TINA RIZZO
CULLAMI
Respiri
d'accacia tra grinze ancestrali,
le
mani di pena antica e le storture,
in
acque amniotiche di memorie limbali,
a
perdermi l'anima, ti chiedo, Cullami.
Sai,
corrono le braccia carezze d'acqua seta,
lingua
di viole d'aprile,
cinabri
d'ere in boccio,
ardore
di mille arsure,
disseta
dentro il verde:
un'abbuffata
di petali arlecchini,
aroma
di terra rubina.
Sai,
l'affanno miniato su origàmi di fiabe
abrase
da un colo di ghiaccio, sirena all'acre sereno
intriso
cielo, precipita in gore che incoronano re il silenzio.
Ho
aperto ali per bocche di miele ai giorni lievi,
a
tratti respiri di farfalla,
ove
danzo, pazza podaliria
cristalli
liquidi di glauco che,
soave
sapa, mi spianano vene al vivere.
Cullami,
parola di colombe tubanti,
al
davanzale l'autunno di ginestre rauche,
un
vecchio scialle di sole,
al
letto della piana ramore,
m'
incinabra antico un canto molle al cuore.
Cullami
l'amore, mi basta un petalo di luna!