Pallade Athena, 1898

La Pallade Athena Klimtiana del 1898 è la prima "virago" di una serie di figure femminili, un archetipo per l'artista: vestita di corazza e armata, ella assoggetta, certa della vittoria, l'uomo e forse l'intera umanità. La divinità perde la "fissità" statuaria per ritornare autenticamente rappresentazione della donna: il volto affilato, lo sguardo fisso, sgranato e ammaliante, i capelli rossi che scivolano fuori dall'elmo. La lussuosa ornamentazione sottolinea inoltre l'erotismo che l'artista ha reso parte della propria visione del mondo Nel palmo della mano destra, invece della tradizionale statuetta della Nike, una donna nuda, con i capelli fiammeggianti e le braccia allargate nell'offrirsi scandalosamente a chi osserva. È la prima sovversione dell'eros operata da Klimt: nell'atto di dare il proprio corpo, la donna non è vittima, ma vincitrice, nell'estasi ella non si abbandona, ma diventa unica protagonista. In quest'opera emergono per la prima volta elementi che caratterizzeranno l'opera successiva di Klimt, come l'impiego dell'oro, la trasmutazione dell'anatomia in ornamento e dell'ornamento in anatomia.





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