Maestosa si erge
ammonendo l’onda impetuosa del fiume
che più d’una volta la tradì.
Contempla la strada tortuosa,
i sorrisi immacolati dei bambini,
il contadino che taglia l’erba.
Se ne sta,
come un’anziana donna
che ha perso il conto della sua età,
a raccontare la sua infanzia
e il sapore degl’inverni trascorsi
attorno al fuoco d’un camino.
E s’arrabbia
quando qualcuno subisce un torto.
Ha un cuore grande
per amare uno ad uno i suoi figli,
talvolta bricconi
ma sempre pronti a rispettarla.
Ha pianto
quando eravamo tristi,
ha gioito con noi
il giorno di Natale e a Capodanno
e non ci ha mai abbandonati.
E domani sarà ancora là,
come una mamma,
a darci il buongiorno.
Nadia Meriggio
Questa, invece, è di un "collega":
Sulla vetta d’un colle che protende
le sue radici al Tanaro vicino
come faro una torre alta risplende
sopra le Langhe in faccia all’Appennino.
Dopo feudal belliche vicende
oscura lo splendore di Castellino
un fiero Corso che in Italia scende
per abbattere troni e far bottino.
Solo la torre pei venturi serba
del glorioso passato la memoria
il resto copre la maceria e l’erba.
Ma al suo fianco segnale di vittoria
una campana suona ancora a festa.
Cadde il castel - la Chiesa integra resta.
B. D’Albertis
Ringrazio Livio per le cartoline!
Questa pagina è online dal 09/04/2001