MISCELLANEA

 

 

            La direttrice Consolare Grossetana o maremmana originava dalla porta S.Marco di Siena e per Paganico e Batignano giungeva a Grosseto.Già attiva in epoca medicea, dal 1765 era stata oggetto di congrui lavori di rifacimento che protrattisi  per più di venti anni ne ricostruirono in gran parte il tracciato.Le migliorie apportate, consistenti, sopratutto, in sistemazioni di massicciate, ponticelli, muri e ponti, si concentrarono nel tratto inferiore del grossetano, risultando praticamente costruito ex novo il percorso Paganico-Grosseto. (1)

            Nel 1773 era in costruzione la diramazione della Strada Consolare-Campagnatico.Pietro Leopoldo viaggiando in quell'anno, trovava questa via "molto ben fatta, tagliata dolce e sarà finita quest'anno". (2)

            La cittadina era al centro di un manifesto ridisegno urbano che si relazionava alla proposta del Visitatore Generale di Maremma Giovanni Cristiano Miller, di porvi la sede giuridico-amministrativa fino ad allora localizzata a Scansano.Inoltre, la riorganizzazione delle comunità maremmane aveva esteso i confini del paese ad inglobare i comuni di Montorsaio, Paganico, Monteverdi, Bagnola Tarsinata e Lapidalto.

            Il Miller, in proposito, esprimeva idee grandiose: ricostruzione del borgo, le cui case erano in evidente fatiscenza, edificazione di un nuovo quartiere in località Mercatale e di altri servizi quali un ospedale, delle carceri, "una casa grande per il Magistrato" e di due osterie da porsi una all'interno della città e l'altra all'imbocco della nuova strada nella Grossetana.(3)

            Tutte le sue idee sono dirette per Campagnatico", dirà il Sovrano, aggiungendo, criticamente, "...per tutte queste fabbriche il lavorarvi va bene e fare le case a Campagnatico, ma non tante quante vorrebbe Miller...certamente (però) il posto vi sarebbe più sano, più vicino e più comodo per starvi...". (4)

            Il ripristino della Grosseto-Siena aveva prodotto revisione della rete viaria di quelle località interessate direttamente o marginalmente a quel transito stradale.Montorsaio aveva, a questa data, adeguato al transito dei carri il tratto che dal paese conduceva alla Regia consolare tanto che Pietro Leopoldo apprezzava "...il nuovo pezzo di salita fatta sotto Le Capannelle...per scansare l'antica e troppo ripida e questa nuova è buona..." (5)

            Da Campagnatico, il Sovrano "scendeva" al paesino di Istia sulla riva dell'Ombrone.....

           

            BRANO TRATTO DA :Ester DIANA: IN VIAGGIO CON IL GRANDUCA Itinerari nella Toscana dei Lorena pagg. 105-106

           

           

            Paganico-Campagnatico-Montepò-Montorgiali: la strada percorsa dal Sovrano si snodava tra poggi e macchie dove all'aumento delle coltivazioni intensive non si rapportava alcuna rilevante crescita demografica.

            Le suppliche, le lamentele che le Comunità rivolgevano al Granduca, o , semplicemente, tutto ciò che colpiva il Sovrano, investivano l'intero universo del vivere giornaliero per il quale conviene dischiudere un breve inciso così da poter cogliere immagini di quella società che doveva, un po' per curiosità, un po' per diletto ma, sopratutto, senza rendersi conto perfettamente della levatura, di quell'Illustre, assieparsi sbigottita o strafottente lungo il passaggio del Granduca.Molte lamentele concernevano le controverse assegnazioni di terreni: molti proprietari locali si dolevano di non aver avuto alcuna presella."Questa doglianza è in molti luoghi e vi va seriamente rimediato per non perdere la piccola popolazione", avrà a dire il Sovrano, che, tuttavia, poneva in guardia dal fare, come usualmente si dice, di "tutta l'erba un fascio" perché "...ora che tutti gli abitanti conoscono il vantaggio della proprietà del terreno e tutti quei luoghi ove non vi è se ne dolgono e così chi non ha avuto delle preselle si duole delle vessazioni...ma sono quei soliti che non hanno che poche bestie, a suo tempo non hanno chiesto nulla e pretendono di continuare a fare come gli pare...". (6)

            Ma le "doglianze" che si assiepavano più numerose tra gli appunti, le relazioni e gli ordini granducali riguardavano, senza dubbio, la qualità del vivere in quei centri urbani.

            A Campagnatico (e non era tra le comunità più misere) tramontati gli entusiasmi del Miller "...tutto è rovinato, (le case) non sono state finite, sono state tutte abbandonate, così anche la vetreria...vi si vede la decadenza e lo scoraggiamento". (7)

            E, poi, quasi dovunque, mancava acqua sufficientemente potabile trovandosi cisterne e condotti spesso inquinati da scarichi arbitrari o con infiltrazioni nelle strutture.

           

            BRANO TRATTO DA :Ester DIANA: IN VIAGGIO CON IL GRANDUCA Itinerari nella Toscana dei Lorena pagg.119-120.

           

           

1) Il ripristino della Siena-Grosseto si protrasse per vari anni: nel 1782 il Provveditore dell'Ufficio dei Fossi di Grosseto scriveva: "la strada...in oggi talmente frequentata che continue e non indifferenti sono le spese occorrenti per i risarcimenti anco nei luoghi ove era stata costruita di nuovo" - D.Sterpos, "Le strade di grande comunicazione..." op. cit. pag 31

2) Pietro Leopoldo , "Relazioni.." op. cit. vol.III pag. 175.

3) Il Miller fu personaggio considerevole nella storia della maremma. Ancor prima della venuta di Pietro Leopoldo era stato il responsabile di un piano di allivellazione di 30 tenute nella Piana di Grosseto; aveva, poi, rivestito la carica di Commissario delle Saline mettendosi in luce per talento e capacità.Sulla figura e sull'opera di questo tedesco di Magonza v. D.Barsanti "Progetti..." op.cit. pag.48 e segg. - P.Leopoldo "Relazioni..." op.cit. pag.175.4

4)  Pietro Leopoldo "Relazioni..." op.cit. vol.III pag.177-179

5)  Pietro Leopoldo "Relazioni..." op.cit. vol.III pag.179.Nel 1787 la Comunità sollecitava un nuovo ripristino per le sue strade tutte "troppo cattive" (vol.III pag 516)

 

6) Pietro Leopoldo "Relazioni..." op.cit. vol.III pag.521

7) Pietro Leopoldo "Relazioni..." op.cit. vol.III pag.516

 

 

 

Da un articolo di Paolo Pacchiani