dopo la morte di Carlo Felice, ultimo membro maschile del ramo principale della famiglia)

 

Per approfondire:  
R. Bergadani, Carlo Emanuele I, Torino, 1932.
Pierpaolo Merlin, Tra guerre e tornei: la corte sabauda nell’età di Carlo Emanuele I. Torino, 1991.
Link:  
http://www.cronologia.it/storia/aa1580a.htm

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