Qui e là, da un diario....

IO E LA STIMA

La felicità è sempre causa di sofferenza. L'infelicità ci eleva e ci innalza alla sfere della felicità...

E' per questo che rifuggo da tutto ciò che potrebbe darmi la felicità ....   Per paura di soffrire ho sempre temuto di essere felice?   Forse sono stata senpre lontana da ciò che mi piaceva solo perchè avvicinarmi sarebbe stato infrangere la sfera nella quale già da tempo mi sono chiusa... O perchè avrei dovuto venire meno anche ad uno soltanto di quei principi che regolano la vita.

La cosa che io sia riuscita ad ottenere - credo, almeno - è la stima degli altri, o di molti.   C'è chi è stato capace di conquistare la gloria; chi la fama; chi il successo, che è forse più importante della glora, perchè meno ideale e utopistico, e più valido per la vita priatica.  IO LA STIMA.

Ma conservare e tenere viva la stima altrui è tanto difficile; costringe a tutta una serie di rinuncie che procurano solo l'infelicità. Ecco un modo per essere infelici: farsi stimare dagli altri.

Ma forse, più impropriamente, l'infelicità dipende pittosto dalla stima che noi abbiamo di noi stessi.  Per cui siamo portati a considerare come segno di debolezza il nostro desiderio - umanissimo, peraltro - di felicità; e a rifuggirlo in quanto tale.

Il dominio di me stessa è cosa alla quale non verrei mai meno.   L'autocontrollo, il riserbo per quanto riguarda sentimenti e sensazioni, non sono che paura di diventare oggetto di ridicolo. Sono sfiducia in me e negli altri....   Forse sono anche indice di immaturità.  Come lo sono certi idealismi miei, ammissibili in un'adolescente ma non più in chi ha la mia età, ed è considerata dai più come "quadrata"..............

 

intanto qui ormai spiove.... il cielo si fa più chiaro... e pare quasi voglia uscire un pallido sole!