Il viaggio di Elisabet - Scena settima
di Stefano Franchetto


(le luci si accendono ed entrano in scena ELISABET, EZRAELE, GIUSUE’, GASPARE, MURIELE e l’IMPERATORE AUGUSTO)

EZRAELE (rivolgendosi ad Elisabet): quella che vedi laggiù è Mira (indicando verso l’ingresso in scena) e fu uno dei primi luoghi ove venne a predicare Paolo, l’apostolo che più di tutti propagò la Lieta Novella in questa zona dell’Asia Minore.

ELISABET: si, l’ho studiato. Fu un grande ed instancabile viaggiatore.

EZRAELE: certo, perché era sorretto dalla fede. Così come Nicola, il vescovo di Mira, che visse circa due secoli dopo Paolo.

ELISABET: e cosa ha fatto d’importante questo Nicola, visto che ne parli con così tanto sentimento?

EZRAELE (sorridendo): ne parlo così perché voi oggi lo conoscete con il nome di Babbo Natale...

ELISABET: mi prendi in giro? ma Babbo Natale non esiste!

EZRAELE: certo, quello che immaginate voi no di sicuro! Ma pensaci un attimo ... com’è che lo chiamate Babbo Natale in Norvegia?

ELISABET: Santa Klaus!

EZRAELE: E Klaus non è la traduzione forse di Nicola?

ELISABET: si, va beh, ma il vestito rosso?

EZRAELE: poi capirai ... devi sapere che il vescovo Nicola era davvero un personaggio molto particolare.

ELISABET: perché?

EZRAELE: un giorno, venuto a sapere che una fanciulla poverissima non aveva la dote per potersi sposare decise di aiutarla. Sapeva che la famiglia di lei era troppo orgogliosa per accettare denaro in dono, quindi uscì di soppiatto durante una notte e gettò un sacchetto di monete d’oro nella casa della fanciulla, che potè così sposarsi.

ELISABET: era veramente buono quel Nicola!

EZRAELE: già, e non si fermò lì. Aveva scoperto che gettare doni alla gente attraverso le finestre aperte era molto spassoso, e così continuò a farlo. Dopo la sua morte tutti parlarono delle sue opere e più tardi egli diventò San Nicola. Da lì Santa Claus ... Sankt Klaus ... Babbo Natale.

ELISABET: ma il vestito rosso e la barba bianca?

(a questo punto entra in scena Babbo Natale, tutto sorridente)

BABBO NATALE: buongiorno miei cari, benvenuti nella città di Mira

MURIELE (tutto eccitato): ma Mira centra qualcosa con la mirra?

GASPARE: puoi ben dirlo! la mirra era uno dei tre doni recati al bambino Gesù dai re Magi!

EZRAELE: vedi Elisabet, la tradizione di fare regali a Natale trae origine dai doni recati dai Re Magi a Gesù Bambino e dalla generosità del vescovo Nicola.

ELISABET (rivolgendosi a Babbo Natale): perché sei così buono?

BABBO NATALE: più doniamo, più ricchi diventiamo. E più teniamo per noi, più saremo poveri. E’ questo il mistero della generosità, né più ne meno. Ma è anche il mistero della povertà.

MURIELE (battendo le mani): ben detto Vescovo!

BABBO NATALE: tutti coloro che accumulano ricchezze sulla Terra saranno un giorno poverissimi. Ma chi ha donato tutto ciò che possedeva non sarà mai povero; inoltre si è divertito pazzamente nel donare,e quindi l’ha fatto con grande gioia. Oh! Oh! perché la più grande gioia che esiste al mondo è la gioia di donare.

ELISABET: puo darsi. Ma bisogna prima aver qualcosa da regalare!

BABBO NATALE (ridendo a crepapelle): Niente affatto!!! non occorre che tu possieda nulla, per sentire formicolare nelle vene il desiderio di donare. Basta un piccolo sorriso, o qualcosa che hai fatto con le tue mani

EZRAELE: Vedi Elisabet, quello che conta non è ciò che puoi dare agli altri ... questo dipende da tante cose, dalle situazioni della vita. Quello che conta davvero è che tu senta di dover dare agli altri ... di voler condividere con gli altri tutto quello che hai ... poco o tanto che sia!

ELISABET: ma se tutti facessero così non ci sarebbero più la povertà e la miseria

GASPARE: appunto per questo l’insegnamento più grande di Dio è stata la carità, perché dividendo tutto con gli altri s’impara a far tesoro anche di ciò che si ha!

GIOSUE’ (Battendo il bastone a terra): A Betlemme! A Betlemme!

(tutti escono di scena e in sottofondo si sente una musica natalizia)