La congiunzione Urano-Plutone in Vergine del 1965 all'opposizione di Saturno in Pesci, metteva l'accento sulla necessità, da parte del genere umano, di prendere coscienza dello sfruttamento sconsiderato delle risorse ambientali, che in quegli anni avrebbero iniziato a subire l'azione devastante delle tecnologie uraniane che Plutone spingeva all'estremo pur di trarre dal sottosuolo i massimi benefici possibili.
L'ammonimento di Saturno, che metteva in guardia il presente (Vergine) dal caos (Pesci) che avrebbe fatto seguito in futuro a tale scempio, era tanto celato fra le nebbie nettuniane dell'inconscio quanto inascoltato da una massa che, abbagliata dai prodigi della scienza e noncurante dell'altra faccia della medaglia che si sarebbe presentata con il tempo, non esitava a cavalcare l'onda dell'attimo fuggente e dimenticare Saturno nella sua posizione nascosta insieme al significato del suo saggio monito.
Ma… si sa, la maturazione dei tempi è tanto lenta quanto inesorabile e arriva, prima o poi come ogni nodo al pettine, e oggi, mentre Plutone è al quadrato di quell'opposizione di 35 anni fa, e Saturno staziona in Toro (la natura), forse cominciamo a pensare che il vecchio Crono della mitologia non doveva avere poi tutti i torti quando predicava di andarci piano e di pensare al significato delle nostre azioni.
Il Toro, non è una novità, rappresenta il bestiame e in particolare i bovini, e non è certo un caso che proprio di questi tempi sia uscito alla ribalta il problema della cosiddetta "mucca pazza"!
Il mito, come al solito, ci offre gli insegnamenti del caso, e in questo, non può non venire in mente la fatica che Ercole dovette sostenere per ripulire le stalle del re Augia; quel re infatti, possedeva le mandrie migliori della regione, ma non si curava di ripulire le stalle dal letame che arrivò a ricoprire tutta la valle.
Ercole, inviato da Euristeo, pattuì con re Augia un accordo che gli avrebbe fruttato un decimo dell'ammontare dei capi delle mandrie se solo fosse riuscito a ripulire quei locali in un sol giorno. Il re non conosceva la prestanza fisica del nostro eroe, che aprendo dei buchi nelle mura, vi fece poi scorrere l'acqua dei fiumi deviandola con delle dighe costruite nel frattempo sradicando degli alberi della zona. Quali frutti avrebbe potuto ancora dare una valle intera ricoperta di letame?
Insomma, la natura va rispettata, curata, e solo allora ci è consentito approfittare delle sue risorse. Chi troppo vuole, si sa, nulla stringe mai, e le povere mucche che oggi ne stanno facendo le spese, devono ringraziare la mancanza di scrupoli di quegli allevatori che, pur di guadagnare il più possibile, si sono sostituiti al processo naturale dando da mangiare al bestiame qualche "pozione magica" affinché questi animali crescessero di più e più in fretta.
Condannati comunque a morire, qualche mente sovrumana ha pensato che anche la loro vita doveva essere sacrificata in nome del progresso, che vuole vederli prima rinchiusi in gabbie ed etichettati come normalissima merce da supermercato, poi munti da macchine robot nonostante la paura che questi aggeggi possono causare nella mente del bovino, e infine…inscatolati.
Ora, la natura si ribella a questo stato di cose, e possiamo solo ringraziarla e scusarci con lei.
© Alex Simone, art. pubbl. "Sestile" Maggio 2000 .