Guy Debord
Attestazioni
Guy Debord, Mémoires
Seconda edizione, Jean-Jacques Pauvert aux Belles Lettres, Parigi, novembre 1993
Traduzione a cura di Omar Wisyam
Le rare opere della mia gioventù sono state speciali. Si deve ammettere che il gusto della negazione generalizzata le univa. Ed era in grande armonia con la vita reale che conducevamo allora.
L'arte moderna era stata, ma per poco ancora, critica e rivoluzionaria. "Nel mondo della decomposizione possiamo mettere alla prova, ma non impiegare le nostre forze". Molte brutte intenzioni vi trovavano coperture quasi onorevoli.
Ho cominciato con un film senza immagini, il lungometraggio Hurlements en faveur de Sade, nel 1952. Lo schermo era bianco con il sonoro, nero con il silenzio che si dilatava; l'ultimo piano-sequenza nero durava, da solo, 24 minuti. "Le condizioni specifiche del cinema permettevano di interrompere l'aneddoto attraverso blocchi di silenzio vuoto". I cineclub insorti per l'orrore gridavano troppo forte per riuscire a udire quel poco che avrebbe potuto sconcertarli nel dialogo.
Asger Jorn mi procurò, nel 1958, un'occasione per andare oltre. Pubblicai delle Mémoires che francamente erano composte soltanto di svariate citazioni, senza annoverare una sola frase, anche breve, che fosse mia. Ho offerto questo antilibro ai miei amici, niente di più. Nessun altro fu informato della sua esistenza. "Volevo parlare la bella lingua del mio secolo". Non ci tenevo molto ad essere ascoltato.
Nel frattempo, nel 1953, io stesso avevo scritto, con un gessetto, su un muro di rue de Seine che la patina degli anni anneriva, il temibile slogan: Ne travaillez jamais [Non lavorate mai]. Si è creduto inizialmente che scherzassi (il passante che mise in salvo il documento per la storia aveva pensato di fotografare l'iscrizione per destinarla a una serie di cartoline postali umoristiche).
Non ho, in ogni caso, detto il minimo di bene a proposito di quelle Mémoires, a quel tempo. E non credo che adesso sia necessario dirne di più. Avevo dimostrato la mia sobria indifferenza nei confronti del giudizio del pubblico, poiché questo non era neppure ammesso a vedere l'opera. L'epoca di tali convenzioni non era forse superata? Così le mie Mémoires, da 35 anni, non sono mai state messe in vendite. La loro celebrità è arrivata dal non averle diffuse che secondo la maniera del potlatch, cioè del regalo sontuoso, che sfida l'altro a restituire qualcosa di più estremo. Persone così superbe mostrano che sono capaci di tutto, ma a modo loro.
Queste poche precisazioni faranno notare meglio quanto ero nel giusto a riassumere così quel periodo nel mio Panégyrique del 1989: "Le nostre manifestazioni, restando rare e brevi nei primi anni, volevano essere completamente inaccettabili; dapprima soprattutto nella forma e più tardi, approfondendosi, soprattutto nel loro contenuto. Esse non sono state mai accettate".
Guy Debord
Ottobre 1993
Traduzione a cura di Omar Wisyam
Opere incomplete
di
Omar Wisyam
http://www.oocities.org/omar_wisyam/index.html