1959 | 10 |
1960 | 20,3 |
1961 | 13,7 |
1962 | 13,4 |
Tra aumento della prosperità all'estero e miglioramento delle attrezzature turistiche, l'Italia contò anche sul boom turistico, ma il beneficio dei prezzi vantaggiosi si esaurì presto e gli stranieri poi si orientarono verso Spagna, Grecia, Portogallo e Jugoslavia.
IMPORT_in $ | IMPORT_in $ | variaz.% | EXPORT in $ | EXPORT in $ | variaz.% | |
STATI | anno 1958 | anno 1963 | anno 1958 | anno 1963 | ||
BELGIO+LUX | 1462 | 2661 | +82 | 1377 | 2950 | +114 |
FRANCIA | 1227 | 3103 | +153 | 1136 | 3065 | +170 |
RFT | 1896 | 4275 | +125 | 2406 | 5279 | +119 |
PAESI BASSI | 1518 | 3059 | +109 | 1337 | 2662 | +99 |
ITALIA | 687 | 2491 | +263 | 608 | 1788 | +194 |
La Bei (banca europea degl'investimenti) investì nel ns.Paese più che altrove in considerazione dell'ampia aree di sottosviluppo. Per il 1961 l'Italia ricevette il 54% degl'investimenti, la Francia il 24% e la Germania occidentale il 17%; nell'anno successivo rispettivamente: 64%, 12% e 11%.
Nel quinquennio del boom abbandonarono l'agricoltura 1.380.000 persone, circa il doppio di quelle del decennio precedente (erano soprattutto meridionali ma venivano anche dall'Italia centrale e settentrionale). Si trasferivano di solito verso il centro della loro provincia, o il capoluogo di regione, o in altre regioni, in parte anche verso l'estero.
Tra investimenti e sussidi risulta statisticamente che il reddito medio procapite del Sud aumentò a partire dal 1959 di più che nel Centro-nord : 6,5% contro il 5,6 (prima del'59: 3,2 al Sud contro il 5,2).
Dal 1961 al '62: +5,8%; nel '63:+8,5% rispetto al 1962 e nel '64: +6,5% rispetto al'63.
I poderi marginali di montagna e di collina, e quelli poco fertili o privi d'irrigazione, furono abbandonati e le zone furono utilizzate per il pascolo.
Il fatto che il 40% dei contadini che avevano ricevuto un appezzamento dalla riforma agraria(1950), avesse abbandonato la campagna, dimostrava l'esito fallimentare di quella riforma.
Particolarmente grave fu il fallimento della riforma siciliana che aveva puntato alla creazione di villaggi agricoli modello: nel 1964, 50 villaggi su 54 risultavano disabitati.
Nel 1959 era stato adottato il Piano Verde: non si trattava più di distribuzioni di terre ma di agevolazioni creditizie e sussidi che si aggiungevano al preesistente sistema di protezione dei prezzi agricoli.
Il richiamo però dell'industria fu più forte.
La legge del 1957 che imponeva allo Stato di indirizzare al sud il 60% dei suoi investimenti, trovò ostacoli nella realizzazione dei piani d'investimento per la mancanza di coordinamento tra centro e periferia.
Il governo decise di creare "poli di sviluppo", cioè concentrare gl'investimenti.
Ma dove? Di fronte alla prospettiva di essere discriminati, i politici eletti in alcune aree facevano pressione perché s'investisse dove avevano i loro elettori. Diversi ministeri avrebbero dovuto concorrere alla costruzione d'infrastrutture, ma non avevano sufficienti fondi nei loro bilanci o preferivano spendere diversamente; inoltre mancavano ancora le regioni a statuto ordinario. Furono creati consorzi locali di sviluppo ma i dirigenti non furono all'altezza della situazione.
MIGRAZIONI, EDILIZIA, PREZZI. Gli spostamenti di popolazione si tradussero in maggiori spese per i Comuni e le Province dove confluivano gl'immigrati; i bilanci erano sempre più in rosso (il disavanzo passò da 329 miliardi del 1959 a 834 del '63)e aumentarono le richieste di stanziamenti per gli enti locali a carico dello Stato, data l'insufficienza delle entrate tributarie locali (imposte sui consumi e sugli immobili).
Furono violati piani regolatori, invasi dal cemento i parchi. Il materiale edile era spesso scadente. I prezzi dei nuovi fabbricati triplicarono tra il '53 e il '63; il prezzo medio delle aree fabbricabili decuplicò.
I costi di costruzione però non erano alti per la manodopera, che era a bassa qualifica e proveniva spesso dalle campagne.
Si costruirono più appartamenti per benestanti che case popolari.
Grossi interessi erano in gioco e quando fu proposta una legge di esproprio delle aree fabbricabili a prezzi del'58, il ministro dei Lavori Pubblici fu costretto a dimettersi.
La stretta creditizia del'63, per fermare l'inflazione, frenò la speculazione immobiliare. Migliaia di appartamenti di lusso restavano invenduti, per mancanza di clientela ad alto reddito.
Negli anni 50, i prezzi erano saliti lentamente, più lentamente dell'aumento generale della produttività (il che significa che la crescita del valore prodotto era superiore a quella dei costi di produzione), anche nei primi anni del "miracolo" salirono i prezzi , ma non come nel periodo 62\64, quando avvenne un forte aumento del
Questo fenomeno dipendeva sia dall'aumento della domanda interna ed estera, sia dalla combattività sindacale (con scioperi) per cui i salari incominciarono ad inseguire l'aumento dei prezzi ( si dice spirale prezzi-salari il processo a catena per cui gli aumenti degli uni stimola l'aumento degli altri con conseguente aumento del costo del lavoro e quindi dei prezzi). Naturalmente anche il mutato clima politico avrà avuto il suo peso (il governo di centrosinistra) ma principalmente direi che contava di più la bassissima disoccupazione (3,6% della forza lavoro).
I sindacati attuarono iniziative tese all'allargamento del consenso - e quindi del tesseramento - tra i lavoratori giunti dalle campagne (in particolare la Cgil trovando per loro il lavoro e la casa. Ma anche le Acli, la Chiesa e la DC fecero dell'assistenzialismo e favorirono il collocamento; pertanto si indeboliva il ruolo dei reclutatori di manodopera, il "caporalato" che intascava percentuali per ogni lavoratore sistemato in imprese industriali o edili).
Dal 1958 al 1964 i salari aumentarono dell'80%. Questo fu l'aumento più forte registrato nei paesi del MEC, come vedete nella tabella sottostante (aumenti in % dal 1958 al'64)
stati | salari | costo salario per prodotto | produzione |
ITALIA | 80 | 32 | 36 |
RFT | 67 | 35 | 23 |
FRANCIA | 60 | 27 | 27 |
PAESI BASSI | 75 | 30 | 35 |
BELGIO | 35 | 32 | 3 |
USA | 27 | 22 | 4 |
GRAN BRETAGNA | 36 | 25 | 10 |
Le imprese italiane a volte andavano oltre i salari contrattuali pur di accaparrarsi la manodopera, ma la cosa riguardò più che altro l'industria. Alcune imprese che erano competitive grazie a bassi salari, non lo furono più in mancanza d'innovazione tecnologica: questo fu il caso del settore tessile, dove al ridursi dei profitti, si ridusse ogni ulteriore possibilità di ammodernamento.
La gestione delle imprese era meno familiare che in passato, subentravano dirigenti nuovi che potevano essere o no azionisti, le competenze direzionali erano comunque sempre accentrate, anche nelle imprese pubbliche.