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Umberto II

"Re di maggio" maggio-giugno 1946

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Principe di Piemonte luogotenente generale del regno (1944) e poi re d'Italia.
Era più popolare di suo padre, di bell’aspetto, conosciuto ed apprezzato in tutti gli ambienti che, all'epoca, contavano. 
C’è chi afferma che se il padre avesse abdicato in suo favore, come gli consigliarono in molti, subito dopo la fuga dell’otto settembre, forse l’Italia avrebbe ancora la monarchia anche oggi.
Nato nel 1904 a Racconigi di notte, al lume di candela perché un temporale che fece mancare la luce elettrica.
Umberto crebbe nelle residenze sabaude di Racconigi, villa Ada e San Rossore. Frequentò le cinque elementari in Racconigi, con maestri che venivano al castello.
Dopo la maturità, nel 1921, prestò giuramento militare; dopo un anno era sottotenente dei granatieri. Si laureò in legge a Padova ed ebbe il grado di tenente di fanteria all'Accademia di Modena.
Sposò Maria Josè, figlia del re del Belgio, nonostante i quattro figli: Maria Pia, Vittorio Emanuele, Maria Gabriella e Beatrice non fu un matrimonio d'amore. 
Maria Josè, pur non manifestando idee politiche di sicuro non amava il fascismo.
Troppo ligio al dovere per disubbidire ad un ordine l’otto settembre avrebbe preferito restare a Roma ma seguì il re nella fuga a Brindisi. 
A Napoli dovette farsi prestare i soldi per comprarsi un vestito borghese, perché fino all'ultimo aveva sperato di poter restare a Roma ed era venuto via all'ultimo momento, in divisa, senza bagagli né denaro.
Visto l’esito del referendum il ministro della real casa e i suoi consiglieri insistettero per un ricorso adducendo brogli e questioni procedurali. Umberto, dopo poche esitazioni, abdicò, ed andò in esilio prendendo il nome di conte di Sarre. 
Scelse il Portogallo, dove la figlia di Vittorio Emanuele II, era stata regina e Carlo Alberto era andato in esilio prima di lui. 
Lasciò un proclama in cui si dichiarava vittima di un colpo di stato. 
Non essendo più re poté risolvere il problema del suo matrimonio e separarsi da una moglie che non amava. Con la scusa di una cura agli occhi, Maria José lasciò il Portogallo e si trasferì in Svizzera, a Merlinge, portando con sé il figlio. Le sorelle di Umberto la raggiunsero presto e lui restò a villa Italia, a Cascais.
Morì a causa di un tumore il 18 marzo 1983 alle ore 3,35 del pomeriggio, in Ginevra, all'età di 79 anni.
Nessun politico italiano partecipò ai funerali, nemmeno in forma privata. L' unico segno ufficiale di lutto, venne dalla Juventus che scese in campo con una fascia nera al braccio.
Come per suo padre non fu permesso l'ingresso della salma in Italia; fu sepolto ad Altacomba.
Per approfondire:  
Ludovico Incisa di Camerana, L'Italia della luogotenenza, Corbaccio, Milano 1996
Di Donno, I re d'Italia - Vita pubblica e privata dei Savoia Carignano (1831 - 1946), Roma, 1971 
Link:
http://digilander.libero.it/giovannidallorto/biografie/umbertoIIsavoia/umbertoIIsavoia.html  (?!) 
http://www.oliari.com/storia/savoia.html (?!) 

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