. Un giorno

Vittorio Capuozzo

UN GIORNO



Un giorno madre andrò via
e tu non più potrai fermare il bambino
che un dì conducevi con la mano
e nelle notte buie cingevi al cuore
per placare acerbe paure.
Eri la sorgente madre di fresca acqua
e io dissetatomi alla fonte
ho lacerato le tue carni,
appena per raccogliere il tuo sangue.
Ora dimentico madre
persino di regalarti un bacio.
Ti vedo Madre…
china e raccolta in mille affanni,
col cruccio di quanto ancora non hai donato.
Il dolce compagno da tempo se v'è andato
e in te vive accanto,
attaccato come il muschio alla pietra.
Sei la roccia madre
che sopravvive al tempo e agli uomini.
In te sono riposti sogni e illusioni,
a te è aggrappata ogni speranza.
Non piangere madre
per le rughe che t'avvolgono,
tu sei un fiore mai sfiorito
dai petali mai violati.
Il tuo nome è intinto nell'ambrosia
e io andrò per lapidi
scolpendo il tuo volto.
Madre,
io chiuderò per sempre i tuoi occhi
ma sarai tu a prendermi per mano
a condurmi all'ultima dimora.



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