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I problemi e rischi dei sordomuti a Torino

Sono stato al convinto dei sordomuti di via Arnaldo da Brescia 53, unico a Torino, a informarmi sui problemi che incontrano nella vita di tutti i giorni e di come comunicano con gli udenti e quali servizi ricevono dalla pubblica amministrazione.

Per comunicare i sordomuti usano la L.I.S. lingua italiana segnata che non ha la stessa sintassi dell’italiano parlato, ma una più semplice basata ad esempio su verbi all’infinito e gesti per definirne il tempo, non è possibile una traduzione esatta.

Come sostituzione all’udito i sordomuti leggono le labbra con una velocità e un’attenzione insospettabili: l’educatore Fittipaldi che mi ha accolto ha richiamato un paio di ragazzi parlando…loro lo hanno compreso, poi, dopo una spiegazione, ho capito che stavano ‘aspettandosi’ il richiamo e guardavano le sue labbra.

Qualche problema comincia ad arrivare quando si considera il telefono, un telefono per sordomuti comprende una tastiera per comporre il messaggio, in una specie di chat, e un sintetizzatore vocale per comunicare con quelli normali, ma il telefono pubblico installato nel convitto non può neanche mandare i tanto apprezzati SMS che i telefoni pubblici all’esterno, invece, possono inviare.

Un sordomuto può avere la patente di guida sostenendo le difficoltà che non sentire un clacson o una sirena potrebbe comportare già a piedi.

Nelle università è prevista la presenza di traduttori per meglio comprendere le lezioni, così anche nei tribunali per facilitare la comunicazione, ma, negli uffici pubblici non risulta ci siano addetti alla traduzione italiano - L.I.S. a disposizione.

Capita, talvolta, che scuole per udenti insegnino la L.I.S. agli allievi, ma è una cosa rara.
Nel convitto i sordomuti vengono preparati a vivere in autonomia, superando le varie difficoltà che il mondo degli udenti gli presenterà nell’avvenire.

   
Vittorio Bisoglio
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