Articolo tratto da "Il Manifesto" del 8/05/2004

 

«Il piano d'abusi iniziò nel 2003»
Le pratiche che i detenuti iracheni rinchiusi nella cerceri gestite dagli occupanti americani hanno dovuto subire sono di fatto torture. Il durissimo atto di accusa è arrivato ieri dal Comitato internazionale della Croce Rossa. «Gli elementi che abbiamo trovato sono equivalenti a torture», ha spiegato da Ginevra il direttore delle operazioni dell'Icrc, Pierre Kraehenbuehl. «Vi sono stati chiaramente episodi di trattamento disumano e degradante», ha aggiunto. Le preoccupazioni della Croce Rossa non si limitano ad Abu Gharib, la grande prigione vicino a Baghdad. Kraehenbuehl ha reso noto che sono state inviate raccomandazioni anche alle autorità britanniche. La conferenza stampa di Kraehenbuehl è stata convocata in fretta e furia dopo che il Wall Street Journal aveva pubblicato ieri ampi stralci di un rapporto, destinato al governo statunitense, che sarebbe dovuto restare segreto. Gli abusi, ha confermato il dirigente dell'organizzazione, sono stati diffusi. «È chiaro che le nostre scoperte non ci consentono di trarre la conclusione che il caso di Abu Gharib su cui siamo impegnati riguardi azioni isolate di singoli membri delle forze della coalizione», ha spiegato il responsabile dell'Icrc, «ciò che abbiamo descritto è un modello, un sistema diffuso». La Croce Rossa aveva affrontato la questione delle torture ai prigionieri il 26 febbraio di quest'anno con il governatore americano Paul Bremer e il capo delle forze americane, il generale Ricardo Sanchez. La vicenda però risale a molto prima, addirittura all'inizio della guerra. L'Icrc ne aveva parlato «a differenti livelli delle forze della coalizione e in diversi momenti tra marzo e novembre 2003».

 

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