ALCAZAR

Creatività e innovazioni dominano la scena dance, ma visto che la maggior parte dei dischi dance sono imperniati o su dj o su cantanti ospiti, l’interesse dell’industria discografica è imperniato principalmente sulle rock bands tradizionali o su quelle di ragazzi o ragazze del pop contemporaneo per teenagers. Gli Alcazar sono nati due anni fa. Andreas Lundstedt era già un solista affermato. Tess era il direttore musicale di una compagnia teatrale e Annikafiore aveva ottenuto la parte di Frida in un musical dedicato al gruppo degli Abba. Quando Andreas ha detto ai suoi produttori Alexander Bard e Anders Hansson che voleva aprire una nuova fase della sua carriera, cantando in inglese e formando un vero e proprio gruppo, i tre hanno pensato subito a Tess e ad Annikafiore e nel giro di poche settimane la band ha firmato un contratto con la BMG svedese. L’unione delle loro ambizioni musicali, teatrali e dei loro interessi è l’essenza dell’album di debutto degli Alcazar, Casino, un lavoro che strizza l’occhio tanto alla disco quanto all’ironia trash. Il repertorio comprende classici da party come il singolo “Crying At The Discoteque” (con un sampler di grande effetto tratto dal classico francese disco “Spacer” di Sheila B Devotion ) e “Paris In The Rain”, brani dominati dal synth come “Don’t Leave Me Alone” e “Transmetropolis” (momenti che ricordano inevitabilmente gli Human League), episodi di pop etnico quale “Ritmo Del Amor”, la cover ironica di un classico di Jacques Brel, una ballad coinvolgente come “Tears Of A Clone” per arrivare al drum’n’bass di “Salome”. Lo stile dance del gruppo esplode comunque in “Stars Come Out At Night” e in “Baby Come Back”.

Casino è un viaggio della durata di un’ora attraverso tutti gli aspetti della dance music contemporanea. Gli Alcazar dimostrano di conoscere a fondo tutti gli stili della dance e riescono anche a creare qualcosa di personale. La band colpisce non solo per la loro abilità musicale, ma anche per gli argomenti che affrontano nei testi dei loro brani. Il tema principale è quello della vita nelle periferie delle metropoli. Per il gruppo, il meglio accade di notte e Alcazar rappresenta una città dove accadono contemporaneamente migliaia di cose.

Lo stile del gruppo è stato descritto come un ibrido tra gli Abba, i Daft Punk e gli Army Of Lovers (loro mentori e amici). Queste influenze emergono con forza soprattutto nei loro video. Per gli Alcazar il divertimento, l’ironia e l’originalità sono elementi essenziali nel loro approccio visuale. La Scandinavia ha dato vita a molti gruppi pop di successo il cui nome cominciava con la lettera “A” maiuscola. Gli Alcazar confermano questa gloriosa tradizione. Forse sono i più raffinati, sicuramente i primi a giocare un ruolo di primo piano nel cambiamento rivoluzionario della dance music contemporanea.