aspettative: sigla de "I simpson" - le riviste precedente
sintagma - paradigma successivo

L'aspetto più interessante delle relazioni sintagmatiche e paradigmatiche è che realizzano un effetto di senso ben preciso: riescono a creare aspettative nel destinatario di un testo. 

La sigla de "I Simpson" può essere chiarificatrice. Lasciando in sospeso trama e significato di una sigla, e addentrandosi nel particolare, si può dire che la sigla del cartone in questione cambia da episodio a episodio. Ma è esattamente così? Fino a che punto? A ben vedere, ci sono alcune scene che restano fisse, sono uguali in ogni puntata, mentre quelle che variano sono solo tre. Quali sono? Le frasi scritte da Bart alla lavagna per punizione a scuola ("un rutto non è una riposta" tanto per citarne una), l'assolo blues al sassofono suonato da Lisa durante la lezione di musica, e infine il modo in cui tutta la famiglia guadagna l'agognato divano strategicamente posto davanti alla TV. Tutto il resto non cambia mai: la scena iniziale della zoomata su springfield, Marge al supermercato con Maggie, Homer che smonta dal lavoro, e così via. In termini semiotici il sintagma sigla varia di episodio in episodio, soltanto in tre paradigmi ben precisi. Graficamente:

PARADIGMA PARADIGMA: PARADIGMA PARADIGMA PARADIGMA PARADIGMA
Inizio: panoramica su springfield, zoomata Bart scrive alla lavagna ...scene di passaggio... assolo di Lisa ...altre scene di passaggio... arrivo sul divano
  frase 1   assolo 1   modo 1
frase 2 assolo 2 modo 2
frase 3 assolo 3 modo 3
frase n assolo n modo n
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Il risultato di tutto ciò è che, nonostante si conoscano perfettamente tutti gli elementi della sigla, cioè del sintagma (in colore fucsia) che procede secondo l'ordine che va da sinistra a destra, ci si siede davanti alla TV pensando: "chissà cosa scriverà oggi Bart alla lavagna?". Il gioco è fatto: l'aspettativa è stata creata. Ed è quanto di più prevedibile ci sia. La distanza, infine, tra aspettativa ed affezione (se non dipendenza) è molto più breve di quel che si pensa! 

Cambiamo adesso campo e passiamo alla carta stampata. Queste immagini sono tratte dai sommari di due numeri diversi (rispettivamente gennaio 2003 e settembre 2002) della rivista mensile Selezione dal Reader's Digest, ovviamente le stesse osservazioni valgono per quotidiani, settimanali, ecc... 

selezione - gennaio 2003Per cercare i paradigmi di un testo, non c'è niente di meglio che confrontare più testi dello stesso tipo! In questo modo possiamo facilmente capire cosa sta in un testo e cosa potrebbe essere al suo posto. Ogni voce del sommario (ogni rubrica), è un paradigma: la concatenazione dell'intera rivista (articoli più rubriche) è un sintagma. Prendiamo l'"articolo bilingue": a settembre 2002 era Pensieri Criminali che sta in relazione paradigmatica con Da Rémy con amore, si trova al suo posto nel numero di gennaio 2003. 

 

 

selezione - settembre 2002 La figura a sinistra delle singole voci del sommario, che sembra un disegno a mano libera, realizza un paradigma  nell'impaginazione! Qualcuno noterà anche un elemento che differisce: nel numero di settembre (qui a sinistra) è assente la rubrica citazioni citabili. Be', l'osservazione non sarebbe comunque pertinente ai fini del discorso: vi è sempre quel paradigma, soltanto che in quel caso è lasciato, per così dire, vuoto (anche perché lo si ritrova in numerosi altri numeri!).
Ma cambiamo ancora una volta campo di indagine, e passiamo ai telegiornali. Qui, oltre che alle notizie, vengono mandate in onda svariate rubriche: il lunedì sul TG1 delle 13.00 troviamo "do, re, ciak, gulp!" di Vincenzo Mollica. Il TG5 invece, propone "Gusto", il cui tema è l'arte culinaria e l'enologia. E questi sono solo due esempi per illustrare il fatto che è sufficiente creare un paradigma per ottenere quella sorta di effetto appuntamento con il pubblico, tanto fondamentale nella TV! In termini semiotici, un palinsesto, non è altro che un semplice sintagma mentre il film del lunedì in prima serata su RAI1 non è che un paradigma!

Quanto detto su sintagmi e paradigmi è valido per qualsiasi linguaggio (forma espressiva): giornali, TV, radio, ecc..., come dimostrano gli esempi più disparati a cui si è fatto ricorso in questa pagina.


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