MOLAS, “LA VEDOVA NERA” PARAGUAGIA

Nello sbocciare – forse un po’ inaspettato - di questo dorato e caldo PrimoMaggioTebaldi (2° posto ex equo con l'Oppeano nel gir."B" di 2^ cat.) c’è anche lo zampino felino di Fabio Molas.

L’attaccante cappellone paraguagio (è nato ad Assuncion de Paraguai il 6/4/1984) è da 4 stagioni in forza ai “draghi verdi” del presidente di origini ragusane Giorgio Borsa, e ha già raggiunto la doppia cifra (10 gol in 15 gare, 1 solo su rigore) al giro di boa.

<<Lavoro>> esordisce la “vedova nera” sudamericana <<come magazziniere in una ditta del Veronese. Quest’anno il gruppo è davvero forte e, secondo me, possiamo aspirare ad arrivare ai play-off. La più forte? L’Oppeano perché è stata la squadra che ci ha messo più in difficoltà. Mister Bubani? E’ un genio in quanto riesce a curare molto l’aspetto umano, l’armonia del gruppo>>.

Circa il giocatore più carismatico della squadra del quartiere a Sud di Verona (a un tiro di schioppo dal Policlinico di Borgo Roma), il folletto paraguagio non ha dubbi: <<E’ Marco Dalla Mano (classe 1968) perché è il più vecchio di tutti ed è il più attaccato alla squadra>>.

FABIO MOLAS, "LA VEDOVA NERA" PARAGUAIANAFabio vive a Verona presso la zia Buenaventura: ha dovuto lasciare ad Assuncion la sua famiglia, i suoi genitori e i suoi quattro fratelli più piccoli: <<Forse, a giugno, mi ricongiungo con loro. Intanto, cerco di combattere la nostalgia del mio Paese impegnandomi al massimo con i compagni del PrimoMaggioTebaldi, i quali, sotto questo aspetto non mi fanno mancare il loro calore. Eppoi, anche i gol aiutano ad affrontare col sorriso la settimana lavorativa. Sì che soffro il freddo: ma, per fortuna, il diesse Daniele Bottura, il supertifoso Onorino, il barista Nardi, il segretario Cirillo, l’appassionatissimo diesse Daniele Buttura, “l’osservatore” Luigi Campedelli mi circondano di stima e di affetto. Ho scelto l’Italia perché è uno splendido Paese, dove trionfa l’arte, il clima, la cultura, e dove il calcio è molto sentito>>.

Ora anche il nostro piccolo-grande calcio può contare sulle gesta di un rapido folletto dall’abbondante zazzera nero seppia, non inferiore sotto il profilo dell’impegno e della passione verso la “pelota” ai suoi più pagati compatrioti, Paredes della Reggina, Ferreira del Vicenza e Guzman del Crotone.

<<Appena arrivato in Italia, quando mi hanno visto giocare in un campetto da ragazzino>> ricorda la “vedova nera” paraguagia <<mi hanno battezzato subito “piccolo Maradona”; poi, qualcuno ha pensato di soprannominarmi “folletto”. Il mio forte? Il dribbling, la velocità, lo scatto. Purtroppo, sono piccolo, e tutte le volte mi riempiono di botte>>.

Il miracolo di questo inatteso sbocciar del PrimoMaggioTebaldi (30 punti inDANIELE BUTTURA, DIESSE DEI "DRAGHI VERDI" TEBALDINI graduatoria, ovvero 4 punti in meno della capolista Union A.C., la quale deve ancora vedersi assegnare a tavolino i 3 punti della partita “sub iudice” contro l’Intrepida) è dovuto anche alla bravura di un mister, il professore di Matematica e Fisica (ma, il docente ha conseguito anche il secondo alloro in Astronomia), Massimo Bubani.

Classe 1969, un titolo di campione italiano di scacchi conseguito nel 1986, l’insegnante di origini romagnole (Brisighella di Ravenna) punta molto a far divertire i suoi ragazzi. I quali gli riconoscono - l'abbiamo appurato durante la cena consumata assieme ai giocatori un giovedì sera al campo - di divertirsi, sudando.

Mister Bubani non ama sbottonarsi, né rilasciare interviste; si vanta, con un pizzico di malcelato e comprensibile orgoglio, di essere stato allievo di mister Ballardini, il coach ravennate alla guida della Sambenedettese.

A fatica e con la tenaglia riusciamo a strappargli un <<Siamo una squadra piccola e indifesa rispetto ad altri grossi nomi del nostro girone, ma, alberga in tutti noi la voglia di stare insieme e di divertirci. Se ci manterremo così fino alla fine, potremo raggiungere qualche risultato importante. Abbiamo ancora buoni margini di miglioramento, la società sta facendo il massimo per garantirci la serenità, e non nascondo che, quando all’andata le abbiamo suonate alle grandi, a fine gara abbiamo ricevuto anche i complimenti dagli sconfitti>>.

Quando il prof. Bubani ci saluta con quel suo perentorio “andiamo avanti così”, la sua inflessione dialettale romagnola e il cappello a unghia ricordano tanto il “mago di Fusignano”: <<Arrigo Sacchi, già!>> accompagna così “il profe” il suo inaspettato (come questo bel dorato PrimomaggioTebaldi) dietrofront <<Lui parla di pressing, di organizzazione di gioco; lei sa che noi, invece, durante gli allenamenti parliamo di microonde, di radiazioni di fondo, di residuo del Big Ben? Certo, l’avrà capito, qui si fa un calcio diverso rispetto ad altre parti, ma, il primo comandamento è divertirsi>>.

Davvero un mister…stellare per una squadra…lunare. Avanti tutta, pardòn, avanti marsh, PrimoMaggioTebaldi: c’è un girone di fuoco, da esplosione cosmica, che vi attende! Che gli astri vi assistino!


Andrea Nocini O4.01.2006  ore 20.22