Articolo tratto da "La Repubblica" del 29 ottobre 2004
Soppresso l'intervento del
comico Paolo Hendl, l'opposizione insorge: "E'
l'ennesimo capitolo delle liste di proscrizione".
Hendel censurato, bufera politica ed vertici Rai subito in Vigilanza mentre per
il candido Del Noce: "E'
la linea editoriale che vieta la satira politica],
invece per il fascista Bonatesta (An): "Via la
politica faziosa dal servizio pubblico"
ROMA - In onda ci andrà comunque. Certo, non su RaiUno, non il sabato in prima
serata dunque non da Panariello, bensì in uno spazio di maggiore libertà, il
talk show di RaiTre Parla con me, condotto da Serena Dandini. Rimandato dunque a
domenica in tarda serata l'appuntamento con Paolo Hendel, ospite annunciato e
poi tempestivamente rimosso dallo show Ma il cielo è sempre più blu. La censura
mascherata da linea editoriale ("A RaiUno nessuno può fare satira politica"
chiarisce il direttore della rete, Fabrizio Del Noce) ha sollevato le reazioni
indignate delle opposizioni che chiedono l'intervento della Commissione di
vigilanza, mentre il consigliere della Margherita della Regione Toscana propone
la revoca della sponsorizzazione offerta dalla Regione stessa (240mila euro) per
lo spettacolo di Panariello, in onda da Montecatini Terme.
Intanto Hendel apprende "con stupore" il veto sulla satira nei programmi Rai di
prima serata, lo chiama "frutto di una mentalità chiusa", e precisa: "Lungi da
me il sentirmi un perseguitato politico". E spiega che "un vero intervento non
c'era ancora, si trattava di un canovaccio di massima, ero pronto a discuterlo
con autori e conduttore". Il no è arrivato "per vie traverse" perché, aggiunge
il comico, "la satira non può entrare in un programma Rai di prima serata, come
se il pubblico da casa non fosse in grado di capirla e vada protetto...".
Fra le prime reazioni, il comunicato con cui un gruppo di parlamentari (Giorgio
Merlo della Margherita, Valerio Calzolaio dei Ds, Loredana De Petris dei Verdi,
Gianfranco Pagliarulo dei Comunisti italiani, Gerardo Labellarte dello Sdi,
Mauro Fabris dell'Udeur, Alfonso Gianni di Rifondazione Comunista) chiedono che
sia Del Noce sia il direttore generale Rai, Flavio Cattaneo, siano convocati in
Commissione di vigllanza "per illustrare la linea editoriale che prevedrebbe il
divieto alla satira politica".
"Le motivazioni di Del Noce sono prive di senso comune" è la reazione di
Giuseppe Giulietti, deputato Ds, portavoce dell'associazione "Articolo 21" e
membro della Commissione di vigilanza. "Dalla rete ammiraglia è stato espulso
Biagi, sono state cancellate le dirette in occasione delle manifestazioni per la
pace, si sono consumate violazioni della par condicio rilevate perfino dalle
Autorità di garanzia. Questo - insiste Giulietti - è l'ennesimo capitolo delle
liste di proscrizione".
Una scelta "quantomeno discutibile" per il responsabile informazione Ds,
Fabrizio Morri, perché "la satira attira spettatori, vivacizza e rende più
accattivanti i programmi". Ma poiché "si evita sempre una satira che prende di
mira il potere", è difficile non pensare che "il desiderio sia quello di
proteggere sempre e comunque il governo". "Se di censura si è trattato - dice il
consigliere regionale della Toscana Erasmo D'Angelis (Margherita) - allora la
Regione che ospita lo show a Montecatini Terme, pagando 240 mila euro, revochi
la sponsorizzazione".
Agli appelli rivolti alla Vigilanza risponde il presidente della Commissione,
Claudio Petruccioli: "Se ce ne occuperemo? Vedremo, diamo sempre ascolto a tutte
le vicende. Comunque per valutare bisogna conoscere i testi. Questo, senza nulla
togliere alla stima che ho per Hendel".
In realtà non c'è bisogno di alcun intervento della Commissione, osserva Michele
Bonatesta (An) anch'esso membro della Commissione. "Ma di che parla la sinistra?
Nessuno ha censurato Hendel. Anche stavolta non ci sono martiri della libertà di
satira nell'era del tiranno di Arcore. Cambino disco, questo è rotto". E
comunque "non si può fare politica a senso unico col pretesto della satira, o
almeno non sul servizio pubblico pagato dagli italiani. Se poi Hendel o la
Guzzanti lo vogliono fare nella tv privata o in un altro luogo, dove si pratica
la politica faziosa camuffata da satira, padronissimi".