Alberto Fiz

L’arte No global sbarca a Biella

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Dal catalogo di Passaggi a Nord Ovest, edizione 2001.

Sempre più spesso l’arte contemporanea richiede un vero e proprio atto di genuflessione più che di comprensione, secondo un rito che si svolge prevalentemente nei musei. Come tanti fedeli gli spettatori venerano il nuovo feticcio, quasi fosse un rito obbligato e in molti casi si astengono dal giudizio, soddisfatti, comunque, di aver sfilato in silenzio di fronte alle nuove icone.

Chiusi nella camera iperbarica e doverosamente sterilizzati dipinti, video, fotografie e installazioni risultano, in molti casi, avulsi dal contesto, come se l’arte e la vita non potessero, di fatto, comunicare. Negli ultimi anni, tuttavia, sono stati fatti molti sforzi per creare una nuova relazione con il pubblico e tra le iniziative più importanti proposte in Italia va sicuramente segnalata Passaggi a Nord Ovest, nata a Biella nel 1995 ma ancora giovanissima e ricca di potenzialità.

L’aspetto nomadico della manifestazione (…) e il fatto che sia nata dalla precisa volontà di un gruppo di artisti biellesi ( il Manifesto n.0 è formato da Giovanni Ozino Caligaris, Ugo Paschetto, Luciano Pivotto e Armando Riva) sono elementi che danno a Passaggi a Nord Ovest un carattere individuale non confondibile con i tanti progetti o premi sparsi un po’ in tutta Italia.

La sua caratteristica, infatti, non è solo quella di promuovere la nuova ricerca, ma anche quella di trovare una sinergia con il territorio che diventa il soggetto della rappresentazione. Del resto Passaggi a Nord Ovest si colloca in un contesto culturale che da tempo ha sentito l’esigenza di instaurare un nuovo dialogo con il pubblico considerato non un semplice fruitore ma possibilmente un protagonista attivo del processo creativo. … Finalmente l’arte contemporanea è scesa in piazza trovando un pubblico variegato ad accoglierla.

E’ dunque in una situazione di rinnovata vitalità che si è svolta la settima edizione di Passaggi a Nord Ovest a cui hanno aderito artisti provenienti dall’Italia e dall’estero. Da questo primo gruppo assai variegato, ne sono stati selezionati dalla giuria dodici in grado di esprimere un ricerca originale e sufficientemente autonoma, motivata dall’esigenza di tentare nuovi percorsi uscendo dai confini recintati dell’arte.

Ebbene, proprio la sperimentazione è stata la parola d’ordine di Passaggi a Nord Ovest edizione 2001 in cui si sono confrontati stili, tecniche e materiali diversi dando vita ad una rassegna sicuramente no global.

Ma la relazione con il territorio passa anche attraverso un vero e proprio atto di denuncia come conferma l’installazione di Antonella Prota Giurleo che ha collocato sulla parete esterna di una casa antica una serie di abiti bianchi rigonfi come se fossero le figure di fantasmi. Questa volta, tuttavia, le fiabe non c’entrano e l’artista ha voluto evidenziare con efficacia "la presenza – memoria delle morti sul lavoro" come lei stessa dichiara. Sono immagini che incidono profondamente sulle nostre coscienze e a renderle particolarmente efficaci è il contrasto tra la delicatezza della rappresentazione e il dramma che esprimono. …