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La poesia diventa pubblicità per salvare un quartiere degradato

I versi in spot per riqualificare Librino, periferia dimenticata di Catania.

A Librino hanno trovato il modo per cambiare le cose senza appellarsi ai partiti o -peggio- alla mafia.
Già, ma Librino dov'è? Alla periferia di Catania, un quartiere che ha anche un padre nobile, visto che è stato progettato dal giapponese Kenzo Tange.
Quando sono sorti i primi palazzoni, gli amministratori della città etnea si sono precipitati ad offrire dati rassicuranti: strade larghe, infrastrutture all'avanguardia, case popolari moderne e d'autore per 40mila persone, e persino un teatro. La verità che il tempo ha depositato su questa zona ha un colore meno glorioso. Oggi a Librino vivono più di 90mila persone. Le strade sono sì larghe, ma non portano da nessuna parte. Le infrastrutture latitano e il teatro è letteralmente scomparso dietro l'azione pervicace e costante dei vandali. Già, perchè la povertà è tale, a Librino, che si rubano anche le poltrone del teatro e le assi del palcoscenico. Una situazione simile può sembrare senza via d'uscita. La riqualificazione dell'area, infatti, richiederebbe cifre che nemmeno il più ricco degli amministratori locali potrebbe permettersi. E a questo punto interviene la poesia.
Non stiamo parlando di una fuga dalla realtà per lasciarsi cullare dalle eleganti fantasie della rima. Librino, infatti, ha deciso di fare da sola con l'unica arma che ha a disposizione: la parola. E per l'esattezza la "parola d'autore". Librino, allora, è stata praticamente "adottata" da ben 150 poeti italiani che offriranno i loro versi in altrettanti video che verranno poi inseriti negli SPOT che l'associazione "Fiumara d'arte" e l'assessorato alla Cultura del Comune di Catania hanno commissionato per promuovere l'immagine di questa città-satellite del capoluogo etneo.
Cinquemila bambini di Librino sono già al lavoro. Sono loro, infatti, gli attori protagonisti degli SPOT. Messaggi pubblicitari che "veicolano" prodotti tanto immateriali quanto fondamentali per una convivenza fondata su valori forti come rispetto, cultura, solidarietà e amicizia. All'appello lanciato da Antonio Presti, già ideatore del "Treno dei poeti" e dell'albergo-atelier di Castel di Tusa (Messina), hanno risposto i nomi più prestigiosi della nostra poesia. Da Maria Luisa Spaziani a Franco Loi, da Giancarlo Majorino a Bianca Maria Frabotta, da Valerio Magrelli a Renato Minore, sono tutti lì davanti alla telecamera di Fedora Sasso per recitare o leggere i propri versi, introdotti dalle simpatiche voci dei bambini di Librino.
"Non si tratta -spiega Presti- né di pubblicità progresso né di pubblicità di solidarietà. Molto più semplicemente si tratta di pubblicità 'altra', che ignora cioè la merce mettendo al centro del messaggio proprio l'essere umano". Gli SPOT troveranno gratuita ospitalità in tutti i media regionali, subito dimostratisi disponibili a sostenere l'operazione. In attesa che i primi SPOT vadano in onda, Presti pensa già alla seconda e più ambiziosa fase del progetto di riqualificazione di Librino: farlo divenire il più grande museo d'arte mai visto. "Detta così sembra un'idea folle, ma non lo è. Anzi è semplicissima: usare le 'quinte' offerte dai palazzi di Librino per mettere in bella mostra immagini e lavori d'autore". Vista la sua tenacia e convinzione possiamo già pronosticare un successo anche per la seconda fase. Insomma se fino a oggi Librino è stata la periferia della periferia, domani potrebbe assurgere al ruolo di centro primario, almeno per quanto riguarda la poesia e la voglia di trasformare i sogni in una solida realtà.
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