META NAME="KEYWORDS" CONTENT="ONU, Hammarskjoeld, Ciombè, Kindu, Congo, Biafra, ENI"> Congo e Biafra
L'Italia si apprestava ad entrare in una fase di espansione economica senza precedenti, altrove -come al solito- si moriva di fame e si poteva odiare lo straniero, non importa per quale ragione fosse lì.
L'Italia che credeva di poter contribuire alla pace nel mondo sotto l'insegna delle Nazioni Unite piangeva i suoi figli caduti in un paese lontanissimo.
L'11 novembre del 1961 tredici aviatori italiani mandati in Congo con le truppe ONU vengono rapiti e uccisi a Kindu. Il Congo aveva da poco l'indipendenza e contro il suo presidente Patrick Lumumba, ucciso nel febbraio, si era sollevato il separatismo del Katanga, alimentato dai colonialisti che trovano in Moisè Ciombè il loro uomo di paglia.
Fin dal luglio '60 l'ONU aveva inviato i caschi blu per difendere gli europei che vivevano e lavoravano nel paese.
Il 13 settembre del'61 veniva abbattuto l'aereo del segretario generale dell'ONU Dag Hammarskjoeld, che stava trattando la pace con Ciombè.

Otto anni più tardi non erano più i soldati a pagare col sangue l'odio per gli europei, ma un gruppo di inermi lavoratori.
Giugno '69: 14 tecnici petroliferi dell'ENI sono fatti prigionieri in Biafra, 10 vengono uccisi.
Il Biafra è la regione ribelle della Nigeria, dove si muore di fame, diventa sinonimo di povertà come "baluba", etnia congolese, sta per "ignorante" e Katanga sarà usato per definire i picchiatori dell'estrema sinistra.