Fonte: www.bib-arch.org

Data: 20.10.02

Prove dell’esistenza di Gesù scritte nella pietra.

L’ossario del fratello di Gesù conferma il racconto biblico.

Dopo circa 2000 anni, la prova storica dell’esistenza di Cristo, potrebbe essere venuta alla luce, letteralmente scritta sulla pietra. Un’iscrizione è stata trovata su un’antica cassa per ossa, chiamata ossario, su cui si legge:

“Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù”

Questo contenitore, una volta provata la sua autenticità, offrirebbe l’unica citazione dell’epoca del Nuovo Testamento della figura centrale della cristianità ed sarebbe la prima scoperta archeologica di sempre a corroborare i riferimenti biblici a Gesù.

Le parole aramaiche incise sul lato che cassa mostrano una forma corsiva di scrittura usata solo dal 10 al 70 d.C., secondo il noto paleografo Andrè Lamaire, dell’Istituto École Pratique des Hautes Études (comunemente noto come l’Università della Sorbona) di Parigi, che ha verificato l’autenticità dell’iscrizione. L’ossario è stato datato approssimativamente al 63 d.C. Lemaire ha documentato la sua completa investigazione sul numero del Novembre/Dicembre 2002 della rivista Biblical Archeology Review.

Iscrizioni antiche sono tipicamente trovate su monumenti reali o su tombe commemorative di regnanti e altre figure di ufficiali, Ma Gesù, che fu allevato come carpentiere, era un uomo del popolo, pertanto trovare documenti circa la sua famiglia è doppiamente inaspettato.

Nel primo secolo d.C. gli Ebrei seguirono l’uso di trasferire le ossa dei loro defunti dalle grotte sepolcrali agli ossari. La pratica fu largamente abbandonata dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70d.C.

Nessuno sa per certo perché la pratica iniziò e terminò, ma in ogni modo offre un raro periodo di auto-documentazione nel corso della quale i cittadini comuni come anche i capi del popolo lasciavano i loro nomi incisi sulla pietra.

La nuova scoperta è altresì significativa in quanto corrobora l’esistenza di Giuseppe, il padre di Gesù, e di Giacomo, fratello di Gesù e capo della prima chiesa cristiana di Gerusalemme. Le relazioni familiari contenute nella nuova scoperta hanno aiutato gli esperti ad accertare che l’iscrizione fosse probabilmente riferita al Giacomo biblico, fratello di Gesù (vedere ad esempio Matteo 13:55-56 e Galati 1:18-19). Anche se tutti e tre i nomi erano piuttosto comuni in tempi antichi, la possibilità statistica del loro apparire in questa combinazione è estremamente ridotta. In aggiunta, la menzione di un fratello è insolito – indicando che questo Gesù deve essere stata una figura molto conosciuta.

I test di laboratorio svolti dal Geological Survey d’Israele hanno confermato che il calcare della cassetta proviene dall’area di Gerusalemme. La patina –il fine strato superficiale che si viene a formare sulla pietra ed altri materiali nel corso del tempo – ha la forma “a cavolfiore” che si sviluppa generalmente nell’ambiente delle grotte; più importante, non reca traccia di moderni elementi.

La cassa della lunghezza di 20 pollici si trova in una collezione privata in Israele. Come molti ossari, ottenuti sul mercato antiquario, è vuota. La sua storia precedente all’attuale proprietario, è sconosciuta.

Il contenitore è uno dei molto pochi artefatti che menzionano personaggi del Nuovo Testamento. Un tale soggetto è l’ossario di Caifa, l’alto sacerdote che rimise Gesù al giudizio dei romani, secondo il racconto biblico. La tomba di Caifa fu scoperta nel 1990. Qualcosa come 40 anni or sono, gli archeologi hanno scoperto un iscrizione su un monumento che menziona Ponzio Pilato.

 

L’ossario di Giacomo potrebbe essere la più importante scoperta nella storia dell’archeologia del Nuovo Testamento” riferisce Hershel Shanks, editore della rivista “Biblical Archaeology Review”

“Questo ha implicazioni non solo per gli studiosi, ma per la generale comprensione della Bibbia”.

 

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