STORIA

CENNI STORICI

Il ritrovamento di reperti dell'eneolitico (2300-1800 a. C.) alla fine del secolo scorso nella necropoli del dovarese (124 sepolture con corredi di armi in selce o rame, oggetti ornamentali e vasellame di terracotta) ha consentito di individuare una "cultura di Remedello". Sempre in zona sono stati ritrovati reperti dell'eneolitico finale (2000-1800 a. C.), con vasi campaniformi; del bronzo antico (1800-1500 a. C.), con numerose asce; e anche del bronzo medio (fino al 130 a. C.). Le tombe di Remedello erano ordinate in file parallele, senza alcun recinto; gli scheletri erano in posizione rannicchiata o coricati sul fianco sinistro. Alcuni degli oggetti rinvenuti fanno pensare ad antichissimi commerci con la Spagna e la Boemia.

Per l'epoca romana sono state rinvenute due ville rustiche: sono state ritrovate tracce di riscaldamento ad aria calda circolante sotto i pavimenti. 

Nel Medioevo il territorio di Remedello divenne proprietà dei monasteri di Leno e di Acquanegra. Durante la decadenza dell'abbazia di Leno, il vescovato di Brescia assoggettò alla propria giurisdizione il paese, fatto che diede origine al processo del 1194-95. L'interesse del comune di Brescia e del suo vescovo all'importanza strategica del castello di Remedello si rafforzò nel '200. Nel '300 cadde sotto l'influenza di Mantova e nel 1427 il Carmagnola lo conquistò per Venezia, che però lo stesso anno cedette il castello e anche il borgo ai Gonzaga, con un accordo segreto. Così come il resto dell'asolano, Remedello fu per due secoli conteso tra Venezia e i Gonzaga.Ancora nel 1610 il Lezze dice che Remedello era soggetto ad Asola, così come risulta nell'estimo del 1750.

 Nel 1895 Remedello Sopra acquistò fama internazionale per la creazione della "Colonia agricola bresciana" da parte dell'istituto Artigianelli e del suo fondatore padre G. Piamarta, che acquistò i 140 ettari della tenuta Ghio attraverso Don Giovanni Bonsignori e avviò una scuola sperimentale agricola, del quale il Bonsignori (che fu anche l'ideatore della cattedra ambulante di agricoltura nel bresciano) divenne direttore.

Un remedellese meritevole per lo sviluppo dell'agricoltura della bassa è l'ingegnere Tobia Bresciani (1838-1909), che promosse numerose realizzazioni per migliorare la rete d'irrigazione. I due centri di Remedello Sopra e Remedello Sotto furono riuniti amministrativamente in un comune unico solo nel 1927.

ORIGINE DEL NOME

Potrebbe derivare da "Rus Metelli" o da "Ramusi (ramo), da cui "ramet-ellum". Altra ipotesi è che sia una modificazione di Olmetello visto che il palazzo Bobani, sede del comune, sorse dove prima era presente un grosso olmo.

 

 

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