Fonte: http://www.pbs.org/
GIUSEPPE, LA NOSTRA FONTE PRIMARIA.
L.
Michael White:
Professore
di Studi Classici e Direttore del Programma di Studi Religiosi – Università
di Austin, Texas
Una delle fonti principali per la storia di questo periodo è lo storico ebreo, Giuseppe.
Giuseppe
crebbe e visse a Gerusalemme; sostiene di essere stato parte di un gruppo
Fariseo. Ma proveniva ovviamente da una famiglia piuttosto autorevole. La sua
figura è molto importante perché visse personalmente, e prese personalmente
parte alla prima rivolta contro Roma. Dopo la rivolta, si recò a vivere in un
sontuoso ritiro nella stessa Roma. E qui egli scrisse la storia della Guerra
Ebrea, ed anche un altro lavoro chiamato “Antichità degli Ebrei”, una
lunga, dettagliata storia del popolo ebreo… dai giorni biblici fino al suo
tempo. Giuseppe scrisse principalmente alla fine del primo secolo, attorno al
100, pochi anni prima e dopo. E ci offre una prospettiva dell’intero secolo di
sviluppo che lo aveva preceduto, dal tempo di Erode il Grande fino ai suoi
giorni, quando questi profondi cambiamenti stavano prendendo luogo.
Quanto
può essere affidabile come storico?
Giuseppe, come storico, è stato spesso un enigma. Da un canto, è stata testimone oculare di molti degli eventi che narra. Ed, in molti casi, è la sola fonte che abbiamo per alcuni episodi e vicende importanti. D’altro canto, Giuseppe abbellisce gli eventi di cui parla, come molti altri storici. Arricchisce la narrazione. Crea discorsi per i generali, perfino quando non era lì a sentirli in prima persona. E così, qualche volta, dobbiamo andare cauti con le opere di autori come Giuseppe.
Ma Giuseppe va considerato sotto un’altra prospettiva: passò sul fronte opposto, quello romano, alla fine della rivolta. E così, quando ripercorre alcune di queste vicende è chiaramente portato a difendere la sua posizione… il suo giudizio e le ragioni del suo cambiamento.
Eric
Meyers
Giuseppe è certamente tra i personaggi più enigmatici nella storia del popolo ebreo. Egli scrisse “La Guerra Ebraica”, una storia del popolo ebraico, e fu comandante delle forze ebraiche dell’esercito che si oppose a Roma per due anni. Ma lasciò queste forze in un modo molto particolare, che sembrò quasi un tradimento… e ciò lo rende una persona piuttosto complessa. Perché, dopo il 68, divenne il maggior oppositore della prosecuzione della guerra contro i romani, ed è questo mutamento di attitudine, che possiamo ritrovare in parallelo in altre parti della popolazione, che rende la lettura e la comprensione di Giuseppe così difficile. Dopo la guerra si trasferì a Roma [su invito dell’] Imperatore Romano, e fu pagato per scrivere il resto della storia che non aveva conclusa in Palestina.
[Come storico del mondo antico] Giuseppe è la nostra fonte primaria per la ricostruzione della storia, nel periodo del tardo secondo tempio, ed al tempo di Gesù e I secolo. Giuseppe è la nostra Bibbia, la nostra mappa. E’ l’uomo a cui tutto ruota intorno. E la sua complessità ed il suo mutamento di opinione su idee chiave ed eventi chiave di questo tempo rendono molto difficile considerarlo una fonte perfettamente affidabile.
Giuseppe si recò a Roma, su invito espresso di Vespasiano, l’Imperatore Romano in persona, e fu pagato per scrivere la storia del popolo Ebraico. Per questo, e per la vita felice che trascorse nel corso dei suoi giorni romani, molte persone lo hanno considerato poco attendibile nel racconto dei suoi eventi.