Ai Yazawa

 

 

 


La chiave dello Shoujo


Ogni lettore di manga sa bene che i fumetti giapponesi si dividono, prima che in qualsiasi altro genere, in due grandi categorie, che hanno ben poco a che vedere con lo stile o con il contenuto, ma semplicemente si riferiscono al pubblico a cui sono rivolti. Queste due categorie si chiamano shounen e shoujo, ed indicano rispettivamente i fumetti per ragazzi e quelli per ragazze.
Ai Yazawa è una autrice di shoujo , ma questo non dice ancora niente sulle caratteristiche che la contraddistinguono e che la rendono una delle mangaka più amate in Giappone ed in Occidente.
In Italia la sua rinomanza è legata al successo di "Cortili del cuore" e già sul titolo stesso ci sarebbe molto da discutere, come esempio di quelle strategie di marketing, piuttosto ammiccanti, che fino a poco tempo fa le case editrici erano costrette ad utilizzare per veicolare gli shoujo nel nostro Paese. Infatti, forse perché in Italia da sempre i fumetti sono un mezzo d’espressione fondamentalmente maschile (e maschilista), ogni qualvolta, in anni passati, qualcuno si era azzardato ad importare uno shoujo era sempre avvenuto una sorta di mezzo disastro commerciale. Persino di opere che avevano alle spalle anime dal successo travolgente come “Candy Candy” o “Lady Oscar” le vendite erano state inferiori alle aspettative.
Anche “Cortili del cuore” era stato importato sull’onda di un successo televisivo. Questo titolo (tutto sommato dignitoso) derivava, infatti, da quello spaventoso "Curiosando nei cortili del cuore" che la solita mente geniale della Mediaset aveva escogitato per l’edizione italiana dell'anime Gokinjo Monogatari, tratto appunto dall’omonimo fumetto della Yazawa (qualcuno prima o poi me lo deve spiegare che cos'ha che non va "Racconto del vicinato", che è la traduzione esatta del titolo giapponese!).
Comunque, nonostante i soliti scempi perpetrati a suo danno, il cartone animato aveva subito attirato l'attenzione anche per via dei disegni originalissimi, piuttosto stravaganti e tutt'altro che classici. Sembrava evidente che l'autrice amasse anteporre l'espressività all'estetica, anche a costo di confezionare un prodotto che a prima vista poteva sembrare un po' naif. In realtà è bastato poco per accorgersi che dietro quei visetti buffi e quelle membra esageratamente mingherline, si nascondeva un tocco sicuro e originale, uno stile inconfondibile, di grande espressività e in grado di suscitare profonde emozioni.
Ma la vera rivoluzione era la storia, all'improvviso ci si ritrovava davanti ad uno shoujo senza maghette, né eroine vestite alla marinara, né vicende strappalacrime o ambientazioni storiche singolari. Gokinjo Monogatari era semplicemente il racconto della vita quotidiana di un gruppo di amici nel Giappone odierno, narrato con brio e con tocchi di realistica poesia.
E' così, dunque, che è cominciata l'avventura italiana della Yazawa, con la narrazione dei sogni, delle emozioni, dell'evoluzione psicologica ed emotiva di una comitiva di adolescenti, impegnati nel difficile compito di crescere e realizzare le proprie aspirazioni. E la scommessa non solo è stata vinta, ma è come se si fosse spalancata una porta, nel senso che anche il manga ha avuto una risonanza ed un successo al di sopra delle previsioni, tanto da diventare una di quelle opere-chiavi che hanno aperto la strada allo shoujo in un mercato difficile come quello italiano. E il successo è cresciuto con gli anni, tanto che in questo momento Ai Yazawa è l’unica artista giapponese di cui vengono pubblicati contemporaneamente ben tre opere: Paradise Kiss, Nana e una nuova edizione di Cortili del cuore. Nemmeno Rumiko Takahashi (la madre di Ramna e di Lamù, per intenderci), e nemmeno uno dei suoi colleghi maschi può vantare un simile record.
E’ vero che il successo in sé non è indice di qualità, anzi spesso si direbbe proprio il contrario, ma per una volta l'entusiasmo è ampiamente meritato, perché questa autrice è forse tra le più grandi nel suo genere e non solo. Leggendo le sue opere, infatti, si ha la sensazione di entrare in un'ottica in cui la realtà quotidiana viene osservata con uno sguardo minuzioso, a volte apertamente scanzonato, ma sempre profondamente poetico. Ed inoltre, le sue opere più mature sono permeate da uno fondo di inquietudine in cui risuona una nota di implacabile saggezza, perché dietro l'allegria, la comicità delle situazioni, la vivacità dei dialoghi, il romanticismo adolescenziale, esse ci narrano della difficoltà di vivere e soprattutto di crescere. Si tratta di storie dove il tema portante è appunto quello della maturazione interiore, racconti di formazione, insomma, dai quali spira la consapevolezza che diventare adulti significa soprattutto fare delle scelte, a volte dolorose, ma sempre necessarie. Il messaggio più importante della Yazawa è che ci sono diversi modi di vivere e di affrontare l'esistenza, vi è un modo comodo, che è quello di coloro che si adagiano nel conformismo e lasciano che sia la realtà circostante a scegliere per loro, e il modo di coloro che invece lottano, rischiando in prima persona, per realizzare i proprio sogni e desideri, anche a costo di propendere per degli stili di vita fuori dall'ordinario e perciò di scontrarsi con le incomprensioni e l'ostilità di genitori, insegnanti e coetanei.
Ma non basta, nonostante questa fiera presa di posizione, che fa da leitmotiv, l’autrice inserisce nelle sue trame dei contrappunti dove viene sussurrata un’altra verità. E cioè che il passaggio all'età adulta non è semplicemente fonte di acquisizioni, ma comporta anche una serie di perdite irrimediabili: la perdita dell'innocenza e delle illusioni della giovinezza, di quello sguardo "sempreverde" con il quale ogni enfant guarda il mondo, ed è proprio da questa dialettica tra la consapevolezza della necessità di maturare e la percezione di ciò che ci si lascia dietro alle spalle, che nasce quella malinconia che è il tratto, forse meno evidente, ma più originale e poetico dell’autrice. Atteggiamento contraddittorio? Può darsi, ma la differenza tra un'opera d'arte e un prodotto di puro intrattenimento non consiste forse nella propensione a non trasmettere visioni troppo rassicuranti, o certezze troppo definitive? La Yazawa è una grande artista anche perché ci rivela che il mondo è un luogo tutt'altro che semplice da decifrare, che la vita è un puzzle in cui i pezzi non combaciano mai perfettamente e che l'animo umano è un pozzo ambiguo di desideri ed aspirazioni incoerenti. E tutto questo in uno shoujo-manga, vi pare poco?

by Pec-chan

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