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Fonte: http://www.dailystar.com.lb/advsearch.asp
Data:
01.06.04
BEIRUT
- Se l'archeologo Ibrahim Noureddine aveesse ragione, gli amanti dei bagni di
sole sulle spiagge di Byblos potrebbero presto trovarsi accanto ad un porto
fenicio.
L’archeologo
sottomarino, attualmente impegnato nel suo dottorato sugli antichi porti, sta
tentando di comprendere se i popoli dell'Età del Bronzo costruirono i loro
porti o usarono le formazioni naturali. Non è un compito facile, dal momento
che Noureddine non sa nemmeno per certo dove scavare per individuare il vecchio
porto.
Ha
presentato le sue scoperte nel corso di una lezione al Centro Culturale
Francese, all’interno di un ciclo di conferenze in ambito archeologico che
illustrano le nuove ricerche in corso nel Libano.
L'attuale
porto di Byblos non potrebbe mai avere ospitato le navi fenicie, "è troppo
piccolo".
E'
quasi certo di ciò poiché gli antichi sovrani egizi registravano puntualmente
quel che compravano, come il legno del Libano. Il più famoso di tali documenti
è la Pietra di Palermo, che elenca gli eventi nel corso delle prime cinque
dinastie (2925-2325 a.C.). Su essa, gli egiziani annotarono che il Faraone
Snefru ordinò 40 navi di legno di cedro da Byblos, ogni nave misurando 100
cubiti o circa 50 metri di lunghezza.
“Come
avrebbero potuto contenerle in un piccolo porticciolo di pescatori?” si chiede
Noureddine. L’attuale porto è profondo solo 2.8 metri e non potrebbe essere
stato più profondo 4,500 anni or sono, poiché il letto è di roccia.
Un
altro riferimento al porto antico, ha dichiarato Noureddine, è il diario di
Wenamounk, del XII secolo a.C.
L’inviato
egiziano fu derubato lungo la strada per Byblos, dove avrebbe dovuto acquistare
i tronchi di cedro. Senza niente con cui pagare, attese 29 giorni davanti al
porto fino a che il principe di Byblos, Seker Baal, gli concesse un’udienza.
Dopo
che fu finalmente ricevuto nella residenza reale, descrisse che dal palazzo
poteva vedere tutto il mare antistante. “E’ logico che il principe avrebbe
voluto avere una vista sul porto, per meglio controllare i suoi sudditi” ha
dichiarato Noureddine.
“Gli
archeologi non hanno mai trovato quest’area residenziale reale, il che rende
probabile fosse situata a sud della città. L’area sovrastante l’attuale
porto è stata esplorata e scavata” ha dichiarato Noureddine. “La sola area
non scavata si trova a sud della città.”
Così,
egli ritiene che il porto si dovesse trovare dove è situata oggi la cosiddetta
Paradise Beach. La spiaggia di sabbia potrebbe essersi formata nei millenni, dai
sedimenti del Fiume Fidar, che scorre nel mare a nord della spiaggia, creando un
bacino sottomarino di 490 metri. Le tracce del porto potrebbero trovarsi sotto
la sabbia, e Noureddine sospetta inoltre l’esistenza di un cimitero di navi
fenicie nel bacino. “Ma avremo bisogno dei mezzi sottomarini per scoprirlo”
ha dichiarato.
Noureddine,
uno dei pochi archeologi subacquei nel Libano, ha effettuato ispezioni di fronte
alle spiagge e ha individuato alcune ancora antiche – pietre piatte con tre
fori su esse – nuovi elementi a sostegno della sua teoria.
“Tutto
questo si basa sulle ricerche di Honor Frost” ha dichiarato, riferendosi
all’archeologa subacquea che, ormai ottantenne, si reca ancora occasionalmente
in Libano.
Ma
alcuni esponenti del CCF contestano le sue conclusioni.
“Perché
non a nord del porto?” chiedono alcuni, riferendosi all’area di sotto al
parcheggio, sulla via del porticciolo di pescatori.
“E’
una collina” risponde Noureddine. “Come potrebbe la gente essere discesa da
qui con le loro navi?”
Nell’area
che egli ha individuato, vorrebbe effettuare scavi esplorativi nella sabbia per
prelevare campioni, che direbbero di più circa l’esatta collocazione del
porto. Se riuscisse ad individuare delle tracce, il Dipartimento di Antichità
sicuramente sosterrebbe il suo scavo nel porto, ha dichiarato.
Per
quanto riguarda le spiagge, non vi sarebbero problemi. “Se qui si trova un
antico porto (vicino alle spiagge, i proprietari) ricaverebbero guadagni persino
maggiori.
La
serie di conferenze sulla “Nuova ricerca archeologica in Libano”
proseguiranno a Beirut fino al 30 giugno, ogni mercoledì alle 6 p.m. al Centro
Culturale Francese, alcune in Francese, alcune in Inglese.